Intervista: Lunocode
Ciao ragazzi e benvenuti nello spazio interviste di Metalwave! Che ne direste di iniziare a raccontarci un po’ la storia del vostro progetto? Se non vado errato avete iniziato sotto il moniker di “Anima” nel 2004.
Sì, nel 2004 il gruppo si è formato e comprendeva la formazione attuale meno Daphne, che è arrivata solo a fine 2010. Per il primo periodo abbiamo suonato molte cover ed abbiamo fatto qualche concerto in giro, poi ci siamo messi a scrivere materiale originale ed abbiamo prima pubblicato il demo “Birth”, nel 2007, poi, nel 2010, abbiamo fatto uscire l’EP “Last Day of the Earth” (recensito anche da voi) ed abbiamo cambiato ufficialmente il nostro monicker da Anima a Lunocode. Ed ora siamo qua, con “Celestial Harmonies”, il nostro primo full length, in dirittura d’arrivo: uscirà ufficialmente il 10 Gennaio 2012 e sarà disponibile sia in digitale nei maggiori store musicali sia su cd fisico.
Parlateci della gestazione del vostro ultimo bel disco, “Celestial Harmonies”.
Innanzitutto siamo tutti molto contenti che il disco ti sia piaciuto, abbiamo letto la recensione con una certa emozione. Su Celestial Harmonies abbiamo lavorato molto ed a tempo di record (per noi, che non siamo musicisti di professione): dalla scrittura dei brani al momento in cui abbiamo avuto il master finale in mano sono passati 9-10 mesi in tutto. Molto lavoro l’abbiamo fatto in parallelo (ad esempio le parti di voce ed i testi sono stati composti durante le registrazioni) e per fortuna i lavori sono andati avanti senza intoppi: in questo modo siamo riusciti a rispettare la scadenza che avevamo concordato con la nostra etichetta...anzi, siamo arrivati pure con un pò di anticipo, alla fine! L’idea di far uscire un full length in tempi ristretti è stata soprattutto di Spider Rock: sono loro che ci hanno spronato e noi abbiamo raccolto la sfida. Tuttavia, anche in un tempo così scarso, non abbiamo rinunciato alla complessità della nostra musica e non abbiamo fatto alcun compromesso sulla qualità. Non c’è nulla che abbiamo fatto con una cura meno che massima, pure se l’orologio ticchettava dietro di noi. Fin dall’inizio è stato chiaro che dovevamo rientrare nei tempi ma ottenere il massimo dalle nostre capacità odierne...e Celestial Harmonies è il risultato di questo. Sinceramente sono molto contento di come è venuto fuori, anche se, ovviamente, per il prossimo bisognerà fare di meglio!
Ci sono stati problemi di rito nelle registrazioni? Se sì quali?
No, nessun problema! Puoi non crederci ma è andata proprio così: come dicevo prima la registrazioni sono state un processo molto faticoso: ogni sera, cadesse il mondo, noi eravamo in studio a registrare. Le canzoni dell’album le abbiamo composte e registrate direttamente, non le abbiamo nemmeno provate dal vivo, quindi ognuno di noi ha avuto molto poco tempo per studiarle e prenderci dimestichezza...senza considerare che, quando sei li che registri, ti viene sempre in mente di cambiare qualcosa o di arrangiare certe cose in maniera completamente diversa. E’ quindi stato importante saper improvvisare e molto di quello che si puo’ sentire nel disco è un “buono la prima”. Spesso la prima volta che fai qualcosa lo fai con molta istintività, cosa che rende la parte unica e irripetibile, soprattutto nei suoi difetti che, se sensati, contribuiscono molto al feeling generale. Questo è uno dei molti motivi per i quali ho scelto di mantenere dei suoni molto naturali, quasi “live” e di non quantizzare nulla ne di usare trigger o altre amenità che oggi vanno per la maggiore: ragionando su come venivano fuori le canzoni ho pensato che avessero bisogno, per girare bene, di suoni VERI, che contribuissero alla spontaneità della musica, cosa peraltro apprezzatissima da Ronan Chris Murphy che, appena si è messo al lavoro sui miei mix, mi ha fatto molti complimenti ed ha anche rilasciato una dichiarazione che mi ha ripagato ampiamente di tutto l’impegno!
Anche il mastering è stato fatto seguendo lo stesso criterio: ovviamente il nostro disco suona più basso di volume di un disco dei metallica...ma in questo modo non abbiamo distrutto ciò che ci è costato tanta fatica produrre: le dinamiche. E, tra l’altro, se qualcuno avesse bisogno di più volume c’è sempre la manopolina apposita su qualsiasi stereo. Ovviamente ci sono state anche parti più difficoltose che hanno richiesto più take. Diciamo però che ci siamo divertiti molto a creare questa musica!
Spiegateci nel dettaglio i temi che intendete affrontare nelle liriche delle vostre composizioni. Inoltre la lunga e articolata suite “The Origin Of Matter And Mind” rappresenta un concept. Di cosa tratta?
