Intervista: Blind Guardian

Nessuna Descrizione L’opportunità di parlare con marcus siepen, storico membro dei blind guardian, è un piccolo grande sogno che si realizza e non vi nascondo la mia emozione quando finalmente il telefono di casa squilla. anche perché diversi inconvenienti hanno rimandato questo momento, nelle ultime settimane, fino a oggi. Marcus è gentile e tranquillo e, a differenza di altri musicisti, non si limita ai laconici “yes” o “no”, ma è estremamente disponibile ed offre delle risposte lunghe e personali; insomma, quasi niente sa di “preparato”, soprattutto quando, dopo le prime domande di rito sul nuovo “at the edge of time”, iniziamo a parlare di qualcosa di più personale, toccando i momenti migliori della carriera della band e scoprendo la passione di marcus per internet, espressa attraverso il suo blog.

 

Ciao Marcus, è un vero piacere avere l’opportunità di fare questa chiacchierata. Iniziamo a parlare ovviamente del nuovo album, “At The Edge Of Time”. Credo uno dei grandi pregi dei Blind Guardian sia che in ogni disco è possibile ritrovare lo stile unico della band, insieme però a sempre nuovi elementi che lo arricchiscono e possono piacevolmente sorprendere l’ascoltatore. Quindi, secondo te quali sono le somiglianze e quali le differenze tra questo nuovo lavoro e i precedenti?

Marcus Siepen :: Dunque, penso che la differenza più ovvia sia che per la prima volta in assoluto abbiamo avuto l’opportunità di lavorare con una vera orchestra. Ogni orchestra che avete sentito negli album precedenti era frutto delle tastiere, che erano molto ben programmate, avevano un bel suono, ma in nessun caso questo tipo di lavoro può competere con una vera orchestra. Perciò l’opportunità di lavorare con un’orchestra vera e propria è stato splendido, perché suona molto meglio, più potente, più naturale. È stato davvero un grande passo per noi. Inoltre penso che, in contrapposizione con l’ultimo paio di album, tutta la band abbia dimostrato maggior potenza. Ci sono più brani che avrebbero potuto funzionare benissimo in “Somewhere Far Beyond”, per esempio, canzoni dirette, forti e aggressive, speed metal che non abbiamo avuto in questa forma per un certo tempo. Ed è stato anche molto divertente suonare queste canzoni. Inoltre, come sai, abbiamo sempre avuto influenze epiche, folk, ad esempio in brani come “A Past and Future Secret”, ma non ci eravamo mai spinti così oltre come in questo disco. Ad esempio in “Curse My Name”, abbiamo usato un sacco di strumenti classici come flauti, arpe, cornamuse. Non avevamo mai avuto un gruppo di ballerini di step dancing, li abbiamo fatti danzare e abbiamo registrato il suono dei loro piedi mentre ballavano (lo si vede in uno dei trailer pubblicati dalla band su Youtube, n.d.a) con un effetto straordinario, ed è stato molto divertente realizzare una cosa del genere, perché non avevamo mai fatto nulla di simile, non avevamo mai nemmeno pensato di registrare qualcuno che balla! Danzare non è qualcosa che si consideri come uno strumento. Ma in effetti è venuto davvero molto bene.

In effetti ascoltando l’album è possibile percepire quanto le parti orchestrali siano potenti ed emozionanti. Quali canzoni da “At The Edge Of Time” suonerete dal vivo nel prossimo tour?

Marcus Siepen :: Beh, ancora non sappiamo esattamente. Abbiamo già fatto quattro o cinque prove durante le quali ci siamo esercitati già su quattro canzoni. Ovviamente avevamo già suonato “Sacred” dal vivo (anche al Gods of Metal dell’anno scorso, ad esempio; ora la canzone è stata riregistrata con il titolo “Sacred Worlds” e apre il nuovo album, n.d.a.), quindi questo è un brano che di sicuro vogliamo proporre. Suoneremo anche “A Voice In The Dark”. Abbiamo provato anche “Tanelorn”, che è riuscita molto bene, e anche “Wheel Of Time”. Ma probabilmente ci dedicheremo anche ad altri brani, perciò non siamo ancora sicuri di quali canzoni saranno nella setlist. Finora in generale abbiamo già preparato circa quattordici pezzi, e ne aggiungeremo ancora. Non suoneremo quattordici canzoni ad ogni concerto, risulterebbero di tre o quattro ore, ma vogliamo avere diverse possibilità tra cui scegliere, così possiamo cambiare ogni volta un paio di brani, e questo aiuterà anche noi a mantenere il tutto interessante, impedirà che i concerti diventino una routine, sarebbe noioso. In questo modo possiamo sempre mantenere fresca l’atmosfera, ed inoltre sarà anche più interessante per i fans, perché so che molti di loro vengono a più di un concerto, così vedranno show differenti, e non sempre lo stesso set.

E sempre a proposito di live show, c’è la possibilità di un nuovo Blind Guardian Oper Air?

