Iscuron «The Nothing Has Defeated Atreyu» [2021]
Recensione
Sappiamo ben poco di Iscuron, questa nuova one man band del nord Italia (non meglio precisato da dove) che condensa 7 tracce in 37 minuti e 11 di un black metal abbastanza semplice, dove tuttavia le tastiere donano connotati diversi ai brani, a volte tingendoli di un tocco silvano stile Sear Bliss in “The silent storm”, mentre altre volte vanno più sul sinfonico di “Mighty winter night”, per arrivare a un tocco sempre più electro, che sfocia in un brano quasi alla Rammstein nella conclusiva “In the darkness”.
Se siete incuriositi, sappiate che lo sono anch’io. Intendiamoci: Iscuron non è il top della perfezione formale, visto che i brani sono comunque con dei riffs e arrangiamenti di drum machine minimali per un risultato gradevole ma non certo mai sentito prima, anzi che va abbastanza sul sicuro. Eppure nonostante questo il risultato è buono, con una serie di brani che poggiano tutto sulla tastiera e con pochi cambi di riffs, ma i mood di questi due riffs riescono a sostenere invero bene il brano “The silent storm” per tutti e 7 i minuti, riuscendo dove tanti non saprebbero muoversi, e se la già citata “Mighty winter night” colpisce per delle buone partiture di tastiera, è “Everlasting realm” a centrare il bersaglio di miglior brano del disco, con un sound che va a ricordare perfino i primi Behemoth ma con l’aggiunta della tastiera che dà un mood più luminoso e arioso al brano. Purtroppo come lato negativo di quest’album, va detto che Iscuron tra il quinto e il sesto brano perde un po’ la concentrazione e ci propone delle partiture di tastiera meno ben incastrate con resto dei brani, e se la title track in qualche modo si salva per l’insistenza del mood, è “Caterina 1667” a suonare un po’ strana e con un arrangiamento migliorabile.
Insomma: “The nothing has defeated Atreyu” non è certo un disco perfetto formalmente, ma è un cd che trasuda passione, entusiasmo e genuinità, un po’ standard, ma anche onesto e senza iper-produzioni o ritocchi eccessivi al pro tools, proprio come un debutto discografico dovrebbe essere. Certo, il sound può essere sviluppato e a volte i brani suonano un po’ migliorabili e con l’aggiunta di un paio di idee, ma ciò non toglie che si apprezza molto l’onestà e la grezza efficacia. Se apprezzate il black metal più minimale e embrionale ma non per questo sciatto, fatevi un buon regalo e acquistate quest’album. Non sarà la band del secolo, ma per me merita di stare nello stereo della mia auto per un po’.
Track by Track
- The silent storm 70
- Princess of a dead land 70
- Mighty winter night 75
- Everlasting realm 75
- The nothing has defeated Atreyu 65
- Caterina 1667 65
- In the darkness 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl pubblicata il 23.02.2021. Articolo letto 1269 volte.
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