Cryptopsy + Dew Scented + Aborted

Data dell'Evento:
22.02.2006

 

Band:
Cryptopsy
Dew Scented
Aborted

 

Luogo dell'Evento:
Alpheus

 

Città:
Roma

 

Promoter:
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Autore:
Blackwingangel»

 

Visualizzazioni:
2160

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Nessuna Descrizione E' mercoledì sera, un giorno qualsiasi per molte persone, c'è chi studia per gli esami all'università, chi torna dal lavoro, magari a pezzi, c'è chi pianifica una serata davanti alla tv per vedere la squadra del cuore o anche chi sfrutta le olimpiadi invernali per farsi una cultura su delle discipline mai viste e sentite, tipo il curling.
C'è chi, come me, invece è disposto a farsi 500 chilometri da solo, per andarsi a vedere un concerto, ma non un concerto qualsiasi, uno di quelli così rari e memorabili di cui spesso ci si può vantare e dire 'io c'ero!!!' e notare, con una certa soddisfazione, lo stupore e l'invidia della gente.
Mercoledì 22 febbraio 2006 all'Alpheus di Roma infatti ha avuto luogo uno di quegli eventi che è difficile dimenticare: i Cryptopsy hanno fatto la loro comparsa dalle lande canadesi, da cui molti sono ancora convinti possa venire solo l'hochey o Avril Lavigne, e hanno portato in questo paese, spesso troppo chiuso a novità e nuove sonorità, il loro messaggio, la loro musica.
L'affetto e l'ammirazione che provo per questo gruppo sono difficili da descrivere, il loro primo disco che ho avuto l'onore di ascoltare è stato 'Whisper Supremacy' e da li per me sono stati aperti nuovi orizzonti e nuovi approcci di cui ancora sono grato debitore.
Arrivato al locale vedo subito che il pubblico è quello delle occasioni di nicchia, carpendo discussioni un po' qua e un po la, mentre mi fumo un paio di sigarette, sento che non solo io sono in fermento non solo per gli head liner ma anche per gli altri gruppi che presenzieranno alla serata: gli Aborted e i Dew Scented.
Ancora il locale è semivuoto e gli astnati sono dispersi, presi dalle delizie del bar e dalle scintillanti e allettanti bancarelle del merchiandise, quando vedo una ragazza, anche molto carina, che imbraccia un basso fretless verde e inizia a spiticchiare con la testata dell'amplificatore, due loschi figuri prendere le chitarre e un simpatico elemento sedersi dietro la batteria e inforcare un bel paio di cuffie.E' l'inizio del massacro.
Gli Aborted, con una line up radicalmente cambiata, salgono su palco e danno subito prova dei quello che sono capaci di fare: partono con la opener della loro ultima fatica discografica:'Dead Wreckoning'.
Tutti coloro che si erano attardati tra balocchi alcolici e accattivanti gingilli brandizzati vengono subito riportati alla realtà e si fiondano sotto il palco per scaldare il collo e la testa con uno sfrenato headbanging.
La performance di questi ragazzi provenienti dalle liberali lande belghe è qualcosa che raramente si ha l'opportunità di sentire, attingendo a piene mani da entrambi i loro dischi propongono un brutal death pauroso, sia dal punto di vista tecnico che esecutivo; Sven De Caluwe, la voce della canneficina, scandisce con una brutalità e una disumanità impressionanti i passi delle malate concezioni di questo gruppo, aizza la folla e sembra avere il collo snodato come quello di una barbie quando si tratta di sbattere la testa, anche gli altri elementi del gruppo, benchè lo spazio sul palco sia poco, riescono a fare la loro figura scenica.
I 45 minuti(troppo pochi dam mio punto di vista) passano veloci come il drumming di Gilles Delecroix, batterista che mi ha lasciato decisamente senza parole per la precisione e la velocità, un vero e proprio fenomeno a mio modo di vedere, a suo agio con qualsiasi tempo, dal più cadenzato, ai blast più infernali, alcune perle del loro repertorio vengono snoccialate agli astanti con una facilità quasi disarmante: 'Gestated Rabidity', 'Hecatomb', 'Threading on Vermillion Deception', sono solo alcune delle canzoni con cui hanno devastato il locale.
Devo fare un ultima lode al gruppo per la compattezza e la pulizia dell'esecuzione, effettivamente sembrava di ascoltare il disco per quanto era precisa, un ultimo appunto va fatto alla bassista, Olivia Scemama(Garwall), che mi ha stupito sia per il fatto di suonare in un gruppo di tal fatta e soprattutto per la sua bravura, precisa al millesimo con la batteria e con le ritmiche delle chitarre, anche lei veramente un fenomeno.
Purtroppo il tempo è tiranno e anche un gruppo di tal fatta è costretto a scendere dal palco dove ancora il sangue è fresco, per lasciare il passo ai Dew Scented.
Risolti i problemi relativi ad una cassa della batteria, da quello che ho potuto intuire guardando il batterista imprecare in quella musicale lingua quale è il tedesco, contro questo componente, anche loro possono dare il loro contributo alla serata portando dalle austere terre germaniche un trash metal di ottima fattura, niente di nuovo sotto il sole comunque, il classico gruppo “qudrato” se mi consentite il termine, molto preciso, un bel ripasso del genere per gli appassionati insomma, non mi hanno fatto una grande impressione anche perche i problemi con la batteria sono tornati fuori a metà concerto contringendo il batterista a limitare i danni. Ammirevole la carica che hanno portato sul palco per la presentazione del loro nuovo disco 'Issue VI', soprattuto il cantante Leif Jensen, ha dato prova di grande esperienza.
