Die on Friday «Revolution» [2019]
Recensione
Discreto album di debutto per i Die on Friday, un gruppo parallelo nato da membri di Drakkar e In.Si.Dia, che però con questo “Revolution” ci propongono un alternative rock/metal molto debitore agli anni 90 e chiaramente influenzato dai Korn, per un risultato che funge da discreto e onesto tributo, ma poco altro.
Ci vuole poco infatti a capire che in questo disco il cantante Gianluca Barbieri è chiaramente influenzato da Jonathan Davis, ma quello dei momenti più melodici e groovy, più trascinanti, di quelli che sembrano promettere bene nell’opener “Rise Again”, ma che già dalla title track va a perdere abbastanza della propria freschezza musicale, finendo per suonare molto stile Korn e che poteva durare due minuti di meno. Se tuttavia sulle prime la band va un po’ troppo sulle lunghe e suona meno personale, è da “Newborn man” che i DoF riescono a variare la loro proposta e a renderla più snella, con un sound più quadrato e leggermente più grunge, passando per le venature alla Crazy Town di “Repentance” e dell’alternative/Nu metal di “Chaos T.”, il sound più cupo di “Born without hope” e delle coinvolgente “Die on friday”, finendo per le immancabili tentazioni core moderne di “Last night”. Questi sono gli episodi migliori di un album completo e fondamentalmente ben fatto, che però nonostante tutto non va oltre a un bel tributo di quanto già fatto dai maestri del genere in passato. Sarà il fatto che è sempre la voce a tenere su tutto per tutti i 53 minuti dell’album, sarà che gli strumenti a parte in qualche caso non riescono a dare un taglio così personale alle canzoni, ma per tutto l’album si sente che i Die on Friday non riescono ad andare molto oltre e non riescono mai a brillare di luce propria, finendo per suonare troppo in stile anni 90, derivato dagli sforzi di qualcun altro.
E questo penalizza la riuscita di un disco altresì non male, che suona bene, ma che non riesce a capitalizzare le potenzialità del proprio sound, finendo per suonare come degli epigoni. Disco per nostalgici dell’alternative anni 90 e a pochi altri.
Track by Track
- Rise again 70
- Revolution 65
- Knock down myself 65
- MMI 65
- Newborn man 65
- Repentance 65
- Chaos T. 65
- Born without hope 70
- Die on friday 70
- Last night 70
- Alice 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
66Recensione di Snarl pubblicata il 22.12.2019. Articolo letto 722 volte.
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