Againstorm «The Last Dream Left» [2020]
Recensione
“The last dream left” è il debut album per questa band da Correggio, che in poco meno di 40 minuti ci propone sostanzialmente una musica a metà tra l’alternative e il metalcore più tentazioni post, ma (purtroppo) con dei risultati tutt’al più discreti.
Le avvisaglie si sentono dalla coppia di brani di apertura, che consistono in un singolo abbastanza superfluo e con una melodia abbastanza nella media, che poi sfocia in “Sun’s cemetery”, confermandone il mood tipo Lacuna Coil di metà carriera ma più approssimativi. E se una “Dead man space” sembra lasciarsi andare a certo nu metal molto dozzinale nei riffs, si cambia ancora genere nei due brani successivi, cui “Another universe” costituisce la parte alternative/electro per un risultato del tutto pop, mentre “Walking on the fire” usa nuances un po’ più grunge. Il tutto per una serie di brani in apertura invero nella media, dove melodie non sempre pazzesche, ritornelli che non escono come dovrebbero, influenze un po’ scollate tra loro e un feeling spesso abbastanza limitato a “strumenti che accompagnano il cantante e basta” limitano la riuscita di quest’album, che da qui in poi va a adagiarsi in un sound poco distorto e che lambisce il pop, forse anche l’emo di metà anni 2000, mentre musicalmente siamo intorno a una versione più moscia e approssimativa dei Porcupine Tree. Il disco si conclude così, con una serie di brani a cui manca l’idea musicale in più che li contraddistingue davvero l’uno dall’altro, e allo stesso tempo affetti anche una certa dose di prevedibilità, dove sai endemicamente dove il brano andrà a parare. Secondo me il problema degli Againstorm sta in due cose principali: primo, il disco suona scollato a livello di influenze e non si capisce tanto come si mescolano tra loro (a volte sembra che il post sia un genere in cui eccellono), e inoltre i nostri vanno troppo sul sicuro il più delle volte, suonando brani che scorrono via senza sussulti, senza infamia e senza lode.
In conclusione: “The last dream left” è un disco anche carino, ma fatto da una band che non osa abbastanza e che oltre a fare diversi generi musicali più che mescolarli, non va. Per me, c’è di più memorabile in questo genere.
Track by Track
- Red sky - intro S.V.
- Sun's cemetery 60
- Dead man space 55
- Another universe 55
- Walking on the fire 60
- Scars 60
- Storm 55
- Insidious fog 55
- Disease (The end) 55
- Xth 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
58Recensione di Snarl pubblicata il 18.01.2021. Articolo letto 975 volte.
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