Crusade of Bards «Tales of the Seven Seas» [2022]

Crusade Of Bards «Tales Of The Seven Seas» | MetalWave.it Recensioni Autore:
reira »

 

Recensione Pubblicata il:
11.02.2022

 

Visualizzazioni:
744

 

Band:
Crusade of Bards
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Titolo:
Tales of the Seven Seas

 

Nazione:
Spagna

 

Formazione:
Eleanor Tenebre – voce
Eduardo Guilló – voce
Paolo Andreotti – tastiera, voce
Adrian Carrero – chitarre
Marc Brode – basso
Jorge “You” Homobono – batteria

 

Genere:
Symphonic Pirate Metal

 

Durata:
58' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
18.02.2022

 

Etichetta:
Rockshots Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Asher Media Relations
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Recensione

Già attivi da qualche anno, i Crusade of bards stanno per tornare sulla scena con una nuova fatica intitolata Tales of the seven seas, composto da ben quattordici tracce.
Noi, come sempre, abbiamo la fortuna di poter ascoltare il tutto con un pochino di anticipo e darvi un’idea, il più possibile oggettiva, di cosa vi aspetta, quindi mano alle cuffie.

Si parte con Anuri, un’introduzione evocativa che ci avvicina a piccoli passi al contesto musicale in cui si muove la band.
Con The Northwest passage entriamo nel vivo con un metal sinfonico veramente ben fatto in ogni sfumatura, dalla melodia ai cori, fino all’uso della chitarra che potrebbe persino spingere un filo in più, ma il risultato è più che gradevole.
A new world ha un sound più moderno, un pò in stile Nightwish per intenderci, ma questo non implica che la song non sia di impatto, anzi, risulta dinamica e diretta.
Un inizio folk per Dunkirk Privateers che ha poi uno sviluppo accattivante e trova il suo grido di libertà in un ritornello decisamente appassionante.
L’impetuosa Vento aureo, che avrei tanto voluto interamente in italiano o in spagnolo, ci immerge direttamente su una nave in tempesta, scossa dalle onde e sul punto di affondare, ma attraverso la tenacia di chi vi è a bordo, alla fine se ne esce vincenti e più forti che mai.
Attraverso Naupaktos ci addentriamo in un mood più aggressivo e oscuro che trova il suo spiraglio di luce nel ritornello etereo; la brevissima Manti ci porta direttamente a The red Charade, traccia che si snoda tra sfumature che vanno dal black al sinfonico, aggiungendo qualche traccia di folk, il tutto ben intrecciato e con una sua originalità.
Continuiamo con Hasard, melodica e potente, un must da esibire dal vivo: gradevoli i cambi di tempo che rendono la struttura più intrigante.
Un momento intimo e riflessivo con Samudr Ka Mandir, una song acustica a due voci che si fa da subito apprezzare e ci porta direttamente davanti a un falò sulla spiaggia, purtroppo solo con la fantasia, ma ci accontentiamo.
L’impetuosa Lies ashes appartiene a due mondi: da una parte abbiamo un sentore di metal classico molto influenzato dal grandissimo Fabio Lione, dall’altro il folk reso più oscuro e “brutale” dal growl, senza dimenticare il ritmo serrante evidenziato anche dalla chitarra che non si perde un colpo.
In Leap of faith troviamo un’atmosfera pacata, una melodia poco intricata che lascia spazio alle voci e alla loro interpretazione armoniosa.
Ci avviciniamo alla conclusione attraverso The white witch, una canzone quasi spogliata dalla musica in cui la cantante si esprime sfiorando note alte con estrema capacità tecnica ed imprimendo la sua personalità delicata in ogni parola rendendo il tutto particolarmente intenso, in qualche modo anche collegandolo alla piacevole outro, As above so below.
I Crusade of bards hanno creato un’opera di sicuro impatto, con tutti gli elementi al posto giusto per fare un percorso artistico completo e soddisfacente.
Nonostante il disco abbia una discreta durata, devo ammettere che non mi sono mai distratta e ho trovato interessante, addirittura affascinante, il tempo trascorso ad ascoltare la musica di questo gruppo, così ricca di colpi di scena e con degli ospiti di tutto rispetto, ma anche coerente.
Ho apprezzato la scelta di due voci in contrapposizione, come anche il fatto che non si sia calcata la mano sul soprano, spesso usato con troppa enfasi in questo genere.
Infine, come non citare la capacità di essere trasportati in una dimensione epica e fantastica con i suoi momenti bui, tempestosi, ma anche calmi e introspettivi.
Con Tales of the seven seas si fa un viaggio incantevole che da tempo non osavo più intraprendere, quindi non mi resta che consigliarvi questo album a occhi chiusi con la certezza che vi conquisterà.

Track by Track
  1. Anuri S.V.
  2. The Northwest Passage 70
  3. An Ocean Between Us – Part III – A New World 75
  4. Dunkirk Privateers 80
  5. Vento Aureo 75
  6. Naupaktos 75
  7. Manti (interlude) S.V.
  8. The Red Charade S.V.
  9. Hasard 75
  10. Samudr Ka Mandir 75
  11. Lies & Ashes 75
  12. Leap Of Faith 75
  13. The White Witch 75
  14. As above, so below (outro) S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
75

 

Recensione di reira pubblicata il 11.02.2022. Articolo letto 744 volte.

 

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