The Magik Way «Il Rinato» [2020]

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Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
10.02.2021

 

Visualizzazioni:
1299

 

Band:
The Magik Way
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Titolo:
Il Rinato

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Nequam: vocals, acoustic guitars (6/12 strings), bass, drums and
percussions, electric piano, virtual instruments, programming
Tlalocan: contrabass, orchestrations and noises
Maniac Of Sacrifice: electric and electro-acoustic guitars and effects

 

Genere:
Ritualistic Occult Music

 

Durata:
47' 54"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
11.12.2020

 

Etichetta:
My Kingdom Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
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Recensione

Da circa venticinque anni sulla scena nazionale, i The Magik Way rilasciano “Il Rinato”, un platter dai contenuti occulti e misteriosi rigorosamente narrato e cantato, se vogliamo, in lingua madre, attraverso musiche prettamente acustiche che generano atmosfere mistiche e contesti liturgici di tanto in tanto con richiami più oscuri in grado di dare, più che altro, l’impressione di trovarsi in un contesto di cantastorie malsane protese a introdurre e condurre l’ascoltatore nel mondo del al di là. Le dieci tracce della band, rigorosamente rese in un contesto melodico, generano percussioni moderatissime, tramite l’esclusivo impiego di chitarre acustiche capaci di generare un semplice e piacevole all’ascolto. Indubbiamente, al di là di un contesto compositivo piuttosto elementare nei contenuti, ciò che fa particolarmente effetto è il narrato/cantato di Nequam, vera forza dell’intero lavoro, che riesce a generare con la sua calda e quasi teatrale voce, un’atmosfera buia, se vogliamo, fatte con le candele, di quelle che cullano l’ascoltatore nei propri scenari e nelle ambientazioni. Un esempio di quanto or ora detto può ricadere perfettamente nel brano “Deforme”, un vero ponte di passaggio tra in mondo dei vivi e delle tenebre; anche “Le Vampe”, quasi una vera e propria tarantella con toni più che altro più sacrificali che festosi in cui si ha anche la partecipazione come guest vocal femminile di Gea Crini; il brano offre nella sua seconda metà una ritmica maggiormente più propositiva pur rimanendo invasa da corali e ritmiche acustiche; da ricordare anche la “Giaculatoria del Doppio”, un brano che più che altro desta attenzione nella ritmica che vede, grazie alla viola, l’inscenarsi di un clima ancor più opaco e tetro; la “Processione”, traccia finale del disco, si rileva con contenuti al limite dell’ipnotico pur non tralasciando mai la venatura di mistero che caratterizza in sostanza tutto il lavoro. Disco dai contenuti particolari e indubbiamente destinato solo per una particolare platea di ascoltatori che ama, più che altro, melodie, storie e narrazioni disposte su un piano acustico dove distorti e quant’altro appartengono ad un altro mondo.

Track by Track
  1. Il Rinato 60
  2. Tempo Verticale 60
  3. Cometa Sole 60
  4. Deforme 65
  5. In Igne Vivit Salamandra 65
  6. le Vampe 65
  7. Il Sacro Dolore 60
  8. Euforia del Sangue 65
  9. La Giaculatoria Del Doppio 60
  10. La Processione 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
63

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 10.02.2021. Articolo letto 1299 volte.

 

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