Loose Sutures «Loose Sutures» [2020]

Loose Sutures «Loose Sutures» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
23.12.2020

 

Visualizzazioni:
1088

 

Band:
Loose Sutures
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Titolo:
Loose Sutures

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Antonio Pilo :: guitar, vocals
Gianpaolo Cherchi :: guitar, vocals
Marcello Meridda :: bass
Marco Angius :: drums

 

Genere:
Heavy Rock / Fuzz / Garage Rock

 

Durata:
33' 25"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
27.03.2020

 

Etichetta:
Electric Valley Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Qabar - Extreme Music PR
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Recensione

Disco d’esordio per i Sassaresi Loose Sutures, che ci propongono 9 brani + intro, outro e 3 intermezzi in circa 33 minuti di ciò che potremmo definire stoner rock con influenze punk, con un sound decisamente garage e volutamente lo fi, come se stessimo sentendo un vecchio demo di una band fine anni 70 – inizio anni 80 o giù di lì. Già solo questo dovrebbe bastare a definire la musica dei LS, e va a formare un gruppo che non ha alcuna intenzione di suonare originale o innovativo, preferendo rifugiarsi nel passato, scelta che spesso comprendo.
Per questo motivo i LS mettono insieme un po’ dei loro idoli del passato riarrangiati in una salsa stoner rock/punk, che va dalle evidenti influenze dei Black Sabbath in “Shoot it down” passando per il punk/rock n roll di “Lie”, fino a qualcosa targato Velvet Underground di “Sophomore Dream”. Il tutto però si svolge con un risultato altalenante, dove se da una parte abbiamo gli episodi più riusciti degli episodi suddetti, dall’altra ne abbiamo alcuni più incolori, come la fumosa ma anche inespressiva “Wish to fuck a dead man” o una “Brutus” troppo corta e approssimata, passando per l’anonima “Moisty sins”, brano d’apertura. Non aiuta una prestazione vocale di Antonio Pilo che può piacere come no, ma io non ne sono fan, visto che questo approccio sgraziato volutamente e approssimativo con tratti urlati a volte funziona, e altre volte non mi suona efficace, come nelle già menzionate “Wish to fuck a dead man” o “Lie”, soprattutto.
In altre parole, il primo disco dei Loose Sutures è un disco fondamentalmente riuscito, ma volontariamente di nicchia, che gioca a fare il retrò, ma si spinge così tanto in quella direzione che c’è chi potrebbe adorarlo, chi potrebbe rigettarlo, e chi pensa, come me, che non tutto funziona come dovrebbe. Se siete fan dello Stoner più vecchio stile, provate a dargli un ascolto. Personalmente, che si lavori sulla voce.

Track by Track
  1. I - Intro S.V.
  2. Moisty sins 60
  3. Ted's grin 65
  4. II - Intermezzo S.V.
  5. Sophomore dream 60
  6. Wish to fuck a dead man 55
  7. III - Intermezzo S.V.
  8. Lie (ft. Trevor Peres) 65
  9. IV - Intermezzo S.V.
  10. My baby's got the blues no more 70
  11. Shoot it down 65
  12. Brutus 60
  13. I need a million (Laughing dogs cover) S.V.
  14. V - Outro S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
63

 

Recensione di Snarl pubblicata il 23.12.2020. Articolo letto 1088 volte.

 

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