Marcus Siepen :: Dunque, non abbiamo ancora definito con precisione i piani in merito a questo, ma siamo abbastanza sicuri che lo faremo di nuovo. Ma in effetti questo è tutto quello che posso dire in merito per il momento, per ora sappiamo solo che vogliamo farlo e che vogliamo che sia qualcosa di speciale. Non abbiamo in programma di realizzare una cosa del genere ogni anno, un nuovo “Blind Guardian Festival” non dovrà essere per forza nella stessa location. Ancora non sappiamo, ma vogliamo farlo e dev’essere qualcosa di speciale.

Parlando dell’artwork e la copertina dell’album, è piuttosto particolare per la band. Il soggetto ha un particolare significato, si riferisce alle lyrics?

Marcus Siepen :: La copertina è basata sulla canzone “Wheel Of Time”, tratta dalla saga omonima di Robert Jordan, e su “Ride Into Obsession”, anch’essa ispirata dagli stessi libri. Penso che l’artwork sia favoloso, ed è stato sorprendente vederlo realizzato, noi abbiamo detto che cosa volevamo ottenere e l’autore (Felipe Machado Franco, n.d.a.) ci ha mandato alcuni schizzi, noi abbiamo chiesto di fare alcune correzioni, e mezz’ora dopo già avevamo un aggiornamento, ed è stato straordinario vedere quanto rapidamente ha potuto accontentarci. Siamo molto felici del risultato.

Una curiosità in merito al singolo, che contiene una cover di “You're The Voice” di John Farnham. I Blind Guardian hanno spesso scelto di realizzare una propria versione di canzoni piuttosto particolari, lontane dal metal. Chi ha scelto questa e perché?

Marcus Siepen :: In effetti stavamo pensando di fare quella canzone già molti anni fa, non sono sicuro ma mi sembra che la prima volta che ne abbiamo parlato sia stata già ai tempi di “Forgotten Tales”. Semplicemente, noi tutti amiamo quella canzone, siamo sempre stati fan di quel brano, crediamo che sia molto “catchy”. Quando abbiamo pensato a una cover da realizzare adesso, credo sia stato Andrè a suggerirla. Così abbiamo provato e ora siamo soddisfatti del risultato.

So che avete anche realizzato un nuovo videoclip per “A Voice In The Dark”, quando potremo vederlo?

Marcus Siepen :: Siamo stati di nuovo in Serbia per filmarlo e abbiamo lavorato con lo stesso team che ha realizzato il video di “Another Stranger Me”. In effetti neanche noi abbiamo ancora visto il risultato completo, perché non è ancora pronto. Siamo stati là circa settimane fa più o meno, abbiamo realizzato tutte le riprese con la band, ci sono state anche alcune riprese in più con un paio di comparse e ora il video è in post produzione, con un sacco di lavoro al computer perché tutto è stato filmato con il blue screen. Dovremmo vederne una sorta di trailer presto ed il video dovrebbe essere pubblicato, o almeno questi sono i piani, per quando uscirà l’album (che uscirà il 30 Luglio, n.d.a.).

Puoi dirci anche qualcosa sul vostro progetto orchestrale “a lungo atteso”, basato sul “Signore degli Anelli”? Ci state ancora lavorando? Dovremo attendere altri quattro anni prima di ascoltarlo?

Marcus Siepen :: Sì, ci stiamo lavorando e in effetti abbiamo iniziato delle registrazioni. Credo che abbiamo già quattro o cinque brani incisi, con la stessa orchestra che abbiamo utilizzato nell’album. Non abbiamo ancora un’idea precisa di quando lo realizzeremo, vorremmo registrarlo il prossimo anno. Finalmente stiamo lavorando seriamente per registrare tutto. Non abbiamo ancora una data di release, ovviamente, perché al momento siamo piuttosto impegnati con il prossimo tour e abbiamo solo le pause per lavorarci. Ma continuiamo a farlo

Benissimo! Non vedo l’ora di sentirlo. So che tu scrivi anche in un blog personale (http://marcussiepen.blogspot.com/), che trovo interessante e divertente. Come mai hai scelto di esprimerti con questo mezzo? Ti piace questo modo di restare in contatto con i fan?

Marcus Siepen :: Sono un grande fan di Internet e penso che sia un grandissimo mezzo per comunicare con le persone in tutto il pianeta. Puoi raggiungere chiunque in pochi secondi. Per quanto riguarda il blog, volevo realizzare una home page personale, pensando a cosa mettere on-line. Alla fine mi sono detto: “iniziamo con un blog”, per inserirvi cose che pensavo potessero interessare ai fan, o che comunque personalmente trovo interessanti. E mi piace, lo aggiorno senza particolare regolarità, a volte non scrivo per settimane, a volte inserisco tre update nella stessa settimana, dipende. Il feedback è stato molto positivo e penso che piaccia anche alla gente.

Ho letto ad esempio che sei stato al concerto di Nevermore e Orphaned Land: c’è qualche band o disco che hai ascoltato di recente e che ti ha colpito in particolare?

Marcus Siepen :: Beh, di sicuro i due gruppi che hai menzionato. Amo i Nevermore, sono sempre stato un loro grande fan. Un altro disco che ho apprezzato è l'ultimo dei Masterplan, “Time To Be King”. Ho anche scoperto Joe Bonamassa, che fa blues, ed è incredibile, suona blues ma in modo molto heavy.

