Dekadent «The Nemean Ordeal» [2019]
Recensione
Quinto album che esce sotto Dusktone per gli Sloveni Dekadent, una band che da anni ormai ci propone un black metal abbastanza anomalo, che fa grande uso di chitarra solista, tonalità in maggiore, coralità e flirts col metal moderno e che in generale rifugge gli stilemi old school di questo genere musicale. Per questo “The nemean ordeal” i Dekadent tuttavia vanno ben oltre a ciò che si è sentito con i precedenti “Venera” e specialmente il molto riuscito (nonché migliore) “Veritas”: se per i precedenti albums la componente black metal era pur sempre presente, così come era presente una componente potente tipo Strapping Young Lad di “City”, “The nemean ordeal” cambia molto le proprie carte in tavola, rinunciando in buona parte al black metal e alla velocità per adagiarsi su riffs medio/lenti con un cantato più growl che scream.
Il tutto, sinceramente, per un risultato ostico e francamente meno comunicativo. Senz’altro “The nemean ordeal” è apprezzabile se inserito nel contesto discografico dei Dekadent, ma secondo me si tratta di un’evoluzione musicale che semplicemente rende di meno, dove i tempi medio lenti non mordono come dovrebbero e dove la chitarra solista fa pur sempre il suo bel lavoro, ma che in questa sede suona anche sovrabbondante e che da sola non ce la può fare a reggere la baracca. Poi intendiamoci: i momenti positivi ci sono, come il crescendo di “Wanax eternal” o la conclusiva title track, ma appare evidente in questi brani che il sound più lento rende meno, che il growl può essere soppiantato dalla voce pulita in molte circostanze, e che il sound in generale pur essendo molto intenso (proprio come gli Strapping Young Lad) manca di adrenalina e di potenza. Per questo certi brani si fanno apprezzare, ma altri, come gli 11 minuti di “Solar covenant” sembrano non passare mai. Complice anche una qualità sonora probabilmente sbagliata in quanto un po’ confusa e poco nitida per quel che riguarda la chitarra ritmica e il basso.
Insomma: “The nemean ordeal” consiste in un disco di passaggio. È un’interessante evoluzione del sound dei Dekadent, che suonano ancora vistosamente influenzati dagli Strapping Young Lad, ma che vogliono suonare meno black metal e più death/doom, cosa evidente nella sesta canzone, dove i Dekadent suonano più black metal, ma con risultati inferiori al passato, e neanche per tutto il brano. Di fatto, “The nemean ordeal” non è male, ma fa lo stesso errore che secondo me fanno alcune bands post black metal, che si distaccano dal black metal senza farlo completamente, e suonando meglio quando suonano o black metal, o (come in questo caso) trasformati, ma non molto bene quando accoppiano il sound passato e quello presente proprio perché l’evoluzione non è completa.
In conclusione, “The nemean ordeal” non è male ma è un disco di passaggio, apprezzabile da chi ama certe derive guitar oriented del black metal tipo Ihsahn, ad esempio, ma se siete novizi a questa band il mio consiglio è di acquistare prima i dischi precedenti, come “Venera” o specialmente “Veritas”.
Track by Track
- Paean I (Intro) S.V.
- Shepherd of stars 70
- Solar covenant 65
- Wanax eternal 75
- Lavantine Betrayal 70
- Escaping the flesh so adamant 65
- The nemean ordeal (Death of a lion) 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
71Recensione di Snarl pubblicata il 04.09.2019. Articolo letto 747 volte.
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