Intervista: Selvans

Nessuna Descrizione I Selvans sono attivi più o meno da 4 anni, ma da che si sono formati ci hanno messo ben poco a salire di livello dall'underground dei nuovi nomi appena arrivati a quello dei classici del Black Metal Italiano. E in uscita del nuovo album, il secondo "Faunalia", non potevamo perderci l'occasione di intervistare il mastermind Haruspex. In virtù del fatto che il nuovo album non l'abbiamo ancora ascoltato (L'intervista è stata compilata il 23 Ottobre), ed in virtù del fatto che molti colleghi vorranno chiedere un approfondimento di ogni singolo dettaglio dell'album, abbiamo preferito ripiegare per buona parte su di una retrospettiva sulla carriera musicale dei Selvans, sia da studio che da live. A tutti voi lettori di Metalwave, buona lettura!

 

Allora Haruspex, "Faunalia" E' ormai in procinto di essere pubblicato. Descrivilo dal punto di vista musicale, dal punto di vista lirico, quali sono secondo te le differenze stilistiche rispetto al vostro primo full length, nonché la sua realizzazione. Hai carta bianca!

Ciao, credo che di “Faunalia” si possa parlare come di un seguito del nostro primo album. Sia dal punto di vista musicale che da quello lirico, infatti, il terreno su cui abbiamo seminato è lo stesso, ma a 'sementi' già utilizzate in passato se ne sono aggiunte delle altre. Entrando nello specifico: musicalmente abbiamo sviluppato ulteriormente delle sonorità nostrane che avessero una connotazione più “recente” rispetto a quelle di “Lupercalia” che erano perlopiù radicate nella musica antica romana ed etrusca. Su “Faunalia” ad esempio potrai facilmente notare l'influenza di certo prog rock italiano piuttosto che di alcune colonne sonore di connazionali illustri che non serve stia qui ad elencarti. Stesso discorso per le tematiche trattate, che riguardano la parte oscura di leggende e superstizioni italiane di diverse epoche o semplicemente sensazioni legate ad alcuni luoghi mistici della nostra penisola. Spesso il tutto è ispirato a fatti odierni e non per forza connotati nell'antichità, se capisci cosa intendo, quindi mi viene abbastanza facile parlarne.

Sin da che i Selvans hanno pubblicato qualcosa sono diventati dei Modern Instant Classics, il che è una cosa che si vede molto di rado, perchè specialmente nel Black Metal Italiano si fa sempre un po' di gavetta nell'underground, mentre voi siete saliti praticamente subito di livello. Quand'è stato che vi siete resi conto di avere successo?

L'aver fatto in tre anni un buon numero di concerti, su palchi e scenari d'ogni livello mi sembra rappresenti già di per sé una gavetta della quale, a mio avviso, non siamo neanche a metà... Sinceramente, l'unico successo ottenuto e di cui tengo conto, è l'esser riuscito ad arrivare con coerenza ad un secondo album.

Il vostro successo non è solo su disco, ma anche da live, e voi siete divenuti una delle bands Black Metal Italiane che suona di più in giro, con tanto di tours europei di spalla a nomi famosi e con l'approvazione di qualcuno di questi. Raccontateci come avete ricevuto queste preziose possibilità, com'è andata e se volete spiegate ai neofiti di questo genere musicale come si può ambire a questi traguardi.

Non ponendoseli. Che razza di traguardo è quello di suonare con nomi famosi?! Certo, fa piacere ricevere complimenti da musicisti con una carriera ventennale, ma credo sia una conseguenza incidentale del fare le cose con rispetto per sé stessi, per chi ascolta la tua musica e per chi decide di puntare su di essa come labels, promoters ed in alcuni casi anche dei nomi famosi di cui parli. Sin dal primo EP sono arrivate proposte da persone che, senza dovercelo, nutrivano già un profondo rispetto per il nome Selvans, e abbiamo risposto unicamente a quelle che prevedessero una 'scommessa' sincera di terzi nei nostri confronti, per dirne una: non abbiamo mai ricevuto richieste di “pay to play”, ma puoi immaginare quale sarebbe stata la nostra risposta.

Ogni tanto ci si lamenta in giro di cose tipo "scarsa affluenza di pubblico" in Italia, "esterofilia", "mancanza di supporto", "le cover bands" etc. Voi siete stati all'estero a suonare più di una volta. Cambia davvero così in meglio la situazione all'estero? Com'era tutto quando eravate al vostro primo concerto all'estero e nessuno vi conosceva ancora?

Eravamo a Rotterdam, nel primo pomeriggio di domenica, prima band di un cartellone con Gorgoroth, Kampfar e Gehenna, il numero di spettatori superava abbondantemente il centinaio, ci conoscevano ed erano entusiasti nonostante “Lupercalia” fosse uscito da meno di due mesi; serve che aggiunga altro?
Per il nostro paese, non ritengo giusto dare la “colpa” ad un fattore in particolare: ad esempio, siamo portati ad essere “esterofili” perché si tratta di un genere che non fa parte del bagaglio culturale della nostra nazione. Io, nel mio piccolo, cerco di creare della musica estrema che all'estero sia immediatamente riconoscibile come una “via italiana” e al contempo possa rappresentare un motivo d'orgoglio per i miei connazionali. Riuscire in questo sarebbe già un importante traguardo per me.

A livello di bands, pubblico, organizzazione o di posti dove suonare dov'è che l'Italia va meglio rispetto all'estero, e dov'è che invece è mancante?

