Damn Freaks «Love in Stereo» [2020]

Damn Freaks «Love In Stereo» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Ozymandias »

 

Recensione Pubblicata il:
15.12.2020

 

Visualizzazioni:
1190

 

Band:
Damn Freaks
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Titolo:
Love in Stereo

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Iacopo Meille – Vocals

Marco Torri – Guitars

Claudio Rogai – Bass

Matteo Panichi – Drums

 

Genere:
Hard Rock

 

Durata:
39' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
23.10.2020

 

Etichetta:
Volcano Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Volcano Promotion
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Recensione

OK.
Non siamo più negli anni ’80, e neanche negli anni ’90, eppure lo sleaze Rock, l’Hair Metal, oppure semplicemente, l’Hard Rock sembra essere ancora vivo.
Ne è la dimostrazione questo ultimo disco dei Damn Freaks, una proposta che va a “rubare” a man bassa le soluzioni adottate dai vari Guns ’N Roses, Skid Row, Poison e compagnia bella, passando per un po’ di shred nel soloing (davvero valido a tratti) e una voce ben intonata, sicuramente la caratterista migliore del disco.
La produzione è buona, ma non ottima: la batteria infatti risulta spenta e con poca “botta” rispetto ai dischi di un altro gruppo simile qualsiasi quali i vari Hardcore Superstar (eccezionale band, piccola parentesi), per citarne una contemporanea, mentre le chitarre a tratti avrebbero necessitato di più gain sopratutto negli assoli, molto ben suonati, mentre FINALMENTE il basso risulta udibile, e ben gestito (e ben plettrato come da tradizione).
Avrei lavorato di più sulle dinamiche generali dei pezzi, a livello di mixing, mentre a livello artistico potremmo bocciare completamente il disco come elogiarlo all’infinito, dipendentemente dai nostri gusti: “Love in the Stereo” è l’esempio eclatante di cosa significhi suonare sleaze e Hard Rock generalmente, con tutti i pregi e difetti del caso; accordi arpeggiati semi distorti? Yes. Assoli al fulmicotone? Yes. Voci semi urlate e molto melodiche? Yes. Pentatoniche blueseggianti? Yes. Atmosfera reckless da Party che andrà a finire in sbronze senza fine? Yes.
C’è tutto insomma: se siete fan di questo tipo di sonorità, avrete pane per i vostri denti.
Il sottoscritto però, amanti sì delle sonorità del genere ma in salsa più moderna, non può vedere la situazione da una prospettiva differente: ha ancora un senso fare un disco così nel 2020 senza essere tacciati di anacronismo?
Non lo so.
Guardiamo il lato positivo: la band suona decisamente bene e le canzoni filano liscio senza intoppi, ma neanche senza alcun volo pindarico di sorta.
Un disco sicuramente godibile, ma relegato ad un sound e a un’epoca forse ormai troppo distante da ciò che la modernità richiede, perfino in questo genere.

Track by Track
  1. Love under Fire 70
  2. I'm Not your Enemy 70
  3. Bullets for You 70
  4. Requiem 70
  5. Scream & Shout 70
  6. Life's too short to Feel Old 70
  7. Game Over 70
  8. Cry for Love 70
  9. Austin, Texas 70
  10. Kiss my Ass 70
  11. Stranger to Your Touch 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Ozymandias pubblicata il 15.12.2020. Articolo letto 1190 volte.

 

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