Intervista: Black Eternity
BurdeN :: Allora Black Eternity, che ne dici di iniziare la nostra intervista riassumendo la storia del tuo personalissimo progetto musicale?
Emanuele :: Si può parlare di nascita del progetto nel 2000, quando cominciai a sentire il forte bisogno di esternare ciò che non riuscivo a fare attraverso le semplici parole. Ma non subito riuscii a mettere in piedi ciò che avevo in mente, sia per la mancanza di tempo, sia per la mia scarsa conoscenza delle tecniche di registrazione che avevo allora. Finalmente nel 2002 riuscii a concretizzare quello che avevo in testa: fu infatti allora che vide la “luce” il mio primo demo omonimo. Nel frattempo continuai a scrivere materiale, materiale che in parte è finito nel mio ultimo demo “…and the petals fell…” pubblicato nel 2004.
BurdeN :: Come è stato accolto dalla stampa il tuo precedente e omonimo debut demo “Black Eternity”?
Emanuele :: Il precedente demo non fu accolto poi così male, sinceramente mi aspettavo di peggio. Sono consapevole che la qualità artistica di quel primo demo è piuttosto scarsa, vuoi per la scarsa qualità sonora, vuoi per le idee tematiche non pienamente sviluppate in quell’occasione. Alcuni “critici” credo che comunque mi abbiamo completamente frainteso, accostando alla mia musica tematiche quali vampiri e castelli della Transilvania, tematiche che personalmente non ho mai sopportato. Speriamo che questa volta la mia proposta venga maggiormente compresa…
BurdeN :: Alla luce del nuovo “…and the Petals Fell…” quali credi che saranno le tue prossime evoluzioni, so che sei un songwriter particolarmente prolifico.
Emanuele :: Ho molto materiale pronto per essere registrato e non è molto differente da quello presente in “…and the petals fell…”, anche se comunque ci sarà una maggior cura per gli arrangiamenti e lo sviluppo della forma, dati anche gli studi di armonia e contrappunto che attualmente mi impegnano molto tempo. Molto altro materiale che ho scritto si discosta dal mio abituale stile, quindi presto nascerà un nuovo progetto musicale attraverso il quale li pubblicherò il prima possibile.
BurdeN :: Vorresti spiegare ai lettori come mai nel booklet sono presenti i testi ma non c’è la presenza di un singer a cantarli, ma soprattutto, da quale fattore emozionale sono dettate le liriche di “…and the Petals Fell…”?
Emanuele :: In genere prima di scrivere le musiche scrivo i testi. Ed è dalle sensazioni che mi trasmettono i testi che scrivo le musiche; così, perché affidare alla voce quelle parole se ho cercato nel miglior modo possibile di ricrearle con la musica? I testi , quindi, per l’ascoltatore, diventano una sorta di guida all’ascolto al brano. Per quanto riguarda ciò che mi spinge a scrivere questi testi, è difficile da spiegare… diciamo che si tratta di sensazioni, emozioni e visioni che traggo dalla realtà e filtro attraverso il mio inconscio; di conseguenza ciò che ascoltate nella mia musica non è la rappresentazione sonora della realtà, ma è un onirico riflesso delle mie più recondite sensazioni, emozioni e, perché no, perversioni…
BurdeN :: Nello scorrere del cd sono chiarissimi i riferimenti a strumenti oramai relegati in secondo piano nella musica moderna, Black Eternity è un mezzo anche per riscoprire tali sonorità?
Emanuele :: Sinceramente non mi curo di far riscoprire strumenti oggi relegati in secondo piano. Semplicemente, dati i miei studi basati sulla musica classica, sono gli strumenti con cui meglio riesco ad esprimere le mie sensazioni.
BurdeN :: Nel booklet citi anche i Cultus Sanguigne, anche se di heavy metal nel tuo stile non c’è neanche l’ombra, quanto conta l’apertura mentale in un musicista, artista… chiamalo come vuoi.
