Eternal Delyria «Paradox Of The Mechanical Angel» [2020]
Recensione
Gli italo svizzeri Eternal Delyria rilasciano questo disco autoprodotto intitolato “Paradox Of The Mechanical Angel” composto da dieci brani che incentrano un death metal melodico dai tratti oscuri e taglienti e con toni capaci di trasmettere in maniera sin troppo moderna, le proprie atmosfere. Il disco forte anche di numerosi contesti sinfonici, si presenta in maniera rabbiosa tenuto conto anche del buon apparato ritmico che va a caratterizzarlo coadiuvato del potente growl capace di rendete compiutamente l’idea di quanto sia cattiva questa band. La tematica su cui si incentra l’intero disco è la prigionia che viene descritta in tutte le proprie e diverse forme ed espressività e prende ovviamente vigore durante l’ascolto e l’ambientazione dei brani. La band fonda sostanzialmente gran parte della propria ispirazione su contesti black death metal di matrice più nordica soprattutto per quanto concerne l’impiego delle sinfonie che, come già sopra accennato, fungono da base all’intero lavoro. Dopo l’intro di “Crysalis”, primo ed effettivo brano è “From Skin To Rust”, dove un oscuro pianoforte delinea subito i contesti di come andrà a svilupparsi l’intero brano forte di una massiccia ritmica costantemente invasa da melodici e orchestrazioni; segue “Burning Bridges” altro cupo intro di un synth pronto poi ad essere falciato da una compatta ritmica death forte di una discreta e costante mutazione ritmica; si procede poi con “Beyond the Veil”, moderata in apertura ma particolarmente gotica nel complesso forte di nuove e incessanti influenze sinfoniche; “Dying To Live” presenta una ritmica abbastanza costante forte anche di un pianoforte che aleggia in sottofondo tra un passaggio ritmico e l’altro; molto compatta è invece “The Awakening” forte di un death metal serrato e compatto come un macigno che ci porta alla conclusiva “Until Death” melodica ricco di corali femminili dove il lavoro del synth la fa particolarmente da padrone. Il disco complessivamente offre uno spaccato miscelato tra modernità, melodie e sinfonie il cui ascolto non dispiace affatto ma che a lungo andare potrebbe risultare sin troppo incentrato su detti contesti che finiscono per assumere un ruolo forse troppo primario rispetto a tutto il resto.
Track by Track
- Chrysalis S.V.
- From Skin to Rust 70
- Burning Bridges 65
- Beyond the Veil 65
- Dying to Live 65
- Damaged System 70
- Amaurosis 65
- Freely Enchained 70
- The Awakening 75
- Until Death 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Wolverine pubblicata il 27.04.2020. Articolo letto 1215 volte.
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