Freddy Delirio and the Phantoms «The Cross» [2019]
Recensione
Ritorna Freddy Delirio, che con questo suo “The Cross” non so se abbia formato un altro progetto chiamato “Freddy Delirio and the phantoms” o se è la sua vena solista che qui ha preso questo nome. Poco importa. Ciò che sappiamo è che ritorna un volto illustre del metal italiano, che tra collaborazioni importanti nonché dischi coi mai dimenticati Death SS, ci propone un esempio di ciò che possiamo a grandi linee chiamare gothic rock, solo con una forte impronta cinematografica e una leggermente più progressive, quest’ultima non così evidente come detto.
Il tutto per un risultato che, va detto, suona non male, ma anche che punta molto più sulla produzione (curatissima, non c’è che dire) che sulla effettiva qualità dei brani, visto che spesse volte pur suonando ben fatti finiscono per mancare un po’ di personalità, come l’opener “Frozen Planets” che va a somigliare a “Year Zero” dei Ghost, oppure la successiva “Guardian Angel” che francamente suona bene, ma suona anche molto come una “This Corrosion” Parte seconda. Poi certo, i brani vanno diversificandosi, ma brani come “Inside the castle” seppur non male vanno a discostarsi dal gothic rock per preferire una componente dal sound più cinematografico e corale, così come “The circles”, e il resto del disco è così, in poche parole. Molto ben prodotto e a fuoco, ma anche non molto originale, senza picchi o episodi davvero diversi e che punta più sulla produzione che non sulla personalità dei brani, e dove un richiamo a qualche altro gruppo c’è sempre anche se nascosto, come “The new order” che possiede un ottimo mood apocalittico, ma che durante l’assolo va a ricordarmi “Vampire” dei Death SS. In pratica, “The cross” è l’esatto contrario di quelle bands underground metal tutta passione e poco raziocinio con cui registrano gli album. Qui avviene il contrario: il risultato è così lavorato e rifinito anche se non sovrabbondante, che l’originalità dei brani e la loro botta adrenalinica vanno a mancare, con un risultato che ha molto cervello ma anche una tangibile asetticità di fondo.
Insomma: le capacità di Freddy Delirio non sono in discussione, ma “The cross” è un disco perlopiù destinato ai suoi fan, e al massimo a qualche fan dei Death SS più recenti, ma oltre non so quanto si vada proprio perché si sente che c’è molta produzione e non molta originalità. Un lavoro onesto e molto personale, con tutti i pro e i contro.
Track by Track
- Frozen planets 70
- Guardian Angel 70
- Inside the castle 70
- The circles 70
- In the fog 70
- The new order 70
- Afterlife 70
- In the forest 70
- Liquid Neon 70
- Cold Areas 70
- The ancient monastery 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl pubblicata il 28.11.2019. Articolo letto 1244 volte.
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