En Declin «A Possible Human Drift Scenario» (2019)

En Declin ĞA Possible Human Drift Scenarioğ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
01.04.2020

 

Visualizzazioni:
2334

 

Band:
En Declin
[MetalWave] Invia una email a En Declin [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di En Declin [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di En Declin

 

Titolo:
A Possible Human Drift Scenario

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Maurizio Tavani :: vocals
Andrea Aschi :: guitars
Marco Campioni :: drums, percussions, laptop

 

Genere:
Post Metal / Dark Rock

 

Durata:
48' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
13.09.2019

 

Etichetta:
My Kingdom Music
[MetalWave] Invia una email a My Kingdom Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di My Kingdom Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di My Kingdom Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di My Kingdom Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di My Kingdom Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di My Kingdom Music

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Devo essere sincero: non conoscevo gli En Declin, ma una volta sentito il loro nuovo “A possible human drift scenario”, decisamente approfondirò, poiché questo è uno dei migliori dischi di musica Post recensiti da un bel po’ di tempo, che riesce a suonare in questi 48 minuti toccando sia i ben noti Klimt 1918, sia i Porcupine Tree più atmosferici, passando per tutto ciò che ci sta in mezzo, con un’eccelsa competenza e tiro delle competizioni.
Sembra incredibile, ma è così. In un tempo in cui la musica Post sembra essere un corollario di pochezza di idee musicali ma con tutto camuffato da tanti echi, riverberi etc, gli En Declin mettono in riga tutta una serie di wannabes di questo genere musicale proponendoci un sound terso e arioso, che a volte si rifà al Post Rock, e altre volte a qualcosa di darkwave, il tutto in una diversa formula compositiva tra brano e brano, che si fa notare nella gradevole “The becoming”, passando per il mood atmosferico e molto comunicativo tipo Procupine Tree di “Gea” e “Das Eismeer”, le tentazioni electro di “Caronte” e quelle più cantabili di “Undressed”, anche se il tocco di classe che svetta maggiormente per me è dato da “The average man”, un brano del tutto post che in 3 minuti e tre quarti riesce a fare ciò che tanti non riescono a comunicare neanche nel doppio dei minuti. Al limite, trovo meno riusciti i momenti in cui gli En Declin suonano poggianti perlopiù sulla voce, come in “Mr. Lamb” e “Social legit limbo”, perché da sola essa non basta, e occorre aspettare che le tracce vocali si stratifichino per avere qualche effetto anche da questa soluzione stilistica. Conclude una cover inconsueta e stravolta di “Another day in paradise”, che francamente non mi piace, ma essendo solo una cover, non inficia il risultato finale.
E il risultato finale consiste in un gran bel centro per gli En Declin, che per me si proiettano a un livello italiano paragonabile a quello di gruppi come Klimt 1918, Soviet Soviet e in generale i migliori di questo genere in Italia, paragonabile a certe cose degli ultimi Anathema e Katatonia, per intenderci. Così si fa!

Track by Track
  1. It's time to give it the boot 75
  2. The becoming 80
  3. Gea 85
  4. Caronte 85
  5. Undressed 85
  6. Mr. Lamb 75
  7. Das eismeer 85
  8. The average man 85
  9. Social legit limbo 75
  10. Another day in paradise (Phil collins cover) S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
82

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 01.04.2020. Articolo letto 2334 volte.

 

Articoli Correlati

News
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.