Maysnow «The Unexpected» [2020]
Recensione
È davvero inaspettato il successo di questo “The unexpected” dei Leccesi Maysnow, una band definibile alla buona come Post Grunge, ma il cui animo delle composizioni è qualcosa di più, con un sound mai troppo sopra le righe e molto comunicativo, che a quanto pare parla con animo contrito della scomparsa di un loro amico, e questa è una cosa che si sente nell’ascolto dell’album, che spesso suona introspettivo e ombroso, con punte di amarezza, come in “Orchid”.
Se infatti l’opener “Black marble” manifesta un mood terso e non troppo distorto, si comincia davvero a fare sul serio con “Echoes of rain”, che va a ricordarci qualcosa dei Soundgarden, ma i Maysnow ci mostrano che sono più che dei mestieranti e cambiano il mood del brano, che diventa da colonna sonora da viaggio in macchina a qualcosa di più acustico e da musica attorno al fuoco, per un risultato completo e ben composto, e colpisce anche la successiva “I drift”, dove si sente addirittura un violoncello che accompagna una prestazione vocale ben riuscita e struggente, ma mai sopra le righe. Ed è proprio la voce di Daniele Rini a fare da mattatrice insieme alla chitarra di Roberto, le quali infondono ai brani degli stati d’animo espressivi ma comunque cangianti, per un risultato vincente che avviene tra l’altro anche con arpeggi minimali come in “Moving mouth”, e con il passare dei minuti è una certa qual tristezza del sound a prevalere sempre più, come si sente nella lunga “Misty morning”, che a volte suona visionaria, e che altre volte prova a rockeggiare un po’ di più, ma con il sound ombroso che ben presto torna a fare da padrone della situazione, anche se, come detto, è “Orchid” a prevalere come brano migliore, in quanto è la più intensa e la più varia di tutte le altre canzoni qui presenti.
Insomma, come detto, “post grunge” è quasi riduttivo. La verità è che i Maysnow sono un gruppo che coi loro strumenti sanno esattamente cosa devono fare e come far suonare i loro brani, mai trascinandosi nei loro 55 minuti e passa, ma trascinando l’ascoltatore nel loro mondo mutevole di emozioni. Davvero un bel disco, da avere per chi cerca emozioni profonde in musica, anche un po’ drammatiche.
Track by Track
- Black marble 75
- Echoes of rain 80
- I drift 75
- Orchid 85
- Moving mouth 75
- The circle of the unexpected 70
- The secret door 75
- Dawn of september pt.1 - Intermezzo S.V.
- Misty morning 80
- White marble 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
77Recensione di Snarl pubblicata il 09.07.2021. Articolo letto 963 volte.
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