Intervista: Biomechanical
Ciao John, Comincia parlandoci un po’ dei Biomechanical. Sappiamo che sono partiti come un tuo progetto. Qual è il “perché” della loro esistenza, cosa, ad un certo punto della tua carriera, ti ha fatto sentire la necessità di dare vita a questa creatura e di abbandonare una realtà già avviata quale erano i Balance Of Power?
I Biomechanical sono una vera e propria band e non semplicemente un progetto personale. Io sono il fondatore e l’autore dei pezzi ma funzioniamo come una band da ogni altro punto di vista inoltre, sono entrato a far parte dei Balance of Power molto tempo dopo essere entrato a far parte dei Biomechanical. Ho aiutato i ragazzi a registrare “Heathen Machine” ma come avevo dichiarato da subito i Biomechanical restavano comunque la mia band principale e a loro stava bene. Sfortunatamente, mantenere gli impegni con entrambe le band mi risultava piuttosto difficile per cui ho deciso che la cosa migliore fosse lasciare i Balance of Power e concentrarmi sulla mia band.
I vostri primi due album girano attorno allo stesso concept ideato da te, c’è chi parla di tue visioni tramutate in immagini e musica. Ci potresti dare dei chiarimenti al riguardo?
Personalmente, scrivo musica come se stessi scrivendo la colonna sonora di un film. Considero un album come un’unità e non lo concepisco come composto da tracce separate. Trovo l’utilizzazione di questo metodo, migliore dal punto di vista strutturale e ritmico, inoltre, ritengo che in questo modo gli albums risultino più fluidi . Mi piace mettere il mio lettore CD in play ed ascoltare un album senza interruzioni, ed è esattamente l’intento che vorrei dare con i nostri album.
Al vostro secondo lavoro avete firmato per una delle più importanti etichette metal del mondo, la Earache Records. Presupposto che non è da tutti raggiungere un traguardo del genere in così poco tempo, cosa credi sia cambiato adesso per voi? Pensi che i Biomechanical siano passati ad un altro livello rispetto al vostro (comunque eccellente) debutto “Eight Moons”?
Sapere che la Earache voleva mettere i Biomechanical sotto contratto, per noi è stata una bellissima notizia. Inoltre la cosa è anche successa tramite Lee Barrett, già scopritore di altre grandi band come gli Opeth (tanto per dirne una). Bhe, io non direi che ci abbiamo messo poco tempo, il tempo impiegato cercando di creare buone opportunità per i Biomechanical è stato veramente tantissimo. Dire che non abbiamo avuto la nostra buona sporta di problemi sarebbe un’eresia. Abbiamo lavorato duramente per raggiungere i risultati che stiamo raggiungendo ed ora è fantastico scoprire che alla gente piace quello che facciamo.
Con “The Empires Of The World” il vostro sound si è irrobustito parecchio rispetto al predecessore arrivando addirittura a sfoghi musicali accostabili al metal più estremo. Da cosa è dipeso questo cambiamento? A quale versante del metal vi sentite più vicini?
Ho sentito l’esigenza di dover dare a questo album sonorità più dure, ma, in termini di energia, “Eight Moons” (il precedente – n.d.r.) presenta la stessa potenza ed aggressività. Il suo sound è diverso, è più melodico rispetto a “The Empires Of The World”. Comunque, alla fine noi suoniamo Metal, è il suono proviene dalle sonorità più pesanti caratteristiche della Musica Heavy. Il risultato è quello che ascolti sui dischi. Ci piacciono tutte le influenze apportate fino ad ora e non sceglieremmo di accostarci ad un genere al posto dell’altro.
Avete avuto recensioni entusiastiche in tutto il mondo, da molti siete definiti “il Futuro del metal”! Cosa ha determinato nel vostro spirito artistico tutta questa approvazione? Ve lo aspettavate o siete andati ben oltre le più rosee previsioni?
Siamo rimasti esterrefatti! Non ci aspettavamo assolutamente tali risultati, dodici 10/10 e molti 9 e 8/10. Sembrerebbe da cliché ma in questo caso è assolutamente vero. Non ci aspettavamo una tale reazione! Il futuro del Metal? Speriamo di essere all’altezza di queste parole. Una cosa è certa: siamo sempre alla ricerca di qualcosa di diverso da quello che abbiamo fatto nel lavoro precedente (naturalmente non discostandoci dallo stile della band) e vorremmo rinvigorire il Metal in questo secolo. La musica metal più potente emerge dall’eredità che ci hanno lasciato le grandi band del passato.
Cosa pensi di chi ti definisce “L’erede di Rob Halford”? Quanto ha determinato la tua formazione artistica l’eccentrico front man dei Judas Priest?
Per il sottoscritto Halford è il miglior cantante di tutti I tempi. E’ un grande onore per me essere paragonato a lui.
Presto farete un tour in Italia per la prima volta nella vostra carriera. Cosa vi aspettate da questa esperienza?
Ci divertiremo, suoneremo il nostro repertorio e spareremo due tonnellate di fuochi d’artificio!!! Non è un Metal Show senza fuochi d’artificio! (Sto scherzando naturalmente - sono TRE tonnellate di esposivo!!! He he he!) Comunque abbiamo intenzione di divertirci e offrire un ottimo show.
Cosa pensate della scena metal italiana? Ci sono delle band che vi piacciono particolarmente?
I Warchild sono eccezionali e ho sentito dire che ci sono molte ottime Thrash bands.
Io penso che la qualità delle band al giorno d’oggi sia fenomenale.
Cosa c’è nel futuro dei Biomechanical? State lavorando a del nuovo materiale? Avete in previsione Tour Mondiali più estesi?
Al momento stiamo componendo del materiale per il nostro nuovo album che si intitolerà “Cannibalised” ma non abbiamo intenzione di registrarlo per adesso in quanto stiamo ancora promuovendo “The Empires of the World”. Stiamo discutendo con la nostra agenzia sulle future date dei nostri concerti per cui presto ci saranno novità a riguardo.
Ok John, saluta i metalheads italiani che presto avranno la possibilità di vedervi dal vivo.
Grazie a voi per l’intervista.
Metal on dudes! Ci vediamo prestissimo!
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