'Processing Life', 'Turn To Ash', 'The Prison Of Reason', sono alcune delle canzoni con cui ci hanno deliziato, senza risparmiarsi, a differenza di molte band tedesche hanno mostrato di avere un grande impatto emotivo al live, cercando di coinvolgere il più possibile l'auditotorio, che non si è risparmiato nell'agitare i capelli e a scatenare infernali sessioni di pogo.
Una volta finito anche questa parte della serata noto con mio grande piacere che il locale si è riempito e per essere mercoledì sera di gente ce ne sta veramente tanta, una stima mi porta a pensare che saranno state almeno 100- 150 persone, esco per fumarmi l'ultima sigaretta prima del momento che tutti aspettano, l'entrata in scena dei Cryptopsy.
Rientro e noto con piacere che il palco è in fermento e soprattutto la batteria di Mr. Mournier e stata scoperta e il legittimo proprietario sta gia prendendo misure e dimestichezza con il suo strumento, le testate delle chitarre sono accese e l'attesa è palpabile, prendo posizione in una zona il più possibile centrale ed estraggo i miei fidati tappi per le orechie per apprezzare al meglio tutto lo spettacolo.
Le luci si spengono e parte il nastro iniziale, i nostri eroi si dispongono fronte agli amplificatori, dando le spalle al pubblico nell'attesa che il Lord Worm, il maestro delle cerimonie, si faccia vivo sul palco, finalmente arriva con uno spolverino di pelle, dei guanti neri e una capigliatura quasi improponibile, prende il microfono e lo spettacolo ha inizio.
La opener è White Worms e subito tutti rimangono senza fiato, non c'è neanche la volontà di fare headbanging, tanta è la paura di perdere un passaggio della canzone, la folla sembra ipnotizzata da quello che stanno combinando i cinque canadesi sul palco, Flo Mournier si dimostra senza ombra di dubbio il miglior batterista di metal estremo che sia in circolazione insieme e Derek Roddy degli Hate Eternal, quello che riesce a fare ha spesso dell'impossibile, Eric Langlois al basso unisce magnificamente slap, tapping e pizzicato facendolo sembrare la cosa più semplice del mondo, Alex Auburn sembra non avere pace sulla sua chitarra e macina riffs di tutti i generi senza battere ciglio seguito egregiamente dal touneista preso per supplire l'assenza di Jon Levasseur.
Tutta la loro discografia viene rivisitata e si passa da 'Abigor' di 'Blasphemy Made Flash' a 'In The Kingdom Where Everything Dies, The Sky Is Mortal' dell'ultimo 'Once Was Not', senza pietà, senza remore, senza scrupoli per le orecchie degli spettatori, che sembrano come pietrificati davanti a quello che sta accadendo sul palco, note su note, beat su beat investono la platea, è difficile descrivere quello che stava avvenendo sul palco, una lucda follia musicale portata all'estremo della concezione e delle possibilità umane; Lord Worm, quasi etereo sul palco, ringrazia garbatamente al termine di ogni pezzo, consapevole che fomentare la folla sarebbe del tutto inutile e fuoriluogo, fa il possibile per non far emergere i limiti della sua veneranda età, cosa che purtroppo ha macchiato una performance che sarebbe stata memorabile, a scapito della pulizia e della precisione dei cantati, troppo spesso simili a ragli incomprensibili e monotonali.
Altre perle regalate al pubblico sono '...and then it Passes ', 'The Grave of the Fathers' , 'My Prodigal Sun', eseguite con una precisione quasi maniacale, senza sbavature e senza incertezze, a parte un inconveniente con il pedale del pulito per Auburn che gli ha ritardato il cambio dell'effetto su un paio di pezzi; tutto si svolge come mi ero aspettato, un'ora e mezza circa passata a bocca aperta, rapito e affascinato dalla musica, inconsapevole ed incosciente di quello che accadeva intorno, riportato alla realtà solo dagli applausi alla fine di ogni pezzo. La degna chiusura è lasciata a 'Phobophile' che pone la parola fine allo spettacolo.
Come tutte le cose belle anche questo evento ha avuto una fine, occorsa per la maggior parte delle persone, troppo presto ma tant'è che mi sono ritrovato all'esterno del locale con una sigaretta in bocca e ancora l'immagine vivida di Lord Worm che salutava la folla....
Uniche due pecche della serata secondo me, oltre alla voce del caro 'signor Verme', sono state i livelli dei volumi, regolati, dal mio punto di vista, non alla perfezione come per i gruppi precedenti, infatti la cassa della batteria ha toccato punte spropositate in certi frangenti, eclissando il resto degli strumenti e poi la mancata esecuzione di 'Cold Hate, Warm Blood' uno dei pezzi migliori mai concepiti da mente umana, ma pazienza, nessuno è perfetto, neanche i Cryptopsy......
Finita la sigaretta e tirate sbrigative somme sul concerto con qualche amico incontrato per l'occasione, il momento di tornare a casa è prossimo e mestamente mi avvio verso la mia fedele cavalcatura, riprendo l'Ostiense e mi ritrovo sul GRA in direzione Firenze, percorrendo la strada opposta a quella fatta all'andata, come l'eterno ritorno dell'uguale nietscheano richiede, esausto ma soddisfatto e consapevole dei aver assistito ad un evento che effettivamente sarà difficile ripetere.

 

Immagini della Serata

 

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