Altaria «Divinity» [2020]
Recensione
I finlandesi Altaria, attivi dal 2000, ci propongono una ristampa del secondo album nel quale incontriamo dodici songs che ci rimandano a una trentina o più di anni fa attraverso sonorità appartenute a band come Europe, Scorpions, Bon Jovi e quel filone a seguire. La cosa interessante è che la versione cd include ben due bonus track.
Unchain the rain è il primo assaggio (oltre che primo singolo estratto con un notevole successo) dello stile adottato dalla band: un metal ben calibrato e molto melodico nel quale la voce del cantante è la colonna portante. Will to live rimane coerente e pone l’accento su una musica che risulti pulita e di facile ascolto con qualche riffone in aggiunta.
Prophet of pestilenze è un buon brano, ma è con Darkened Highlight che scopriamo un lato più accattivante e di impatto, seppur sempre particolarmente orecchiabile.
Il sound di Discovery trova ispirazione dagli anni ottanta, ricorda gruppi come gli Scorpions risultato comunque abbastanza attuale.
Falling Again ha dalla sua una verve un pò più energica e ritmata, gradevole nel suo complesso grazie anche al lavoro solido delle chitarre; discorso analogo per la old school Divine che si fa notare per il suo essere catchy e easy da ascoltare.
Haven ricalca il percorso affrontato sino ad ora rimanendo in bilico tra una ballad e un pezzo rock molto melodico; Try to remember e Stain on the Switchblade ci fanno nuovamente fare un balzo negli anni ottanta, complice anche il ritornello e la tastiera di sfondo.
Enemy potrebbe essere un potenziale singolo considerando il suo essere “godibile” a 360 gradi.
Arriviamo all’ultimo atto con Final Warning, pezzo che probabilmente rende meglio live, ma che racchiude una bella energia.
Nel complesso, Divinity è un prodotto grazioso, gradevole da ascoltare durante un viaggio, non impegnativo. Non incontriamo grandi prove tecniche, ma una buona musica che si fa apprezzare proprio per la sua semplicità.
Tutto sommato, in un mondo in cui si corre e si fatica per fare sempre quel qualcosa in più, una ristampa come quella proposta dagli Altaria è paradossalmente rasserenante e ci riporta un pò ai tempi glitterati degli anni ottanta, ai suoni quasi ovattati e quanto altro. Sicuramente, a chi ha nostalgia di quei tempi Divinity piacerà.
Track by Track
- Unchain the rain 75
- Will to live 70
- Prophet of pestilence 70
- Darkened highlight 70
- Discovery 70
- Falling again 70
- Divine 70
- Haven 70
- Try to remember 70
- Stain on the switchblade 70
- Enemy 75
- Final warning 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
69Recensione di reira pubblicata il 31.03.2020. Articolo letto 699 volte.
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