Lord Woland «Litanìa» [2020]
Recensione
I Lord Woland tornano sulle scene con un disco cantato interamente in italiano. Litanìa si presenta con i suoi otto brani, in uno stile apparentemente accattivante e attraverso un genere non banale.
Si parte quindi con un ascolto approfondito per capire cosa ci propone la band.
All’apertura, Antifona, una breve intro pacata che ci accosta con delicatezza a Litanìa, un brano indie rock un pò grezzo nel quale la chitarra è la protagonista indiscussa con dei giri che ammiccano al blues.
Discorso semi analogo in merito allo stile adottato dalla band per Coscienza, il suono distorto delle chitarre rende l’ascolto non sempre scorrevole come dovrebbe quindi è necessario non basarsi alla prima impressione per comprenderne la complessità.
La nebbia è una song più introspettiva e sicuramente più interessante anche nel testo, purtroppo il finale si dilunga troppo creando una situazione caotica tra distorsioni e batteria che martella in maniera quasi sconclusionata, peccato.
Ad Libitum è un breve sipario, di nessuna reale utilità, che introduce Pozzo d’argilla: qui la voce pare sia lontana, quasi soffocata da una melodia trascinata e ripetitiva, alla quale i suoni elettronici non aggiungono nulla.
Salvataggio potrebbe avere un suo potenziale, ma il testo risulta troppo scarno e la situazione strumentale caotica verso la fine porta solo noia.
Si conclude con Prospettiva, song decisamente più ben studiata complessivamente e orecchiabile, anche qui però il finale è troppo lungo e poco comprensibile.
Parto col dire che l’indie non è sempre di facile ascolto, soprattutto per chi è abituato ad altro tipo di musica.
Nel caso dei Lord Woland, credo abbiano fatto sfoggio delle loro indiscutibili capacità tecniche in maniera evidente, a discapito però della composizione di qualcosa di più “giovane” e piacevole. Questo disco ha sicuramente degli aspetti positivi, ma la sua durata (trentuno minuti) è appesantita da troppi riff, troppi effetti quali distorsioni, troppa confusione verso la fine di quasi ogni traccia.
Ok rispettare il proprio genere (blues rock psichedelico) o la propria “natura” in quanto musicisti, ma se si vuole fare quel passo in più è necessario risultare incisivi e fare un lavoro più pulito.
Track by Track
- Antifona S.V.
- Litanìa 65
- Coscienza 65
- La nebbia 60
- Ad libitum S.V.
- Pozzo d'argilla 50
- Salvataggio 50
- Prospettiva 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
59Recensione di reira pubblicata il 15.03.2020. Articolo letto 1140 volte.
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