Ramrod «Jet Black» [2019]

Ramrod «Jet Black» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
15.12.2020

 

Visualizzazioni:
881

 

Band:
Ramrod
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Titolo:
Jet Black

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Voice :: Martina Picaro;
- Guitar and Flute :: Marco Picaro;
- Bass :: Emanuele Elia;
- Keyboards :: Adriano Roll Nolli;
- Drums :: Daniel Sapone;

 

Genere:
Blues Rock / Hard Rock

 

Durata:
35' 9"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
02.11.2019

 

Etichetta:
Black Widow Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Proprio un bel lavoro questo disco secondo disco dei Ramrod, una band che ama ed esprime al meglio tutto il potenziale che ci può essere miscelando rock blues e psichedelica. Ritmicamente il disco è una vera potenza, la grinta sprigionata dal clean femminile della splendida Martina Picaro fa tutto il resto. Si vola alto insomma, tra melodie e ritmiche fresche e dinamiche, riff amabili e quanto di meglio ancora si può; il lavoro ti trascina sin da subito tra i suoni puliti e la cura che si percepisce brano dopo brano. “Jet Black” è in sostanza tutto questo, nove brani che lasciano un velo misterioso, ed oscuro su tratti sonori irresistibili, frutto di una preparazione unica che va a consolidarsi in un altrettanto stile personale all’ennesima potenza. Rock e blues si inebriano quindi nella loro migliore magia offrendo una deliziosa unione che convince e piace a cominciare dalla carica di “Don’t Call Me Sunrise”, un brano vivo determinato che ti entra dentro al sangue e ti fa danzare per la propria forte grinta; il blues prende corpo con la successiva “Ares Call”, altra straordinaria prova per la band forte della carica e della straordinaria bravura della propria madrina. Molto pacata l’apertura di “Sorrow”, brano riflessivo dove ben presto per la sua oscura carica cresce e inevitabilmente ti conquista sino in fondo; da ricordare anche la splendida e quasi sensuale “Glass Of Wine” forte di un arpeggio delay in apertura e una nuova e grintosa forza che non smette mai di prenderti come anche nel caso della sobria “Bluesy Soul” il cui titolo parla per l’intero brano acustico dove l’espressività del clean raggiunge livelli intesi; richiami quasi mediorientali con la conclusiva “Leda”, brano di otto minuti che dimostra ancora una volta che a questa band possiamo concedere tutto se i risultati sono come questo incredibile lavoro.

Track by Track
  1. Don’t Call me Sunshine 85
  2. Ares Call 80
  3. Sorrow 80
  4. Lion Queen 80
  5. Glass Of Wine 80
  6. Turning Bad 80
  7. Bluesy Soul 85
  8. Sweet Mel 80
  9. Leda 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
81

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 15.12.2020. Articolo letto 881 volte.

 

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