Whyzdom «Of Wonders And Wars» [2021]
Recensione
I Whyzdom, band francese fondata nel 2007 dal chitarrista Vynce Leff (produttore discografico per la Cyclops Records), tornano in pista con un nuovo e intenso lavoro di quasi un’ora di durata.
Siamo curiosi di vedere, ma soprattutto sentire, se i ragazzi sono riusciti a togliersi di dosso quel senso di “già sentito” che li accompagna, non sempre giustamente, da tempo.
Si inizia con Wanderers and dreamers, un pezzo chiaramente operistico in cui viene evidenziata la voce potente della cantante la quale si destreggia in diverse interpretazioni, tutte di alto livello.
Abbiamo un cambio di mood con Child of damnation, pezzo più dark al quale vengono aggiunti cori che danno un maggiore risalto alla musica stessa, senza comunque dimenticare elementi più “classic metal” come il bel riff verso la metà del terzo minuto.
Imperiale Stonehenge ci delizia con una partenza che sembra una colonna sonora, ma che ha uno sviluppo un po’ meno fantasy e più epic power.
In Ariadne ancora una volta la voce di Marie riesce a creare dei virtuosismi notevoli che ben bilanciano il lavoro altamente tecnico della chitarra e le parti orchestrali creando un perfetto esempio di metal sinfonico.
Arriviamo alla deliziosa Touch the sky, canzone melodica e rivelatrice delle variazioni di stile che possono adottare i Whyzdom pur rimanendo fedeli al sound che li caratterizza.
Eccoci a War, una delle song più accattivanti e potenti, sicuramente apprezzabile, ma purtroppo mi ha ricordato i Nightwish dei primi anni in qualche strano modo; Metropolis Lights abbandona parzialmente le vesti sinfoniche per un metal più spoglio e diretto che trova la sua apertura su un ritornello assai gradevole.
A seguire Pyramids, davvero interessante nel complesso: suoni che ammiccano all’industrial che si fondono a elementi che richiamano l’oriente creando uno sfondo originale e in continua evoluzione non solo narrativa.
Sembra una ballad, almeno per i primi secondi, ma è The final collapse, brano veloce ed energico, assolutamente da palco.
Il singolo Notre Dame, oltre a essere il primo estratto, è colui che chiude le danze: parecchio introspettiva anche nel testo, ci porta subito davanti agli occhi l’immagine di questa meravigliosa cattedrale e della sua antica storia, al limite del commovente davvero.
Of Wonders and Wars è un buon disco nel suo complesso: tra alti e bassi possiamo riconoscere un po’ meglio la personalità dei musicisti, soprattutto di Vynce.
Certo, va ammesso che in quanto a originalità i Whyzdom devono ancora distaccarsi dall’immagine di cloni di altre bands ben più note, tuttavia ho riscontrato dei punti di distaccamento dai soliti canoni in cui si viene rinchiusi quando si fa metal sinfonico.
Come ho accennato in precedenza, ho trovato degni di nota i momenti di intreccio, per così dire, tra il metal più industrial e moderno con gli elementi più evocativi che permettono all’ascoltatore di fare un piccolo tuffo sonoro nella storia, immergendosi appieno nelle canzoni.
Nonostante le critiche e le difficoltà, i Whyzdom stanno finalmente riuscendo a ritagliarsi il loro meritato spazio nel vasto panorama symphonic e hanno dimostrato con questa opera di avere ancora tanto da dire e di saperlo fare soprattutto se raccontano anche di ciò che li tocca in prima persona.
Sicuramente un disco consigliato agli amanti del genere proposto.
Track by Track
- Wanderers and dreamers 70
- Child of Damnation 70
- Stonehenge 75
- Ariadne 70
- Touch the sky 75
- War 65
- Metropolis lights 70
- Pyramids 75
- The final collapse 70
- Notre Dame 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
71Recensione di reira pubblicata il 08.10.2021. Articolo letto 840 volte.
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