Demonia Mundi «In Grembo Mater...» [2021]
Recensione
“In grembo mater” dei Reggini Demonia Mundi è il primo full length Black Metal dopo anni di discografia minore, e che condensa 46 minuti e mezzo di musica pubblicata dalla Cult of Parthenope e ripartita in 7 brani più intro.
L’ascolto dell’album sembra delineare i DM in uno stile largamente melodico, dove non è l’impatto ma l’atmosfera dei brani a fare da punto di forza, che nelle parti veloci prediligono riffs e arrangiamenti semplici e corali, mentre nelle parti lente si sente sorprendentemente una componente doom metal non molto esasperato a prevalere, di quello di una volta tipo Cathedral, che va ad essere evidente in “Intra Grembo”, il cui inizio ricorda “Ebony Tears”. Più raramente le chitarre vanno a suonare in stile death melodico, ma è qualcosa confinato all’inizio dell’album.
Combinate tutto, e il risultato è soltanto carino. Non brutto, ma neanche spettacolare. È infatti “Of black fogs…” a mostrare abbastanza bene la situazione: i DM suonano non male, i brani sono ben curati, eppure in qualche modo suonano black metal più che altro per la voce, ed è più la coralità di questo brano e del successivo “Et in arcadia ego” a prevalere, che parti black metal in sé e per sé. La situazione va stabilizzandosi nella parte centrale del disco, con una “Alesa” chiaramente più orientata verso un epic doom, ma effettivamente con un buon crescendo di mood e di velocità, per arrivare a un culmine che comunque dura relativamente poco e che poteva dare di più, mentre “The golden bough” è quella che si fa apprezzare di più di tutte semplicemente come black metal. La parte finale dell’album ha una “Hieros gamos” abbastanza generica dopo un inizio non male, una “Intra grembo” che non sa di preciso se suonare del tutto doom metal o black metal senza riuscire a scostarsi di molto dal tema principale, mentre l’ultimo brano mostra ottime idee in parte vanificate da parti lente e con voce pulita (un po’ pedestre) nei momenti meno opportuni, per un risultato un po’ sprecone.
“In grembo mater” dunque suona non male, ma non è un disco vincente: i Demonia Mundi centrano certi moods e non sono una band arrugginita e musicalmente rimasta all’anno della loro ultima release, ma ciò non toglie che la personalità della band tra le proprie due influenze è un po’ confusa, con una componente black metal non male ma anche che va sul sicuro, e con l’altra componente doom metal che a volte sembra voler prendere il sopravvento, con una miscela delle due influenze discreta ma non perfetta, e se è vero che in quest’ambito si sente di peggio, è anche vero che altre bands si mangiano questo disco a colazione, come i Necromantia col loro “Ancient Pride”, per esempio. In conclusione, direi che un voto più o meno attorno al “buono” va bene per “In grembo mater”; si poteva fare di meglio, ma visti tutti gli anni di fermo e alcuni risultati ben peggiori, si poteva fare ben di peggio. Disco da consigliare per chi ama un black metal più atmosferico e dal feeling vagamente mediterraneo.
Track by Track
- Iniziazione - Intro S.V.
- Of black fogs and shaded empires 70
- Et in arcadia ego 65
- Alesa 70
- The golden bough 75
- Hieros gamos 60
- Intra grembo 65
- The horned and his thousand whelps 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Snarl pubblicata il 21.08.2021. Articolo letto 848 volte.
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