G.A.E.A. «The Final Hours of Humanity» (2023)

G.a.e.a. «The Final Hours Of Humanity» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Sabba Maledetto »

 

Recensione Pubblicata il:
06.03.2024

 

Visualizzazioni:
434

 

Band:
G.A.E.A.
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Titolo:
The Final Hours of Humanity

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Giuseppe "Buzz" Niccolò, voce, chitarra, basso, batteria e synth

 

Genere:
Progressive Death Metal

 

Durata:
41' 33"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
15.12.2023

 

Etichetta:
Hurricane Entertainement
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Un giorno, mentre ero a lavoro, mi contatta il mio amico Giuseppe Niccolò - conosciuto come Buzz all'interno del circolo underground della musica metal calabra - e mi chiede se avevo voglia di recensirgli un progetto sonoro parallelo per Metalwave.
Al ché, conoscendo Buzz ed avendo già avuto l'onore di recensire i Memories Of A Lost Soul ed i Traumagain e perciò consapevole del talento musicale del mio interlocutore, non ho potuto in alcun modo rifiutare ed ammetto con soddisfazione di aver fatto molto bene ad accettare la presente lavorazione perché anche questo progetto, nonostante ci voglia un orecchio molto più raffinato rispetto alle prime due band nominate, mette in luce un altro spettacolare estro musicale di Buzz.
G. A. E. A. è il nome di questo nuovo gruppo musicale che esordisce con l'album The Final Hours Of Humanity, una one man band in cui Buzz dà libero sfogo al suo ingegno ed abilità nel suonare una chitarra ad otto corde, un basso fretless a cui si aggiungono i sintetizzatori con l'intento di dare forma ad atmosfere che intrecciano con ineffabile maestria le varie correnti che vanno dal prog al death metal fino ad arrivare a sonorità più melodiche di stampo goth.
The Final Hours Of Humanity è un concept album che parla della distruzione del pianeta Terra e del conseguente abbandono da parte degli esseri umani per colonizzare un nuovo pianeta abitabile di nome Enceladus assistiti dalle Forze di Difesa Galattiche (Galactic Aliens Extermination Armada, G. A. E. A., per l'appunto) che li raccolgono in una nave madre per guidarli in un viaggio fra i meandri dell'universo alla volta di Enceladus.
Distorsioni letali e plettrate feroci si propagano nell'aria con una furia devastante; lamate sanguinolente colpiscono selvaggiamente in piena faccia squarciando ogni singolo lembo di pelle, senza tuttavia finalità grezze ed anarchiche; lo stile ha il suo tecnicismo calcolato fin nei minimi dettagli affinché il suono prodotto dalla chitarra sia sì distruttivo e senza esclusione di colpi ma anche con un flusso ben controllato e calibrato al tempo stesso.
Il basso, privo di tasti, permette una maggiore diffusione sonora con un conseguente allungamento e potenziamento della nota ed una propagazione decisamente possente del suono espresso che si sente così ad una potenza raddoppiata.
La batteria è una scarica di colpi tempestosi e martellanti che accompagnano il filone virtuoso dominante in tutto l'album tenendo il tempo ad una precisione che non sfora il millisecondo e conservando l'energia caratteristica delle estreme risonanze del death metal.
I suoni del sintetizzatore, ormai elemento quasi onnipresente nei gruppi metal di ultima generazione, sono responsabili di un lieve "addolcimento" della durezza delle ritmiche a causa di note più "classiche" e progressive la cui funzione è quella di "dipingere" paesaggi sconfinati e sovrannaturali che si susseguono uno alla volta in questo immaginario fantascientifico dalle caratteristiche oniriche molto simili a quelle che si incontrarono in Somewhere In Time e in Seventh Son Of A Seventh Son degli Iron Maiden nei lontani anni '80.
L'intramontabile e furente ringhio di Buzz emerge da queste profondità arcane e misteriose seppur in modo alquanto più ponderato e meno brutale alternandolo a voci più pulite ed armoniose dimostrando di essere un cantante in grado di saper padroneggiare qualsiasi stile richiesto per le sue corde vocali.
Eccezionale, inarrivabile, straordinario: non ci soni altre parole per descrivere The Final Hours Of Humanity del progetto G. A. E. A.; un disco dove tecnica e prodezza musicale sono al centro di tutto per scaraventarci verso un'odissea planetaria attraverso la volta stellare dove il nostro animo si piega basito al cospetto dell'infinita vastità del cosmo.
Un disco sicuramente molto elaborato e complicato ad un primo ascolto, ma che vi saprà conquistare senz'altro grazie alle favolose liriche che vi guideranno attraverso gli abissi dello spazio alla scoperta dei segreti in esso racchiusi.

Track by Track
  1. First Encounter 75
  2. The First Great Battle 80
  3. Terraforming Enceladus 85
  4. Where Reality Collide S.V.
  5. We Are The Resistance 80
  6. No Tomorrow 80
  7. G. A. E. A. 70
  8. TON618 75
  9. My World Was Forgotten Colours 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Sabba Maledetto » pubblicata il 06.03.2024. Articolo letto 434 volte.

 

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