Intervista Flash: Golden Rusk

Immagine di Golden Rusk Golden Rusk è il nome di un nuovo progetto che va ad inserirsi nella multiforme e tumultuosa scena metal italiana. Jerico ha intervistato per voi i ragazzi del gruppo: sentiamo cosa hanno da dire!

 

Visto che siete alla prima intervista in questo sito, perché non presentate ai nostri lettori quando ed in che modo avete iniziato il vostro percorso nel mondo underground?

Innanzitutto ciao a tutti e grazie per l’opportunità che ci date. I Golden Rusk nascono nel 2014 da un’idea mia (Maher) dopo aver abbandonato una serie di progetti in ambito nazionale. Essendo polistrumentista e, dopo una serie di line-up non andate a buon fine, ho preso l’ardua decisione di fare tutto da solo, formula che ad oggi sta iniziando a dare i risultati sperati.

Da quali generi e bands è influenzato il gruppo?

Il target dei Golden Rusk è quello di unire la base di un death metal old school con elementi personalizzati, accelerazioni tecniche e variazioni inattese. L’idea è stata quella di dare vita ad un prodotto innovativo con una ricerca sonora oltre i tradizionali parametri commerciali, creando un autentico sound con una distinta personalità di composizione; il tutto 100% di origine italiana. Una cosa è certa, il mix della musica dei Golden Rusk lo trovate solo qui.

So che potrebbe non essere facile farlo, ma potreste commentare il vostro ultimo lavoro?

“What will become of us?” è un album che racchiude tutte le mie idee che non si sono concretizzate negli anni e che si fondono in ogni canzone. I Golden Rusk sono lo specchio della mia vita personale. E’ un album che deve essere compreso. Se non prepari la tua mente in un certo modo non ti piacerà mai… Se sei pronto ad un suono graffiante, grezzo, aggressivo, non troppo pulito ma che ti scuote, direi che ci siamo; se invece ti piacciono le cose standard fatte con lo stampino allora i Golden Rusk non fanno per te. Fortunatamente molti magazine hanno afferrato il senso di quest’album e il tessuto death metal che ci sta sotto, quindi provare per credere...

La scena metal underground è indubbiamente inflazionata da tantissmi gruppi, per cui (spesso) risulta necessario presentare delle composizioni che si facciano notare nel marasma delle varie scene musicali. Ritenete che le vostre canzoni abbiano da dire qualcosa in più o di diverso da quello che è già stato detto nell'affollatissimo mondo metal?

L’idea è stata quella di dare vita ad un prodotto innovativo con una ricerca sonora oltre i tradizionali parametri commerciali, creando un autentico sound con una distinta personalità di composizione. Il tutto 100% di origine italiana.

Cosa pensate del panorama underground nazionale?

Purtroppo il virus delle cover band si sta espandendo ovunque… ma posso dire che ci sono tante band estreme valide che eseguono pezzi propri in cui militano musicisti davvero bravi! I macro-punti da migliorare secondo me sono 2: impegno altalenante e poco spirito di gruppo. In particolare quest’ultimo, non ci si rende conto che nella famiglia del metal ci si deve supportare a vicenda soprattutto tra le diverse band. Rosicare e buttare fango sugli altri non serve a niente e nessuno… Fuori Italia c’è una cultura metal molto più diffusa, motivo per il quale “What will become of us?” sta spaccando di brutto. Onestamente spero in una ripresa del pubblico italiano, io ci spero...

La carriera di un gruppo musicale (pur breve che possa essere) è sempre costellata di avvenimenti più o meno positivi. Cosa vorreste cancellare e cosa ricorderete per sempre della vostra esperienza di gruppo, dagli inizi inizi sino ad ora?

Da cancellare sicuramente il momento in cui stavo firmando con un’etichetta discografica (ovviamente non vi dirò il nome…) e poi il mio passo indietro: le motivazioni principali erano legate al fatto che avrei dovuto modificare il mio stile musicale e i testi, da dimenticare… Mentre da ricordare, esattamente il momento in cui ho sentito il mix inviato da Stefano (il produttore). Ero felicissimo e non vedevo l’ora di sentire il prodotto finale.

Come giudicate il veicolo Internet per la promozione della scena musicale?

Uno strumento eccellente, essenziale ma soprattutto indispensabile ai giorni d’ oggi. Posso affermare che grazie a internet, i Golden Rusk sono forse più acquistati fuori Italia! L’altra faccia della medaglia è che si è persa la voglia della ricerca, ormai si ha tutto alla portata di un click.

Visto che ne stiamo parlando.... quanti CD originali acquistate ogni mese? E quanti ne ascoltate?

Tanti, tanti, tanti… quando posso, cerco di supportare sempre band underground che a mio parere sono valide. Diciamo che sto iniziando ad evitare i gruppi troppo famosi perché troppo patinati ed egocentrici, meglio le band che non conosce nessuno perché veramente originali e genuine.

Cosa vuole fare il vostro gruppo da grande?

Sicuramente continuare a sfornare album di impatto senza compromessi con nessuno. Per ora mi sto concentrando sulla promozione dell’album, sto ricevendo parecchi feedback in merito e voglio valutarli con calma. Ci saranno anche delle partecipazioni in metal compilations, ma non voglio anticipare troppo… Non ti nego che non mi aspettavo tutto questo, vorrà dire che Golden Rusk deve continuare su questa strada.

Ok, ragazzi! Lo spazio a nostra disposizione sta per terminare, ma voglio lasciarvi carta bianca per l'ultimo messaggio. A voi la parola, siete liberi di esprimervi!

Grazie a voi per avermi dato questa opportunità. Ai lettori voglio dire: state dimostrando di supportare la musica underground allo stesso modo delle band più patinate, date un ascolto a “What will become of us?” e se vi piace acquistatelo, lo trovate su tutte le piattaforme digitali; a meno che vi comportiate come tutti i rosiconi finti metallari che se lo scaricano illegalmente e poi si lamentano se si sente di merda rispetto all’album originale. Ragazzi, cerchiamo di stare dalla parte giusta...

Intervista di Jerico Articolo letto 1349 volte.

 


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