Tethra «Empire Of The Void» [2020]

Tethra «Empire Of The Void» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
19.08.2020

 

Visualizzazioni:
1906

 

Band:
Tethra
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Titolo:
Empire Of The Void

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Clode Tethra :: Vocals
Federico Monti :: Guitars
Alberto Coerezza :: Guitars
Salvatore Duca :: Bass
Daniele Ferru :: Drums

 

Genere:
Death / Doom Metal

 

Durata:
56' 7"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
20.03.2020

 

Etichetta:
Black Lion Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Qabar - Extreme Music PR
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Anubi Press
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Recensione

Il terzo album dei Tethra da Novara si chiama “Empire of the void”, e fanno doom/death malinconico, per 9 brani più intro splittati in quasi 10 minuti di una musica dalla personalità abbastanza sfumata tra brano e brano.
Sì perché se l’opener “Cold blue nebula” ci propone un doom effettivamente incrociato col death, va detto che il risultato suona atmosferico, che suona più tipo certe cose dei primi My Dying Bride e dei Mar de Grises per un mood arioso e che rifugge moods più mortiferi anche quando si va veloce come nella seconda parte del brano. Da qui in poi, nella trilogia della gravità la componente gothic comunque si fa sentire molto di più, e si avverte un certo mood alla Ecnephias di metà carriera per un certo drammatismo, il che è un pregio in quanto il sound diventa più poliedrico e con buoni effetti, ma mostra a volte anche difetti di originalità, come il quarto brano che invece di far dipanare l’atmosfera come si deve con la voce pulita, continua a proporre fraseggi e un po’ di chitarra solista in più del necessario, che fa strafare i Tethra. La parte finale del brano, se si escludono due intermezzi e una cover appena carina di David Bowie (interessante, ma le parti metal non funzionano su un brano come quello), vede i Tethra arrivare francamente un po’ col fiatone, visto che se da un lato c’è una grande “Ison” che ritorna al mood della trilogia, dall’altro c’è una “A light year breath” francamente incolore, nonché una “Dying signal” già migliore e che cerca di suonare come qualcosa dei Silentium, ma l’equilibrio dei Tethra è meno a fuoco, esagerano con un arrangiamento più calcato e finiscono per rovinare in parte il brano.
Insomma: “Empire of the void” si dilunga un po’ e spreca qualche cartuccia, ma resta il fatto che è comunque un album che propone un sound abbastanza personale, non così tanto proposto e dalla personalità sfumata tra brano e brano, nonché composto ed eseguito in maniera soddisfacente, dove niente suono troppo imbarazzato o troppo sopra le righe. Forse qualcosa da limare e rendere più lineare c’è, ma resta il fatto che per gli amanti del Gothic Metal degno di questo nome, “Empire of the void” è il disco che merita la vostra attenzione, cosa valevole anche per qualche amante del gothic doom dei migliori tempi.

Track by Track
  1. Cosmogenesis - Intro S.V.
  2. Cold blue nebula 75
  3. Gravity Pt. I Ascension 80
  4. Gravity Pt. II Aeons Adrift 75
  5. Gravity Pt. III Ultimo baluardo - Intermezzo S.V.
  6. Empire of the void - Intermezzo S.V.
  7. Space oddity (David Bowie cover) S.V.
  8. A light year breath 65
  9. Dying signal 70
  10. Ison 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
75

 

Recensione di Snarl pubblicata il 19.08.2020. Articolo letto 1906 volte.

 

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