Ottone Pesante «DoomooD» [2020]

Ottone Pesante «Doomood» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
21.03.2021

 

Visualizzazioni:
1037

 

Band:
Ottone Pesante
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Titolo:
DoomooD

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Francesco Bucci :: Trombone, Tuba
Paolo Raineri :: Trumpet, Flugelhorn
Beppe Mondini :: Drums

 

Genere:
Heavy Brass Metal

 

Durata:
34' 19"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
18.09.2020

 

Etichetta:
Aural Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency
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Recensione

Non li ho trattati molto bene in passato gli Ottone Pesante su questa webzine, una band che ho bocciato nel primo album e nell’Ep di debutto in quanto li consideravo (in estrema sintesi) troppo una curiosità fine a sé stessa, una band che si ostinava a cercare di suonare stilemi metal estremo (death in prevalenza), ma con il suono squillante e senza bassi dei fiati che non ci si sposa bene, e auspicavo invece una incursione su lidi compositivi doom lugubri e malsani. Beh, con questo terzo “DoomooD” chissà che non mi abbiano ascoltato, visto che il sound in effetti verte di più (anche se non totalmente) in quella direzione.
Per la verità le aspettative non erano delle migliori, con un intro anche non male, ma che lascia spazio a una “Distress” che va a suonare come neanche 2 minuti di un metal lento e abbastanza generico rifatto coi fiati, tipo quanto fatto in passato, ma per fortuna “Tentacles” riesce a stupire, suonando per l’appunto lugubre, doom e imponente, con in più del cantato femminile, e per fortuna questo non è solo un caso isolato, con “Grave” a suonare spettrale e desolante, nonché con i due brani conclusivi che confermano che questo stile compositivo sta influenzando gli OP e li porta, a mio avviso, a un risultato molto più comunicativo, originale e soprattutto che sa mille volte meno di “rilettura stravagante e improbabile di stilemi death metal”. Fosse tutto così, sarei fan degli OP, ma purtroppo i nostri ragazzi si ostinano ancora in altri brani a cercare di suonare metal come in passato, con risultati onestamente non troppo diversi da quelli del passato, dove se si va a velocità controllate semplicemente il sound non esalta, come in “Strombacea” e parte di “Coiling of the tubas” (che pure ha un buon climax), e se si va up tempo e con voce urlata, come in “Serpentine Serpentone”, i risultati sono francamente scadenti, rovinati da batteria e voce che vanno inesorabilmente a coprire i fiati riducendo tutto a rumore con urla, e con una scarica di adrenalina pari a zero.
“DoomooD” dunque è un disco per me a due facce, con un sound che continua ad avere limiti congeniti quando gli Ottone Pesante si ostinano a suonare metal, e che invece va bene quando si suona doom, lasciando che le note lunghe e minacciose dei fiati risuonino e suscitino inquietudine. Certo, non siamo ancora ai livelli della caoticità sonora dei Mombu o nella pazzia degli Zu, e detto francamente si può fare di più dal punto di vista del doom, visto che comunque non siamo ai livelli della marcia funebre di Henry Purcell (sarebbe il primo brano che sentite di “Arancia meccanica” e/o il brano riarrangiato dai Marduk in “Blackcrowned”), ma anche così non ci lamentiamo affatto. Per me “DoomooD” è un passo avanti nella giusta direzione, che oltre agli amanti del doom più sperimentale e eclettico può appassionare anche qualche fan del neofolk. Avanti così, ancora più lenti, lugubri e malati e meno metal, per favore.

Track by Track
  1. Intro - The chasm S.V.
  2. Distress 55
  3. Tentacles 75
  4. Coiling of the tubas 65
  5. Serpentine Serpentone 55
  6. Ocean on an eco - Intermezzo S.V.
  7. Grave 70
  8. Strombacea 65
  9. Endless spiral helix 70
  10. End will Come when will ring the black bells 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
68

 

Recensione di Snarl pubblicata il 21.03.2021. Articolo letto 1037 volte.

 

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