Kein «Kein» [2019]
Recensione
Mi spiace, ma il debutto discografico dei Kein, band (cito testuali parole) Hard rock/metal/black dalla ben scarna biografia, è 53 minuti di nulla.
Basta ben poco a spiegare come suona questo debut album auto intitolato: le magagne partono sin dall’opener “Like a bitch”, in cui si sente una musica certamente rock n roll, ma abbastanza generica costituita da pochissimi riff e semplici, il tutto su una qualità sonora fredda e sintetica che fa suonare la band come industrial. La qualità di questi riff è variabile. A volte suona molto nella media come nell’opener, altre volte va anche bene senza fare miracoli, come “Levers” o “Divine lips” (dove è anche presente l’unico mezzo assolo di tutto l’album), ma il più delle volte i brani sono di qualità scarsa e che somigliano a dei brani anche non male come idee ma abbozzati e lasciati così, come la incolore “Dividing”, la ripetitiva “Nailed”, le goffe “Cruel” e “Central fire” o la maldestra “Chain”, tra le altre. E tra tutti questi brani rock abbozzati (la pur discreta “Divine lips” finisce di botto, senza un finale) c’è anche lo spazio per un brano chiamato “Mask”, dove si sente un blast beat totalmente fuori contesto con un riff normalissimo black metal che si alterna a parti dalle velocità normale con cantato senza che le due parti siano davvero unite.
Finora il disco sarebbe ai margini della sufficienza in quanto fondamentalmente non ben lavorato e molto generico, ma ciò che distrugge completamente ogni sua velleità è un cantato davvero scadente, che per tutto il disco invece di prendere note, metriche o linee vocali, declama frasi cortissime o parole con voce rauca e non melodica. Per tutto il disco la voce suona così e oltre a non aggiungere niente alla musica, diventa ripetitiva ben presto per quanto è una soluzione ripetitiva e che non valorizza nulla, e quando si prova a fare qualcos’altro, come nel falsetto di “Dividing”, il risultato è terribile, francamente.
Insomma, questo è il debutto dei Kein da Ravenna: un incredibile ammasso di canzoni abbozzate o comunque niente di che, con un cantato totalmente inefficace e che rende l’intero disco uno strazio di 53 minuti e passa, che alla fine dell’ascolto ti lascia solo una grande noia mista a rabbia, per quante bands migliori ci sono in giro che non riescono a trovare una label. Scusate, ma questo disco per me è invendibile. Davvero bocciato!
Track by Track
- Like a bitch 55
- Levers 50
- Dividing 50
- Nailed 55
- Cruel 50
- Central fire 50
- Divine lips 55
- Chain 50
- Idolaters 45
- Mask 45
- Diamond 45
- Human bones 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 35
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
51Recensione di Snarl pubblicata il 16.04.2020. Articolo letto 1893 volte.
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