Emanuele :: The sum of all fears dei Cultus sanguine è un album importantissimo per me, dato che è il cd che mi ha spinto ad interessarmi alla musica oscura. A chi non l’abbia ancora sentito lo consiglio vivamente, sicuramente è uno dei migliori album di musica oscura mai usciti in Italia. Per quanto riguarda l’apertura mentale di un artista credo che sia una cosa importantissima. Un artista con una mentalità ristretta non è neanche degna di essere cosniderato tale. Noi dobbiamo esser pronti a catturare da ciò che ci circonda tutto il possibile; è solo così che possiamo crescere sia come artisti che come persone. Non esistono forme d’arte minori e forme d’arte maggiori, tutta l’arte è l’ideale nutrimento per i nostri sentimenti… se lasciamo i nostri sentimenti morir di fame, probabilmente saremmo solo macchine capaci a far quel poco che basta senza avvertire l’esigenza di crescere e migliorare.
BurdeN :: La tua musica è molto oscura ed emozionale, ma senza schemi precostituiti, a quale filone credi sia più indirizzata? Ammesso che ne esista uno.
Emanuele :: Sinceramente preferisco lasciare etichettare la mia musica ai critici in quanto ciò che scrivo proviene direttamente da ciò che sento e quindi mi risulta difficile incanalarla in un genere precostituito. Tuttavia, l’unica denominazione che trovo consona alle mia creazione è death wave, date le tematiche trattate e il tipo di sensazioni che voglio trasmettere. Ma è inutile etichettare un qualcosa che proviene direttamente dall’animo di una persona, si rischierebbe sempre e solo di sbagliare…
BurdeN :: Hai mai pensato ad una colonna sonora? Quale film ti piacerebbe musicare?
Emanuele :: Diverse persone hanno detto che la mia musica sarebbe adatta a prestarsi da colonna sonora. E sinceramente credo abbiano ragione! Creare colonne sonore è uno dei miei sogni e credo che il mio stile musicale si sposerebbe bene ad un film di Tim Burton, date le atmosfere oscure ed oniriche presenti nelle sue produzioni. E non a caso Danny Elfman è uno dei miei compositori preferiti nonché una delle mie principali influenze musicali…
BurdeN :: E se Black Eternity fosse un quadro? Che cosa ne verrebbe fuori?
Emanuele :: Mmm è una domanda piuttosto difficile! Credo però che la mia musica, provenendo direttamente dal mio subconscio, possa essere accostata a correnti pittoriche quali il surrealismo o la metafisica. Non tanto per le atmosfere create ma per la provenienza della fonte di ispirazione…
BurdeN :: Prima di concludere so che è in via di uscita anche il debutto dei Consumatum Est, di cosa si tratta?
Emanuele :: I Consummatum Est sono la mia band doom metal, in cui scrivo tutte le musiche, i testi e gli arrangiamenti e suono la tastiera, il basso e canto. Il batterista dei Consummatum Est suona anche con le black metal bands Sethlans e Veltha assieme al chitarrista. Naturalmente è musica molto diversa da quella che propongo con Black eternity, anche se gli ascoltatori più attenti troveranno sicuramente atmosfere simili. Probabilmente il demo, chiamato “Funeral procession”, verrà pubblicato verso la fine di aprile. E’ stato registrato negli Hysteric art studios a Viterbo e mixato dal nostro batterista. Credo che gli amanti di bands quali Pantheist e Shape of despair apprezzeranno la nostra proposta.
BurdeN :: A te la conclusione, grazie per la disponibilità.
Emanuele :: Vi invito tutti a visitare il mio sito all’indirizzo http://www.blacketernity.net da cui è possibile scaricare interamente i miei due demo. Nel caso vi piacciano e ne voleste una copia o vogliate semplicemente dirmi qualcosa potete contattarmi all’indirizzo e-mail emanuele@blacketernity.net o potete firmare il guestbook.
Grazie a te per lo spazio concessomi!
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