Wolf Theory «WLFTHRY» [2021]

Wolf Theory «Wlfthry» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
06.02.2022

 

Visualizzazioni:
748

 

Band:
Wolf Theory
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Titolo:
WLFTHRY

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Emi Camellini :: Vocals
Fabio Petrelli :: Bass Player
Teo Camellini :: Drums
Ivano Tomba :: Synth, Electronics, Guitars

 

Genere:
Rock Elettronico

 

Durata:
33' 35"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
05.02.2021

 

Etichetta:
Volcano Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Volcano Promotion
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Recensione

Sarà anche una unione di bands metal come Exilia (quelli che hanno aperto per i Rammstein per un tour) e Mellowtoy, e quindi forse un side project più che una band, ma per me i Wolf Theory con questo album di debutto arrivano a quei livelli di contaminazione elettronica di vario genere, che di fatto qui siamo ormai lontani dal metal e dal rock, con risultati neanche tanto paragonabili al metalcore, visto che lo strumento portante qui è la tastiera, e anche in misura minore la voce. Niente di male in questo, a parte forse il fatto che con queste sonorità non so a che punto c’entra più il metal trattato in questa webzine. “Wlfthry” però secondo me è un po’ come la sua copertina: cerca di essere tecnologico e sci-fi, ma perlopiù finisce per suonare un po’ asettico e non molto significativo.
Ciò che infatti secondo me affligge quest’album è infatti un’eccessiva produzione, che si preoccupa talmente tanto di far suonare bene i momenti meno rock tramite tricks vari, samples, ritocchi al pro tools e contaminazioni, che di fatto le canzoni perdono un po’ di efficacia nell’insieme. Ne sia un esempio il bel giro iniziale di “Ketoprophene”, che poi va a perdersi in mezzo a qualche lungaggine, e la stessa cosa dicasi per “Red light”, che comincia molto alla Rammstein, ma che subito rallenta e va a impantanarsi nel pantano tecnologico al momento sbagliato. Poi certo, anche se il difetto è costante, perlomeno ci sono alcuni episodi ben riusciti, come “Shadows” con una melodia ben funzionante, ma che curiosamente è anche uno dei brani meno rock di tutti, segno che (come accennato) ormai i Wolf Theory sono così addentro alle contaminazioni elettroniche, che per me il substrato metal o rock (voce urlata compresa) può essere eliminato, e lo dimostrano altri brani ok anche se con migliorie apportabili come “Overdose control”, praticamente jungle industrial, o il remix conclusivo, che chiaramente funziona meglio.
In altre parole, “WLFTHRY” è uno di quegli album che di fatto non è più né rock né metal. Certo, c’è una pellicola di rivestimento, ma resta il fatto che i brani sono riarrangiabili totalmente in versione electro, e a ‘sto punto la componente elettrica è quasi ridondante, per cui ci troviamo di fronte a questo strano ibrido, che non è completamente electro industrial, ma neanche più rock o metal. Se il sound più orientato alla tecnologia e meno al rock o metal è ciò che vi piace, provate a dare una chance a questo disco, anche se non so quanti estimatori di questa musica potrebbero esserci in questa webzine, visto il nome che ha.

Track by Track
  1. Naked 65
  2. Crocodile 65
  3. Ketoprophene 60
  4. Red light 55
  5. Hate n love 60
  6. Shadows 65
  7. Overdose control 65
  8. Snow 60
  9. Joker (Remix) 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
62

 

Recensione di Snarl pubblicata il 06.02.2022. Articolo letto 748 volte.

 

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