Caluvia «Insane» [2020]
Recensione
Senza infamia e senza lode particolare il secondo disco dei rockers Caluvia chiamato “Insane”, che in circa 34 minuti e 45 secondi le cerca tutte per impressionarci con il proprio stoner rock desertico e polveroso, ma che finisce solo per essere un album discreto e nulla più.
Intendiamoci: “Insane” non è un album fatto male o con gravi cadute di tono, ma crucialmente è anche un disco che si assesta su una certa sufficienza, dettata dalla title track iniziale, la quale ci fa sentire dei grooves non male ma anche statici e con riffs troppo semplici, su cui si stagliano (endemicamente per tutto l’album) delle linee vocali abbastanza anonime, ma soprattutto ripetitive. Queste sono le approssimazioni dei Caluvia, che suonano benino nella piacevole “Wino”, molto tipo primissimi Zippo, e anche in brani come “Evil”; che ricorda i Cathedral di metà carriera, ma i difetti sopra elencati neutralizzano gran parte delle qualità di questi ragazzi, con dei brani troppo monocromi e ripetitivi nelle voci.
Più o meno, questo è quanto. Non servono neanche troppe parole per definire “Insane” dei Caluvia, un album che potrebbe interessare ad alcuni fans dei gruppi suddetti, nonché a chi apprezza le sonorità minimaliste di questi generi, ma io credo che oltre a una vaga soddisfazione non va molto oltre.
Track by Track
- Tucumcari - Intro S.V.
- Insane 65
- Wino 70
- Goat's friend 70
- Evil 65
- Flip out 65
- Jack 60
- Bully 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 55
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
65Recensione di Snarl pubblicata il 13.11.2020. Articolo letto 821 volte.
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