Grazie della domanda, non chiedo di meglio, c’è sempre un grande lavoro concettuale dietro ogni nostro lavoro, e poterlo spiegare è un privilegio per il quale ti ringrazio molto!
Partiamo dal titolo, “Celestial Harmonies”. Si riferisce all’armonia dell’universo, alla grazia con la quale tutti i meccanismi in esso funzionano incastrandosi l’uno con l’altro e collaborando a creare qualcosa di maestoso che è l’Universo stesso. Si riferisce, però, anche ad una condizione desiderabile che l’umanità dovrebbe mirare ad ottenere, ossia non solo uno stato di armonia di ogni uomo con ogni altro uomo ma di ogni essere vivente con ogni altro essere vivente e con la natura ed il cosmo intero. Purtroppo attualmente niente di tutto ciò è presente nel mondo, dove invece la maggior parte delle persone vivono o in condizioni di fame (nella peggiore delle ipotesi) o soggiogate da una società opprimente, che vede nel guadagno l’unico valore e dove una persona viene valutata solo in base alla sua produttività sino a divenire un automa privo di volto, privo di personalità, un ingranaggio in un meccanismo produttivo incomprensibile (Sin Cara). Su “Heart of the World” si tratta il tema specifico derivante dal titolo dell’album stesso, che viene anche in qualche modo citato nel testo. Una curiosità: in un periodo dove la speranza viene a mancare in tutti noi, oppressi dalla crisi, dalla mancanza di lavoro e di prospettive future, ho voluto cambiare una parte di testo, su questa canzone, rispetto alla prima versione, contenuta in “Last Day of the Earth”, passando da “when we learn to listen to each other without hate in our minds” a “WE WILL learn to listen to each other without hate in our minds”, proprio per sottolineare, almeno nel testo di una canzone, che, in qualche modo, in futuro, riusciremo sicuramente ad ottenere qualcosa di bello. Non che io sia veramente convinto di questo, ma visto che lo spero, ho voluto sperare anche nel testo . “Indifference” parla dell’assurdità della guerra e delle ambizioni di conquista, dell’assurdità di un mondo in cui l’unico valore è il denaro e la volontà di potenza. Nel 1990, poco prima di lasciare per sempre il sistema solare, la sonda Voyager 1, trovandosi all’estremo confine del sistema solare stesso, si è girata verso di noi ed ha scattato una foto, poi denominata “pale blue dot”, nella quale si vede tutta la fragilità e l’inconsistenza della nostra condizione e quindi l’assurdità delle nostre ambizioni. La terra appare come un pallido puntino blu perso nell’infinito dell’universo. Carl Sagan, che stimo molto, ha scritto un brano a commento di questa foto (una parte di questo brano la potete ascoltare recitata nell’outro di Indifference dall’attore Zach Johnson, potete averlo visto in CSI, in Streghe, in JAG – avvocati in divisa ed altri, tra l’altro colgo l’occasione per ringraziarlo perchè è una persona davvero in gamba!). Il testo della canzone descrive dapprima quello che succede nelle zone di guerra e povertà sulla terra, le sofferenze delle persone che si trovano li, e procedendo come con uno zoom-out, passa gradualmente, per immagini, a descrivere appunto la visione del “pallido puntino blu”, constatando come tutto quello che a noi appare importante, tutto quello per cui le persone si uccidono a vicenda è semplicemente folle e, appena si “lascia la terra”, ci si accorge come l’universo sia indifferente a tutto quello che noi facciamo ed al quale attribuiamo importanza. Misty Visions of an Ordinary Day, invece, parla di come sia folle la vita in città, dove le persone, come pianeti che girano nelle loro orbite, si passano accanto senza vedersi, come su dei binari, dove tutto può succedere, anche qui, nell’indifferenza reciproca, perchè tutti sono assorti nei propri pensieri e vivono una vita che è in realtà una morte continua, anestetizzati dalla “crudeltà” del mondo. E solo quando due persone si scontrano, anche solo per sbaglio, che riaffiora un qualcosa di umano: delle parole, delle scuse, un sorriso...attimi di vita vera tra lunghi periodi di vita sospesa, con la città che, silente sullo sfondo, intrappola i sogni ed i pensieri delle persone nei suoi cavi, nelle sue strade e nei suoi circuiti, innaturali e meccanici, spersonalizzanti. E siamo arrivati alla suite “The Origins of Matter and Life”! La suite si propone di raccontare la storia dell’universo...ma secondo una prospettiva del tutto diversa. Come racconto nel blog della band (per chi non lo conoscesse: http://lunocode.blogspot.com) ho passato diversi mesi a leggere gli scritti di Carl Sagan, Philip Dick, Arthur Clarke e altri e questo, unito alla visione del documentario “Cosmos: a personal view”, sempre di Sagan, mi ha dato ispirazione per un concept che poi ho voluto sviluppare nei testi