Julia and The Roofers «The Will Of Evil» [2021]
Recensione
I Julia and the Roofers si formano nel 2018 con la peculiarità di arrangiare alcuni classici del rock con l’uso di strumenti come il sitar. Seguendo le loro influenze, durante il lockdown del 2020, la band ha deciso di lavorare sodo per pubblicare la loro prima opera.
Devo dire che un trio con questi chiari intenti e stile mi permette di ascoltare un qualcosa di un pò diverso e ciò è di sicuro un toccasana. Vediamo cosa ci riservano i nove pezzi contenuti in The Will of evil.
River è un brano grezzo che mi ha da subito ricordato Courtney Love, forse un pò ripetitiva purtroppo; Summer (seems so easy) possiede un tono più introspettivo e grunge che ben si adatta alla voce graffiante di Giulia.
Con Sound of evil ci spostiamo su un assetto più heavy, nulla di troppo complesso, ma comunque in qualche modo discretamente apprezzabile.
Purtroppo Come to an end si rivela essere una song rindondante, la quale si trascina stancamente alla fine senza attirare l’attenzione dell’ascoltatore; Eros & Thanatos mi ha ricordato, solo a tratti, i (The) Gathering: l’attenzione, per buona parte, è posta sulla voce e una melodia alla chitarra, sta a voi dire se la scelta è azzeccata o meno perché è veramente una questione soggettiva.
The rope rialza la situazione attuale con un tono canzonatorio e oscuro spalmato bene su un rock meno raw.
Ci spostiamo in un contesto illusorio, soffuso e sognante con Gardens; Down in the net si rivela accattivante e tutto sommato efficace.
Infine, Bones, probabilmente il migliore pezzo dell’album: più articolata, un pò rockettara, a tratti un pò ammiccante al blues, alterna momenti pacati a quelli più “folli” e rabbiosi.
The will of evil è un esordio che pone, tutto sommato, delle buone basi per i tre ragazzi. Lungi dall’essere “perfetto” nasconde nel suo essere quella voglia di ribellione e di libertà che tanto manca in questo periodo e che piò farci anche bene.
Alcune tracce convincono abbastanza in fretta, altre proprio non sono abbastanza interessanti, ma è in Bones che ho scorto tutte le potenzialità del trio, oltre alle loro origini.
Ecco, partirei da lì per costruire un percorso che potrebbe tranquillamente distinguerli dalla massa e donare grandi soddisfazioni.
Track by Track
- River 65
- Summer (seems so easy) 60
- Sound of evil 60
- Come to an end 55
- Eros & Thanatos 60
- The rope 65
- Gardens 65
- Down in the net 65
- Bones 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 70
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
62Recensione di reira pubblicata il 23.03.2021. Articolo letto 1096 volte.
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