Great Master «Thy Harbour Inn» [2021]

Great Master «Thy Harbour Inn» | MetalWave.it Recensioni Autore:
reira »

 

Recensione Pubblicata il:
01.12.2021

 

Visualizzazioni:
1200

 

Band:
Great Master
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Titolo:
Thy Harbour Inn

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Stefano Sbrignadello – Vocals & Flutes
Jahn Carlini – Guitars & Backing Vocals
Manuel Menin – Guitars & Backing Vocals
Giorgio Peccenini – Keyboards & Backing Vocals
Massimo David – Bass & Backing Vocals
Jack Lauretani – Drums

 

Genere:
Epic-Power Metal

 

Durata:
40' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
20.05.2021

 

Etichetta:
Undeground Symphony Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Great Master, band formatasi nel lontano 1994, torna con un nuovo EP, intitolato ‘Thy Harbour Inn’.
La proposta racchiude una sorta di rilettura relativa a dei canti marinareschi provenienti dalla tradizione anglo-sassone, di cui magari molti di voi avranno già sentito parlare o intonare in qualche evento o pub, chissà.
Quindi, dopo averci deliziati per anni con avventure, novelle e battaglie da corsari, la band veneta ha deciso farci ascoltare il lato più “leggero” della vita da pirata, quello più festoso, se vogliamo.
Con questa breve e doverosa premessa sappiamo a grandi linee cosa aspettarci e come affrontare questo viaggio sonoro.
Il primo brano è Randy Dandy Oh, un perfetto esempio di folk-epic power metal nel quale possiamo perderci in cori pirateschi e in un mood incalzante da battaglia.
All for me Grog mi ha un pò ricordato band come i Flogging Molly per il suo essere allegra e “ubriaca” di suoni, voci e colori, una bomba!
Un sapore di ballad permea il sound di Here’s a health to the company, l’atmosfera è introspettiva e delicata; Leave her Johnny cambia decisamente rotta sfiorando sonorità old school, risultando canzonatoria, diretta e catchy.
Veloce e piacevolmente dinamica Rolling down to old Maui si fa apprezzare per la grinta che riesce a trasmettere; eccoci a una versione acustica di Skull & Bones, la quale non perde la sua verve piratesca seppur spogliata di elementi che la rendano più aggressiva, per così dire.
Arriviamo a The Shantyman’s rundown, canzone accattivante e facile da ricordare sin dal primo ascolto grazie a un chorus abbastanza incisivo e martellante; Treasure Island è pacata, ma comunque intensa, terribilmente accessibile e bella.
Conclusione azzeccata con la versione da radio di Long John Silver: assolutamente un master piece ben studiato e di ottimo livello tecnico, nota di merito agli ultimi due minuti che vi lascio scoprire da soli per non rovinarvi la sorpresa.
Così finisce Thy Harbour Inn, un disco che ci ha letteralmente immersi in luoghi remoti e grezzi, ma anche vivaci e allegri.
L’atmosfera festaiola non ci ha mai abbandonati, anzi sembra proprio di essere entrati in alcune locande piene di buzzurri ad ascoltare racconti esagerati e ricevere pacche amichevoli che fanno strabordare i nostri boccali ricolmi.
Tornando alla triste realtà, i Great Matster hanno fatto un’opera che mi ha convinta e ammaliata dalla prima nota: sono riusciti nel difficile compito di trasformare dei canti marinareschi in brani metal senza snaturare nulla, ma aggiungendo il tocco power e folk assolutamente necessario .
Grande spazio hanno giustamente avuto i cori e i ritornelli, ma ciò non ha tolto spessore al notevole lavoro svolto dai ragazzi, una fatica che non ha intaccato il rispetto dovuto a questi inni.
Con ‘Thy Harbour Inn’ il gruppo veneto si riconferma uno dei migliori e più interessanti ancora presenti nel panorama metal, fieri di possedere una grande personalità e capacità interpretativa.
Bravi.

Track by Track
  1. Randy Dandy Oh 75
  2. All for Me Grog 75
  3. Here’s a Health To The Company 80
  4. Leave Her Johnny 75
  5. Rolling Down to Old Maui 75
  6. Skull & Bones (acoustic version) 80
  7. The Shantyman’s Rundown 80
  8. Treasure Island (acoustic version) 75
  9. Long John Silver (radio edit version) 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
78

 

Recensione di reira pubblicata il 01.12.2021. Articolo letto 1200 volte.

 

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