Impossibile fare una stima assoluta. Ogni situazione è diversa a prescindere dalla nazionalità. Un po' ovunque e con la stessa frequenza, ti capita di trovare il frustrato che prenderesti a schiaffi dopo cinque minuti o il dritto con cui sembra vi conosciate da una vita, così come posti magnifici e posti terribili, pubblico mummificato o esaltato all'inverosimile etc etc.

Qual è stata la migliore soddisfazione che avete ricevuto durante i vostri concerti? Puoi raccontarci più di un episodio se vuoi.

Non avendo feticismi riguardo a contesto, grandezza del palco e posizione nel running order ti direi: ogni volta che il pubblico reagisce come se fossimo la band “di successo” di cui parlavi qualche riga fa, e più che di “soddisfazione” parlerei di (piacevole) “stupore”.

A volte vi si definisce "Avantgarde", un termine che in passato era ormai quasi desueto nel Black Metal, e che ora è ritornato in auge. Vi rappresenta questa definizione musicale?

Credo succeda più per l'audacia di certe idee che per il sound. Mi sembra abbastanza evidente che Selvans non risponda a caratteristiche tipiche di un unico genere, e quello “Avantgarde” non fa eccezione.

Normalmente se si parla di avere un po' di successo nel metal italiano, subito tutti mormorano. Coi Selvans invece nessuno fiata e tutti rispettano. Perché secondo te?

Premesso che parlare di successo nel nostro caso ritengo sia sbagliato, probabilmente il solo fatto d'ispirare nel prossimo il rispetto di cui parli tramite la nostra musica, è già di per se un disincentivo anche per il più ostinato dei “mormoratori”. Credo si tratti di persone deboli che passano le giornate a rimuginare su fatti e opinioni altrui, quindi provare a sparare senza motivo su una band rispettata, rischiando di passare per i “matti del villaggio”, sarebbe l'unica cosa a terrorizzarli più di un nuovo album della band stessa.

Parliamo di ricezione dei gruppi Italiani all’estero: Intervistando gruppi o conoscendo persone dall'estero, ho notato che se si parla di metal e black metal italiano, moltissimi citano solo due o tre gruppi primordiali più famosi (per intenderci Mortuary Drape, Bulldozer...). Se si eccettuano rare citazioni ad altri gruppi più moderni, il leit motif è questo. Voi suonate molto in giro dentro e fuori Italia, e visto che cercate di invertire questa tendenza, mi viene da chiederti: come mai è così? Cerca di interpretare questa situazione.

Non si può generalizzare. I Forgotten Tomb ad esempio, sono conosciuti e rispettati in tutto il mondo (come è giusto che sia dato che si può dire che abbiano inventato un genere musicale). Credo che ciò di cui parli dipenda più da un discorso generazionale. Mi spiego: negli anni in cui uscirono le band “primordiali” di cui parli, non vi era questo tran tran quotidiano che troviamo oggi su social network da parte di labels, webzines, agenzie di promozione ecc. Credo che non ci fossero molti gruppi ad essere “imposti”, quindi si creava un naturale seguito per le band, senza limiti di luogo e tempo. In questo modo, la band italiana già di base aveva possibilità quantomeno “normali” di essere notata da un ascoltatore straniero poiché vi era una ricerca a priori che l'ascoltatore doveva farsi da solo.
Al giorno d'oggi invece, tutto questo processo è viziato da queste dinamiche da Internet le quali, piaccia o no, influenzano totalmente la ricerca di cui sopra. In questo modo, bands e albums hanno una sorta di “scadenza”, e non si tiene conto di cosa ci sia stato prima o che altro! Capirai che è ora meno che mai scontato che vi sia un genuino interesse nell'andare a scovare band di un nazione poco nota per questo genere, siano esse band recenti o storiche. Mesi fa, ad esempio, trovandomi in un backstage con dei coetanei norvegesi e austriaci di due band black metal, sono rimasto stupito, ma non troppo, di come ignorassero totalmente perfino l'esistenza dei Death SS.

In un'epoca come questa di frammentazione del linguaggio e dove discorsi caotici da social network tramutano l'opinione della gente in osservazioni labili e spesso marginali, è facile che il proprio discorso risulti troppo personale, non abbastanza profondo o anche stereotipato. Che tipo di messaggio vogliono lasciare i Selvans?

Un messaggio personale e sicuramente non stereotipato, per cui basta ascoltare e approfondire un minimo quel che facciamo... Per questo non faccio nulla per “convincere” gli altri tramite comunicati sui social networks, proclami nelle interviste o accodandomi ad una linea già stabilita da altre bands. Ritengo che non serva aprir bocca se il tuo progetto abbia di base già molto da dire (ndSnarl: Assolutamente d’accordo).

Dicci tre cose che una band Black Metal dovrebbe assolutamente avere secondo te per poter essere degna di questo nome, e tre cose che invece sono del tutto da evitare se si vuole stare in questo genere musicale.

Ne basta una e vale per qualsiasi genere musicale: essere ciò che si suona. Metto la massima sincerità e dedizione nella mia musica e sin dall'inizio ho cercato di attorniarmi delle persone giuste. Non pretendo di certo che Selvans sia anche loro emanazione, lo è mia e questo basta e avanza, ma chi suona con me dev'essere adatto allo scopo e disposto a comprendere ed adeguarsi al mio ordine di idee. Della coerenza altrui e di cosa fanno le altre band non mi importa granché e non mi ritengo una sorta di 'guru' tanto da poterti fare un decalogo di cosa fare e cosa non per "essere black metal".

Lascio a voi la postilla finale, e comunicateci i vostri prossimi concerti.

Ascoltate “Faunalia”, non ve ne pentirete.
Ogni aggiornamento sui live a questo link: http://www.templeofselvans.com/live/
Salute!

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Intervista di Snarl Articolo letto 3618 volte.

 


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