Sandflower «Greve» [2020]
Recensione
“Greve” dei Sandflower da Milano è un esempio abbastanza riuscito di come si possa suonare interessanti nel sovraffollato panorama Alternative senza suonare obsoleti, prevedibili o come dei cloni di qualcun altro.
In questi quasi 44 minuti di musica, infatti, i Sandflower prendono questo genere, e per tutti i brani vi affiancano diverse influenze di generi limitrofi, a volte più stile rock in “La Scure”, più diretta e da singolo, altre con una strizzata d’occhio al doom come in “Connetti – Consuma”, senza contare lo stoner che fa capolino in “Un anno fa” e in “Il male vicino”, il tutto con una musica che dimostra di avere un debole per i tempi dispari nonché per un certo prog d’annata, dimostrato sia dalla voce del cantante (Che non posso nominare in quanto la formazione con cui i Sandflower hanno fatto quest’album non sono riuscito a trovarla da nessuna parte) che dalla struttura dei brani, spesse volte aperta, con variazioni e in generale poco propensa alla forma canzone canonica.
Ne risulta per questo motivo un disco fortunatamente con più alti che bassi, dove questa miscela di generi funziona con una positiva variazione di stili ascoltabile in tutto il disco, che vede gli episodi maggiormente riusciti in “La scure”, troppo breve ma comunque efficace, la positiva “Lotta di classe” e il bel ritornello di “Il male vicino”, nonché la bella “Antipatriarcale” in conclusione, dove tra l’altro il cantante mostra una buona performance vocale. Questi sono gli episodi più riusciti di un album che tuttavia ha anche il neo di una parte centrale un po’ meno a fuoco, dove i pregi succitati vengono confermati, ma dove in generale manca l’idea vincente che fa svettare il brano, risultato in tal modo in una serie di brani che si limitano a fare il proprio lavoro senza troppi sussulti, come in una “Scegliersi la fine” che promette, ma alla fine ci lascia un po’ indifferenti, o una “Il buio della ragione” che inizia e finisce senza infamia e senza lode, così come “Porgi un sorriso all’odio”.
Ad ogni modo, nonostante gli equilibri musicali ogni tanto vadano un po’ starandosi, “Greve” dei Sandflower è comunque un buon esempio di come fare una musica alternative che non vada a suonare fatta apposta per un jingle pubblicitario (come ci tocca sopportare negli accrocchi commerciali spacciati da alternative rock moderni), e che non vada a rifugiarsi dietro stramberie astratte. Ben fatto.
Track by Track
- Disobbediente 70
- La scure 75
- Connetti – Consuma 70
- E l'aria divenne greve 65
- Un anno fa 65
- Scegliersi la fine 65
- Il buio della ragione 65
- Lotta di classe 70
- Il male vicino 75
- Porgi un sorriso all'odio 65
- Antipatriarcale 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
69Recensione di Snarl pubblicata il 25.01.2021. Articolo letto 936 volte.
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