Intervista: Several Union
Direi che la prima domanda, a volte un po’ scomoda, sia rivolta a sapere quali sono i gruppi che vi hanno ispirato nel song-writing.
Sono molte le band che ci hanno influenzato, in generale molte di quelle che sono passate nel nostro stereo (praticamente un’infinità). Sicuramente i nomi più ricorrenti sono quelli di Alter Bridge e Stone Sour, che fanno parte del nostro bagaglio da tempo. Ma siamo molto attratti anche dalle atmosfere create dai Tool nei loro pezzi, mentre nel periodo in cui abbiamo composto le elettroniche abbiamo ascoltato molto band come Ill Nino, Sonic Syndicate e Raunchy.
A differenza dei gruppi che vi hanno ispirato, voi come pensate di salire qualche gradino della notorietà? Voglio dire, non ci prendiamo in giro, il metal è per pochi.
Sappiamo che nella musica, soprattutto nel metal, è difficile farsi notare e trovare sostegno per il proprio progetto. Dalla nostra abbiamo però la passione per la nostra musica che, insieme a tanto lavoro, finora ci ha portato davvero tante soddisfazioni. Penso che con il nuovo album non cambieremo questa combinazione: continueremo a scrivere musica (stiamo già componendo i pezzi per il prossimo album) ed a suonare live il più possibile, ovviamente sperando che molti dei progetti che abbiamo in cantiere vadano in porto.
Mi sembra che comunque si stia muovendo qualcosa anche in Italia. Che opinione avete del nostro panorama musicale?
Finora l’underground italiano è rimasto forse un po’ indietro rispetto a paesi come Germania ed Inghilterra, per non parlare dell’America. Lo sottolineo proprio perchè, confrontandoci con la realtà della nostra etichetta, l’attenzione per l’underground e per il metal è decisamente maggiore da loro. Però è vero, siamo un paese pieno di band valide e loro stesse per prime se ne stanno rendendo conto, movimentando un po’ il panorama ed investendo sulla loro musica. Del resto, siamo convinti che un mercato in crisi come questo potrebbe trovare le migliori scoperte proprio dagli emergenti, che di sicuro in Italia non mancano.
Come al solito arriviamo sempre in ritardo: pare che la crisi economica stia colpendo un po’ tutti, ed anche la musica che, per quanto importante, non è un bene necessario. Pare addirittura che quest’anno l’Heineken Jammin’ Festival subirà uno stop. Come si supererà secondo voi questo problema?
Beh, ce l’avevano detto da un po’ ormai e ce lo dovevamo aspettare che un mercato già debole come quello della musica ne avrebbe sofferto. Però sarebbe davvero un peccato perdere un “polmone” musicale come l’Heineken, che qui in Italia è un punto di riferimento nel panorama dei festival. Come abbiamo detto prima, la soluzione si può trovare proprio nell’underground, che è pieno di realtà davvero interessanti.
Tornando più strettamente a voi. Avete in programma un qualche tipo di tour? Magari di supporto a qualche nome grosso?
I progetti sono sempre tanti, a noi piace tenerci aperte le tutte le possibilità! Però possiamo dirti che stiamo organizzando un tour in Inghilterra, con il supporto della nostra etichetta che là gioca in casa. Ancora è tutto top-secret, ma presto arriveranno ottime news! Anche sul fronte italiano si stanno smuovendo un po’ le cose: proprio ora stiamo siglando ottime collaborazioni che dovrebbero offrirci a breve la possibilità di apparire vicino a qualche “nome grosso”.
Com’è il vostro impatto live?
Il live è da sempre la chiave del nostro sound. Per noi ogni concerto deve essere uno show, in cui il rapporto con il pubblico è centrale: cerchiamo sempre di interpretare la musica che suoniamo e di trasmettere tanta energia, anche a costo di qualche mal di schiena post-serata! Anche durante il song-writing diamo un’attenzione particolare all’impatto che possono avere i pezzi. Nella band siamo solo in quattro, ma ci teniamo ad ottenere un discreto muro di suono live: nei nostri pezzi infatti giochiamo spesso sull’alternanza tra parti pulite e riffing potenti, mantenendo una tensione sempre pronta ad esplodere.
Vi rimane naturale riproporre live i vostri pezzi? La resa sonora è ottimale come nel disco?
A dire la verità non è stato semplice portare questo album live. Durante l’esperienza in studio (che ci ha maturato molto come musicisti, anche nell’aspetto compositivo), abbiamo introdotto molte sovraincisioni ed elettronica, per affinare meglio il nostro sound. Così quando ci siamo trovati a suonare i pezzi, da una parte volevamo riprodurre il più fedelmente possibile al disco, dall’altra non volevamo rinunciare al nostro impatto sul pubblico: per questo abbiamo introdotto delle basi per l’elettronica ed inserito questa componente nei nostri show. All’inizio eravamo un po’ scettici, ma dobbiamo dire che si è rivelata davvero un’ottima scelta.
Come ho scritto nella recensione, la produzione è molto curata sotto tutti gli aspetti: volete parlarmi del riuscito connubio elettronica-non elettronica?
Era la nostra prima esperienza in studio con le elettroniche e, nonostante avessimo buona parte del materiale pronto da tempo, non sapevamo bene cosa sarebbe venuto fuori. Di certo in questo è stato fondamentale l’aiuto di “Paso” dello Studio73, con cui abbiamo avuto un ottimo feeling in studio e che ha curato insieme a noi ogni inserto elettronico, dando incisività ai pezzi, ma evitando che snaturassero il nostro sound.
Rimanendo sul discorso della produzione, l’artwork trasmette qualcosa: quanto ci avete studiato per realizzarlo?
In effetti ci ha impegnato parecchio anche l’artwork. Volevamo trasmettere qualcosa sin da prima che iniziasse l’ascolto e le idee in mente erano tante. Fortunatamente abbiamo trovato un’artista, “Isahn” (a cui dobbiamo un ringraziamento davvero speciale) che ci ha molto seguito e che ha avuto la pazienza di lavorare con noi su ogni idea e vedere cosa ne veniva fuori. Speriamo di aver “azzeccato” il risultato!
Per finire, avete un ultimo messaggio da lasciare ai nostri lettori?
Innanzitutto un grazie particolare a Metalwave per lo spazio che ci ha concesso e per il continuo supporto alla scena underground italiana, il vostro lavoro è importante. Ringraziamo anche tutti i lettori che sono arrivati a leggere fino a quaggiù e li invitiamo a fare un salto sulla nostra pagina di Myspace, anche solo per dare un’ascoltata ai nostri pezzi! Horns up!
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