Dyrnwyn «Il Culto Del Fuoco» [2021]
Recensione
“Il culto del fuoco” è il secondo album dei romani Dyrnwyn, fautori di ciò che potrei definire in questa release fondamentalmente pagan metal, con solo qualche strumento folk in aggiunta, ma il cui mood non sfocia mai in un andamento ballabile.
Ricordo di aver sentito qualcosa di questa band, e di aver detto che la loro musica è ok, ma ci serve quel guizzo in più per farli un po’ uscire dal feeling di “disco di nicchia”, e invero qualche aggiustamento c’è rispetto al passato, tra cui una maggiore attenzione alla produzione, che pur sacrificando un po’ le chitarre mette in risalto il flauto donando un tocco molto folk, e inoltre il sound è diventato un po’ più compatto, sempre ambientato su dei tempi lenti alternati ad altri sporadici veloci, con un tiro sempre atmosferico, mai troppo aggressivo e comunque con un certo mordente che non rende i brani mosci, con il risultato di alcuni brani interessanti, come la title track (forse la migliore dell’album) e l’imponente “Vae victis”, oltre alla leggermente più corale “Sentinum”. Ne risulta dunque un album certamente interessante per gli amanti delle sonorità pagan, ma va comunque detto che dei margini di miglioramento ci sono ancora, e consistono nella fattispecie nel fatto che i Dyrnwyn secondo me devono scrollarsi di dosso qualche luogo comune di questo genere musicale, visto che secondo me compaiono troppi intermezzi parlati e/o declamanti, specie come quando in “Triumpe” si aggiunge anche il tono abbassato alla voce narrante, stratagemma già sentito diverse volte. Inoltre, a volte pare che i Dyrnwyn si fanno un po’ prendere la mano dall’evocatività della loro musica e si dimenticano anche di mettere un po’ più di idee, come ad esempio un qualcosa di più tipicamente metal tipo un assolo, che avrebbe dato più respiro all’album, o perfino un ritornello a volte, la cui assenza penalizza la già citata “Triumpe”.
In altre parole, qualche scioglimento delle articolazioni c’è, ma i Dyrnwyn sono ancora non con tutto il potenziale sfruttato. L’evocatività va bene e si sente un sound un po’ più variegato, ma si può fare di più.
Track by Track
- Il culto del fuoco 70
- Aurea Aetas 70
- Vae Victis 70
- Triumpe 55
- Le forche caudine 65
- Leucesie 65
- Sentinum 70
- Armilustrium - Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
67Recensione di Snarl pubblicata il 19.03.2022. Articolo letto 947 volte.
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