Intervista Flash: Bs Bone
Visto che siete alla prima intervista in questo sito, perché non presentate ai nostri lettori quando ed in che modo avete iniziato il vostro percorso nel mondo underground?
Leo: Siamo un trio della provincia di Campobasso. Era l’estate del 2017 quando una sera mi chiamò Vyper dicendomi di avere una proposta, cosi andammo a bere una birra. Lui e Steve mi spiegarono brevemente la loro idea e decisero di coinvolgermi; fin da subito il progetto era mirato a scrivere brani inediti e dopo qualche giorno eravamo già in sala prove.\r\n
Da quali generi e bands è influenzato il gruppo?
Leo: Sicuramente alcune influenze riscontrabili nel nostro prodotto musicale provengono da generi che spaziano dall’Alternative anni 90, al Grunge, allo Stoner e così via. È interessante il fatto che proveniamo da tre mondi e culture musicali in un certo senso differenti e le correnti ed i generi a cui personalmente ci ispiriamo sono diversi, ad esempio dall’amato Sleaze Metal ’80 di Vyper, al Thrash Metal di Steve, per non parlare di me che spazio da Mina e la Bertè al Funk e alla Dub, fino al Nu metal e rock psichedelico e sperimentale e potrei andare avanti molto a lungo!
So che potrebbe non essere facile farlo, ma potreste commentare il vostro ultimo lavoro?
Leo: “Cerberus Bone” è il nostro ultimo lavoro uscito lo scorso 17 ottobre per Overdub Recordings; in questo disco sono presenti tematiche che descrivono sotto alcuni punti di vista le condizioni a cui un individuo è sottoposto nell’era di oggi e le sensazioni che ne scaturiscono, ci sono riflessioni e pensieri a tratti inaspriti da un pessimismo latente e pungente, derivanti dalla tensione, dall’oppressione e trasgressione che a volte l’uomo si trova a dover o voler sperimentare.
La scena metal underground è indubbiamente inflazionata da tantissmi gruppi, per cui (spesso) risulta necessario presentare delle composizioni che si facciano notare nel marasma delle varie scene musicali. Ritenete che le vostre canzoni abbiano da dire qualcosa in più o di diverso da quello che è già stato detto nell'affollatissimo mondo metal?
Leo: Credo che sia l’approccio sia le modalità di esprimere la propria arte musicalmente possano essere ovviamente molto soggettive, di conseguenza anche gli obiettivi del perché lo si fa. Sicuramente oggi non è facile emergere, soprattutto in determinati contesti. Ad ogni modo credo che ci potrebbe essere sempre qualcosa da dire, e che possa arrivare a qualcuno, tornando quindi alla soggettività, che sia una frase che fa sorridere o fa riflettere, che sia una sensazione da descrivere o dando voce alla rabbia o scrivendo un pensiero d’amore, e inoltre non per forza con le parole; la musica è espressione ed è un mezzo di comunicazione ed un linguaggio molto molto potente, che può provenire dal più lucido e razionale “qui ed ora” oppure dall’inconscio più profondo, mi piace dunque pensare all’intimità che ognuno di noi ha con essa e alla relativa libertà d’espressione.
Cosa pensate del panorama underground nazionale?
Leo: Penso che ci siano molte band valide in quello che ad oggi è il panorama underground. Per quanto riguarda l’attività live, sicuramente nel periodo estivo sono molti gli eventi e i festival che stanno crescendo e che offrono molte possibilità lungo l’intera penisola, discorso che prende una piega diversa se pensiamo invece al periodo autunnale e invernale dove esibirsi risulta un po' più faticoso, in quanto locali e club che concedono spazio alle band si riducono considerevolmente, soprattutto nell’hinterland della nostra realtà, differentemente magari al Centro-Nord Italia.
La carriera di un gruppo musicale (pur breve che possa essere) è sempre costellata di avvenimenti più o meno positivi. Cosa vorreste cancellare e cosa ricorderete per sempre della vostra esperienza di gruppo, dagli inizi inizi sino ad ora?
Leo: Un particolare periodo che non ricordo con molto entusiasmo è sicuramente quello del Covid. Purtroppo come in tutti i settori anche la musica in generale ne ha risentito tanto; in quel periodo avevamo da qualche mese rilasciato una Demo con alcune date programmate a supporto, ovviamente poi annullate per ovvie ragioni. L’unica nota positiva di quel periodo per quanto mi riguarda è stata la possibilità di scrittura e stesura di molto materiale, come ad esempio il testo e gli arrangiamenti di Panic and Silence, la struttura portante di Wayward e molte altre idee che hanno contribuito sia alla chiusura del lavoro, sia all’inizio di un nuovo capitolo.
Come giudicate il veicolo Internet per la promozione della scena musicale?
Leo: Pur non essendo un amante della tecnologia è doveroso riconoscere quanto sia fondamentale il canale Internet al giorno d’oggi. È possibile raggiungere il pubblico di ogni parte del mondo con più facilità rispetto alla promozione di alcuni decenni fa, basti pensare a piattaforme come Spotify.
Visto che ne stiamo parlando.... quanti CD originali acquistate ogni mese? E quanti ne ascoltate?
Leo: Proprio a causa dell’espansione di Internet e dello streaming, gli acquisti e le vendite si sono ridotti drasticamente. A causa di ciò, nonostante io sia un grande amante e collezionista di dischi, riconosco che a volte è molto più semplice ed accessibile reperire musica online, che a parer mio non supererà mai il fascino del disco fisico. Riguardo all’ascolto invece, posso dire che ascoltiamo molta musica, è parte integrante di ogni giornata.
Cosa vuole fare il vostro gruppo da grande?
Leo: Sarebbe bello arrivare ad esibirsi su qualche grande palco, come credo sia il sogno di ogni musicista. Restando invece con i piedi per terra, adesso ci concentriamo a lavorare sodo, a crescere e migliorare portando il nostro prodotto musicale in più posti possibili. Per fortuna ad oggi stiamo riscontrando note molto positive ed un grande affetto dal pubblico.
Ok, ragazzi! Lo spazio a nostra disposizione sta per terminare, ma voglio lasciarvi carta bianca per l'ultimo messaggio. A voi la parola, siete liberi di esprimervi!
Leo: Grazie Metal Wave per lo spazio concesso e grazie a tutti i lettori; a questi ultimi vorrei dire di sostenere le band dell’underground, di andare a divertirsi ai concerti e soprattutto di essere curiosi e affamati di musica!
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