Iscuron «The Pursuit Of Unhappiness» [2021]
Recensione
Secondo disco per la one man band Iscuron, già messasi in evidenza con il proprio debutto autoprodotto ed intitolato The Pursuit Of Unhappiness, oggi affiancato da “The Nothing Has Defeated Atreyu”, un disco che si differenzia dal precedente per l’inserimento di elementi orchestrali al già noto black metal con cui l’autore aveva già avuto modo di farsi apprezzare. Sotto un profilo sonoro, le sei tracce del nuovo disco paiono maggiormente evolutive rispetto al debutto per l’inserimento di elementi orchestrali affiancati soprattutto da richiami alla musica medioevale ed atmosferica resi con l’ausilio di strumenti classici, folk ed elettronici. Probabilmente proprio questi ultimi, stante la resa discreta che ne determinano, a parere di scrive, sembrano a tratti prevalere un po’ troppo al punto da offuscare la vena più nera e malvagia dell’album. Nonostante il il buon e rauco scream, stessa cosa si ravvisa con i suono della chitarra che, pur essendo ben disposto, rimane al sotto del volume di registrazione del disco; le tracce rendono in ogni caso bene l’idea e l’iniziativa dell’autore di creare al meglio l’oscura atmosfera del black metal melodico ma forse, un minor richiamo al digitale, avrebbe dato una maggiore impulsività all’intero album rendendone meno monotono e più avvincente l’ascolto.
Track by Track
- This Fog Will Not Dispel 65
- The Pursuit of Unhappiness 60
- Europa 60
- Village Of The Evil Cult 60
- The Monastery Of Sorrow 65
- The North Star No Longer Shines 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
63Recensione di Wolverine pubblicata il 11.12.2021. Articolo letto 920 volte.
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