Ishvara «Shape of Void to Come» [2020]

Ishvara «Shape Of Void To Come» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
15.07.2021

 

Visualizzazioni:
1400

 

Band:
Ishvara
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Titolo:
Shape of Void to Come

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
unspecified

 

Genere:
Progressive Ritualistic Extreme Metal

 

Durata:
55' 9"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
11.12.2020

 

Etichetta:
Dusktone
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Ishvara sono una band Italiana dalla formazione ignota, e che con questo “Shape of a void to come” ci presentano il loro primo full length di ciò che loro definiscono Mystical Ritualistic Black Metal, e che io invece definisco come un black/death sperimentale, che spesse volte lambisce l’avantgarde, usa molti synth e voci pulite, per un risultato avvincente. A dire il vero, però, per me il risultato di “Shape of a void to come” è riuscito solo in parte, nonostante le buone premesse e gli ottimi ingredienti. Sì perché “Shape of a void to come” suona chiaramente molto eclettico e invero presenta dei buoni mood in tutto il disco, eppure, proseguendo la metafora degli ingredienti, gli ingredienti qui sono fin troppi a volte, e si fa fatica a tenere insieme il tutto.
Se infatti l’opener “Hollow heart” va a suonare atmosferica e con uso di voce pulita e alcune parti melodiche riuscite, ci sono un po’ di rallentamenti già sentiti, mentre per il terzo brano le cose variano quasi del tutto, con intermezzi e parti avantgarde a funzionare su un brano che invece ha le parti veloci più nella norma. E se una title track si affaccia invece a certi ultimi Behemoth, si va a sentire una coralità insistente nella seconda parte, che fa togliere al brano l’impatto. Bisogna aspettare “Mark of the plague” per avere un brano più compatto e organico, ma da qui in poi gli equilibri sonori variano ulteriormente, con una “Continuum Vastitas” con parti pulite troppo insistenti insieme a certo clangore industrial, e con un andamento che esita un po’ e che potrebbe andare dritto al dunque, mentre gli ultimi due brani presentano parti riuscite, ma anche una direzione dei brani un po’ difficile da capire.
“Shape of a void to come” dunque, come detto, suona certamente eclettico e sperimentale, e in questo non c’è nulla di male, ma io direi che tende a strafare e a mettere troppi fronzoli, digressioni, intermezzi e quant’altro, che appesantiscono troppo una musica che cerca sempre di suonare over the top e con un po’ troppe idee nei brani, finendo per confondere l’ascoltatore e fargli perdere l’attenzione, più che ammaliarlo. Potenzialmente gli Ishvara sono una buona band, ma secondo me il loro sound fa sfrondato un po’ e reso anche meno pretestuoso. Se siete amanti del black/death più sperimentale ma non Post, provate a dare un ascolto a quest’album e potrebbe interessarvi. Per gli altri provate, ma occhio alle crisi di rigetto.

Track by Track
  1. Vajrabhairava - Intro S.V.
  2. Hollow heart 65
  3. Relativity of the absolute 65
  4. Shape of a void to come 65
  5. Mark of the plague 75
  6. Dharmayama 70
  7. Continuum Vastitaes 65
  8. Cosmic frequences diffused 65
  9. Song of fire 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
67

 

Recensione di Snarl pubblicata il 15.07.2021. Articolo letto 1400 volte.

 

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