Tu suoni con i Blind Guardian da molti anni ormai. C’è qualche momento della vostra carriera che ricordi con particolare piacere, o che al contrario è stato particolarmente difficile?

Marcus Siepen :: Certamente, ce ne sono alcuni, il “Blind Guardian Oper Air” ad esempio è stato uno degli highlight per me perché, come puoi immaginare, è stato un grosso rischio per noi, non avevamo fatto nulla di simile prima. Due giorni, con un sacco di gruppi a suonare, noi a fare da headliner per entrambe le serate, inoltre volevamo registrare tutto per il dvd. Ma alla fine tutto ha funzionato perfettamente. Sono state due notti stupefacenti. Un altro momento speciale è stato quando – mi sembra che fosse il tour di “A Night At The Opera” – abbiamo suonato a Dusseldorf, che è a circa venti minuti dalla mia città natale. Abbiamo suonato “The Bard's Song” e la gente è talmente impazzita dopo quella canzone che non abbiamo potuto continuare perché il pubblico continuava a gridare, acclamare, applaudire, per circa quindici minuti! E ogni volta che Hansi si avvicinava al microfono per annunciare il brano successivo, le voci sono diventate così alte che è stato impossibile proseguire. In effetti si può sentire parte di questo nel live album, ovviamente non potevamo mettere quindici minuti di applausi su disco, perciò abbiamo inserito un paio di minuti per dare l’impressione di quello che era capitato esattamente quella notte. Dall’altro lato, una volta in Danimarca, durante le registrazioni di “Imaginations...”, André si è fatto seriamente male al braccio sinistro, mi sembra, aveva perso forza e sensibilità alle dita e ha dovuto sottoporsi a un intervento. Abbiamo dovuto interrompere le registrazioni perché ha dovuto prendere l’aereo per tornare a casa e andare in ospedale per l’operazione. In quel momento non sapevamo nemmeno se sarebbe stato ancora di grado di suonare in futuro. Questa è stato senz’altro un brutto momento per la band, ma pensandoci credo che abbiamo avuto sicuramente molti più momenti felici piuttosto che negativi.

C’è qualche posto in cui ti piacerebbe suonare dal vivo e in cui non sei ancora mai stato?

Marcus Siepen :: Molti posti! In effetti, tutti quelli in cui non abbiamo ancora suonato. È un’opportunità di vedere il mondo, negli ultimi tour abbiamo suonato ad esempio in Australia e Messico. Ma ci sono ancora moltissimi luoghi dove ancora non abbiamo suonato, ad esempio ora mi viene in mente la Cina, ci piacerebbe suonarci per vedere com’è laggiù. Ci sarebbero anche molti stati africani dove penso che i concerti sarebbero possibili, stati arabi...

Qual è l'aspetto che preferisci della tua vita da musicista, suonare live e andare in tour, comporre e registrare le nuove canzoni?

Marcus Siepen :: Amo entrambi questi aspetti, ma devo dire che per me il massimo è suonare dal vivo. È grandioso lavorare sui brani e vederli crescere in studio, ma quando poi sei sul palco e suoni quei pezzi, puoi osservare le reazioni immediate dei fan. Capisci, vai on stage e un paio di migliaia di persone diventano completamente matte per le canzoni. Ci danno così tanta energia che noi a nostra volta cerchiamo di trasmetterne a loro, e questo feedback costante, questo scambio di energia è così stupefacente che per me suonare dal vivo è definitivamente il momento migliore.

Tornando a parlare dell’album, quali sono le tue canzoni preferite in “At The Edge Of Time”? E per quanto riguarda i vecchi brani?

Marcus Siepen :: Oh, questo è difficile da dire, anche perché cambia un sacco, dipende dal momento. Quindi, se me lo chiedi ora, tra i nuovi brani sceglierei “Wheel Of Time”, ma la settimana scorsa alla stessa domanda avrei risposto “A Voice In The Dark” perciò credo dipenda dall’umore (ride, n.d.a.). Tra le canzoni più vecchie, ci sono alcuni classici che sceglierei e che amo suonare dal vivo, ovviamente “The Bard’s Song”, che è sempre uno dei momenti principali in ogni concerto dei Blind Guardian. Un’altra canzone per me ad esempio sarebbe “Nightfall”. Mi sono divertito moltissimo durante alcuni festival, l’anno scorso, per la prima volta dopo moltissimi anni abbiamo suonato di nuovo “Traveler In Time”, e questo è stato molto divertente.

D’accordo, Marcus. Vorresti dire qualcos’altro ai fan che leggeranno questa intervista?

Marcus Siepen :: Sì, certo. Spero che tutti diano al nuovo album una possibilità: uscirà il 30 Luglio. Se volete ascoltare i sample di ciascuna nuova canzone andate nel nostro sito ufficiale, http://www.blind-guardian.com. E spero di vedervi tutti quanti in tour!

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Intervista di Aislinn Articolo letto 2827 volte.

 


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