Éla «Éla» [2021]

Éla «Éla» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
15.11.2021

 

Visualizzazioni:
490

 

Band:
Éla
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Titolo:
Éla

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Marco Sg :: guitars, vocals
- Corrado Menegatti :: drums
- Lorenzo Pedrotti :: bass
- Michele Segata :: guitars

 

Genere:
Doom / Death Metal

 

Durata:
46' 50"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
22.06.2021

 

Etichetta:
Endless Winter
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Nato come iniziale progetto solista ad opera del chitarrista Marco SG, Ela, vede alle proprie spalle l’uscita di un demo e il successivo reclutamento dei rimanenti musicisti che danno vita ad un profondo, malinconico, omonimo disco di otto tracce strutturato su doom death metal. Il clima che si profila nel corso dell’ascolto è piuttosto oscuro e funereo e non si discosta quasi mai da andature lente inebriate da un growl intenso. L’ascolto offre momenti con alcune partiture in refrain disposte per dare vita ad constante contesto melodico e quasi nefasto; le otto tracce del lavoro si ispirano a film particolari ma anche al mito di Pan e alle storie che richiamano le gesta dei guerrieri. Le tracce, rese su distorti semplici e mai troppo effettati, sono in grado di generare sonorità oscure e malinconiche in cui riff piuttosto lenti si alternano, come sopra già detto, a parti più melodiche che vanno a contestualizzare sonorità tipicamente doom. L’ascolto delle singole tracce conduce in sostanza al proseguo dei brani che dopo un paio di volte paiono, in sostanza, l’uno la prosecuzione dall’altro. La partenza del disco è affidata a “Ela” un brano il cui riff si ripercuote incessantemente sino alla prima metà del brano per poi mutare senza mai distaccarsi dalla propria lavica andatura; “Tears” si concentra invece su un motivo ripetitivo avvolto da numerose melodie; ancora di ricordare, “Pan” un brano che si caratterizza per il suo riff propositivo e per un’andatura appena più vivace rispetto alle precedenti tracce; da ricordare infine anche “Begotten” per il motivo oscuro e drammatico che va a caratterizzarla. In sostanza il disco incentra tutto il proprio potenziale sull’esecuzione dando spazi minori al gutturale growl; il tutto, seppur eseguito in maniera magistrale, pare però alla fine poco fantasioso nei contenuti. In ogni caso, al momento, possiamo accontentarci così.

Track by Track
  1. Ela 70
  2. Tears 70
  3. Warriors Of The White War 65
  4. The Old Mimoid 65
  5. Pan 70
  6. Possession 65
  7. The Lighthouse 65
  8. Bigotten 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
67

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 15.11.2021. Articolo letto 490 volte.

 

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