Endless Chain «Forthcoming Past» [2021]

Endless Chain «Forthcoming Past» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
25.04.2022

 

Visualizzazioni:
810

 

Band:
Endless Chain
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Titolo:
Forthcoming Past

 

Nazione:
Finlandia

 

Formazione:
Timo Molsa :: Guitars, Bass, Keyboards

 

Genere:
Metal

 

Durata:
44' 19"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
25.06.2021

 

Etichetta:
Rockshots Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Partiamo dalla fine: “Forthcoming past” della one man band finlandese Endless Chain è un album solo discreto, fortemente infastidito dal fatto che la sola mente del songwriter Timo Molsa non basta a far brillare i brani come dovrebbero, che invece richiedono più idee, osare di più e andare molto meno sul sicuro a livello.
L’ascolto di questo “Forthcoming past” è infatti strano, che comincia non male nella title track iniziale, per un risultato rock/metal abbastanza leggero che va bene ma anche che va sul sicuro, cosa che si ripete anche in “They’re the ones to fall”. Fin qui va tutto più o meno bene, ma è da “Hold out hope” che i problemi di “Forthcoming past” si manifestano: è un disco pieno di brani lenti da qui in poi e soprattutto molto canonico, che spesso suona come una serie di brani anche interessanti ma non completati, dove a parte il tema iniziale e un senso della melodia spesse volte dettata dalle linee vocali dei numerosi guest, non c’è molto altro e tutto è lasciato là un po’ com’è. Non fatto alla meno peggio, ma comunque tutt’altro che rifinito, e pertanto ci troviamo ad avere brani come “All of the above” che centra il mood ma non fa molto altro, brani come “A letter”, “Scars on me” e “The memories” che suonano molto canoniche e abbastanza insapori, e brani che francamente non hanno di fatto niente a che fare col metal o col rock, come la già citata “The memories” che potrebbe essere arrangiata in versione Depeche Mode.
In altre parole, “Fortcoming past” di Endless Chain è un riassunto di come fare dei brani non brutti, ma manieristici, che lasciano davvero il tempo che trovano, se non fosse per le buone capacità dei vari guest di spicco alla voce, e che soprattutto suonano come dei demo da presentare agli altri membri della band, secondo me. Il tutto per un risultato francamente dimenticabile. Non volevo bocciare quest’album perché non ho idea se Timo Molsa sia una persona senza esperienza e che con questo disco sta muovendo i suoi primi passi come compositore (in tal caso la stroncatura sarebbe ingiusta), ma resta il fatto che allo stato attuale per me questo disco non è metal, non è molto rock e soprattutto per me non merita di uscire sotto casa discografica. Spiacente.

Track by Track
  1. Forthcoming Past 65
  2. They're the ones to fall 60
  3. Hold out hope 55
  4. All of the above 55
  5. A letter 55
  6. Nothing more 55
  7. Feel 55
  8. The wild one 55
  9. Scars on me 55
  10. The memories 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
58

 

Recensione di Snarl pubblicata il 25.04.2022. Articolo letto 810 volte.

 

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