G.R.I.M. «Descensus ad Inferos - Shades of Sheol» (2019)

G.r.i.m. «Descensus Ad Inferos - Shades Of Sheol» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
18.02.2020

 

Visualizzazioni:
1462

 

Band:
G.R.I.M.
[MetalWave] Invia una email a G.R.I.M. [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di G.R.I.M. [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di G.R.I.M. [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina SoundCloud di G.R.I.M.

 

Titolo:
Descensus ad Inferos - Shades of Sheol

 

Nazione:
Norvegia

 

Formazione:
Gimse :: Vocals
Knut Martin :: Drums
Dan Are :: Guitars
Øystein :: Guitars
Hans Marius :: Bass

 

Genere:
Doom Metal

 

Durata:
41' 49"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
01.11.2019

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I G.R.I.M. sono un quintetto norvegese che propone un primo album praticamente autoprodotto e davvero stupefacente di ciò che loro chiamano “doomish” metal, e che consiste in una vera e propria litania del dolore.
In pratica, per questo “Descensus...” immaginatevi un doom molto eclettico e cangiante, dove ai consueti tocchi oscuri e negativi viene aggiunta tutta una serie di idee che rendono il risultato finale spiazzante e imprevedibile, che parte da arpeggi complessi tipo ultimi Xasthur (quelli non metal, per intenderci), voci sornione che ammantano l’opener, e abbinate ad un sound altre volte molto più grezzo. Unite ancora riffs stralunati che aprono il secondo brano per un risultato volto all’insegna del decadentismo proposto in tante guise cangianti, e condite il tutto con moltissime disarmonie o melodie scomposte e disastrate a piacere. Il tutto per un risultato complesso, lavorato e molto sfaccettato, eppure incredibilmente poliedrico, con la conclusiva “Push the button” che suona leggermente più canonica e doom, ma che riesce a suonare come un delirio che a volte è funereo e altre caotico, per un risultato che lascia a bocca aperta.
Il doom dei G.R.I.M. non suona sfacciatamente negativo, intimista e minimale come tanti gruppi depressive: suona sofisticato e sfaccettato, ma sempre volto alla matrice della decadenza, filtrata forse dagli occhi di qualche anima distaccata in una casa isolata sperduta in Norvegia in cui questo disco è stato partorito. Standing ovation!

Track by Track
  1. Diary of a Misanthroposophist 80
  2. The decline of society 85
  3. The age of misology 80
  4. Push the button 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
81

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 18.02.2020. Articolo letto 1462 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.