Burning Rome «The New Era Begins» (2016)
Recensione
Cosa succede se unisci l’alternative al metal con poco rock e alle chitarre ribassate tipo Southern/groove? Ottieni, più o meno, questi Burning Rome da Torino, un buon esempio di come il cosiddetto alternative metal non deve suonare piatto o mezzo fighetto. Lo si sente sin dall’opener “Silence and me”, grintosa e imponente grazie ad un buon lavoro del chitarrista, nonché del cantante, che riesce a donare pathos e climax crescenti all’interno della canzone, e per questo poi i BR azzeccano anche brani come “Lonely boy”, “The art of bleeding” e “The second wave”, riuscendo anche a variare la proposta a tratti, come nella conclusiva e più struggente “This is the place”, o nella più tipicamente melodeath “The same old story”.
Tuttavia, i Burning Rome hanno anche qualche piccolo limite che non fa sfruttare appieno il potenziale che hanno; niente di grave, questione forse di maturità stilistica ancora da avvenire, ma durante “The new era begins” si avverte comunque della monodirezionalità e una certa difficoltà della band a proporre qualcosa di diverso, tanto è vero che un paio di brani suonano filler, o una semplice prosecuzione del brano precedente, a cui appunto somigliano, come ad esempio “Who do you think we are” che somiglia alla comunque non eccezionale “Into Shadows”, oppure una “Gravity” lasciata un po’ a sé stessa e una “Never Never” onestamente dove l’ispirazione va scendendo. Appare dunque evidente che per quanto il sound sia potente e muscoloso, appare anche un po’ troppo fisso, con poche variazioni tra canzone e canzone, ed è qui che i Burning Rome possono migliorare in futuro.
Ad ogni modo, nonostante non sia del tutto maturo, “The new era begins” è un disco avvincente di Alternative/Southern Metal, consigliabile all’acquisto dei fanatici del genere, specialmente se la vostra seconda pelle è fatta di una maglietta dei Down. E speriamo bene per il secondo album.
Track by Track
- In hoc signo vinces - Intro S.V.
- Silence and me 75
- Lonely boy 75
- Never Never 65
- The art of bleeding 80
- Into shadows 65
- Who do you think we are 65
- The second wave 75
- The same old story 70
- Gravity 65
- This is the place 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
71Recensione di Snarl » pubblicata il 29.11.2016. Articolo letto 1540 volte.
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