della suite stessa, aggiungendoci anche del mio, come ad esempio il colpo di scena finale. Mi rendo conto che i testi sono piuttosto nebulosi, e posso dire che è proprio così che volevo scriverli...ma per facilitarne l’interpretazione ho aggiunto, nel booklet del disco (lo troverete nella versione fisica dello stesso o in versione pdf in download gratuito dal nostro sito) un breve riassunto esplicativo del concept. In ogni caso la suite, come si può capire dal titolo, parla dell’origine della materia e della vita e, dirò di più, anche della mente e dell’universo. E’ una storia fantastica, creata a partire da un evento storico realmente accaduto (l’invio di animali nello spazio per fare test sull’assenza di peso e sulla permanenza di esseri viventi fuori dalla nostra atmosfera). Il concetto base dal quale si snoda tutta la vicenda è che l’universo nasce dal pensiero di un qualcuno, un “architetto cosmico” che, a sua insaputa, semplicemente con l’atto del pensare, crea un universo. All’interno di questo nuovo universo, come salendo una scala, si forma la materia, poi la vita, il pensiero ed infine l’autocoscienza. Ed il pensiero crea nuovi universi, in una struttura a matrioska infinita o “frattale”. Ogni universo esiste solo nella testa dell’architetto cosmico che risiede, invece, fisicamente, solo nel suo universo di partenza e non fa altro che pensare. Solo alla fine, con un colpo di scena che non vorrei del tutto rovinare, si scopre la vera identità del nostro protagonista/architetto. Tutta la suite, oltre a raccontare questa storia e porre alcuni problemi, se vogliamo, filosofico/scientifici (come può la coscienza sorgere dalla materia? La coscienza è una precisa struttura di atomi all’interno di un cervello o è un qualcos’altro, di derivazione spirituale che viaggia dai confini dell’universo fino ad installarsi in un cervello? Il famoso problema del dualismo mente/corpo) è anche una riflessione sul rispetto per gli animali, soprattutto quando essi vengono trattati come cavie da laboratorio. Gli animali sono esseri viventi, hanno una loro complessità di pensiero, provano emozioni e provano dolore fisico. E’ profondamente ingiusto, barbaro, stupido, egoistico ed arrogante servirsi di animali per la ricerca scientifica o per test di laboratorio. Alcuni possono obiettare “però si allevano per mangiarli”, ma anche qui avrei molto da approfondire ed allungherei troppo il discorso andando anche fuori tema. Concludo dicendo solo che in un mondo che si possa definire razionale ed avanzato l’uomo e l’animale sono pari. Fino a che non avremo preso coscienza di questo non possiamo veramente dirci progrediti e la scienza, quando si macchia di certi abomini, non è altro che arrogante barbarie. Dopotutto non possiamo sapere per certo ne comprendere cosa si cela realmente all’interno del cervello di un animale: magari un intero universo!
L’intero disco è permeato di una sostanza eterea, quasi a rimandarci direttamente al titolo così atmosferico. Mi viene in mente di chiedervi quali sono i vostri ascolti preferiti e quali di essi hanno contribuito nel risultarvi delle influenze che avete saggiamente mescolato.
Sinceramente non saprei come risponderti con dei nomi. Le canzoni sono venute fuori così in maniera spontanea, può sembrare una cosa un pò banale da dire, la solita risposta standard, ma ti assicuro che non saprei cosa altro dirti. Mi sono accorto anche io, durante la fase di produzione soprattutto, che le canzoni avevano certe caratteristiche che le discostavano molto dal metal “puro” e che sottolineavano atmosfere particolari ed eteree. Anche per questo nella scelta dei suoni e nel mixaggio abbiamo privilegiato le soluzioni che lasciassero inalterato l’aspetto “vero” e “live” del sound.
E ora domanda fuori dal contesto. Avete molta padronanza sugli strumenti e Daphne Romano è senza dubbio dotata di splendida voce cristallina e leggera allo stesso tempo. La vostra bravura è frutto di molti anni di scuola di musica oppure siete degli autodidatti?
Ti ringrazio per il complimento, e sono contento che la voce di Daphne ti piaccia, secondo noi è il perfetto complemento alla nostra musica. Io personalmente sono autodidatta completo, Giordano e Paride hanno frequentato per un breve periodo l’accademia di musica Lizard mentre Francesco e Daphne hanno preso lezioni da maestri privati ma sempre per un periodo limitato di tempo. Possiamo considerarci, tra le due cose, più autodidatti che studenti, a conti fatti.
Cosa ne pensate della scena Progressive Metal/Rock e/o Power Metal mondiale in questo momento?
Sicuramente la scena è molto popolata, ci sono tantissime band bravissime. Purtroppo molte band, per i miei gusti (e sottolineo per i miei gusti, non voglio assolutamente passare da arrogante) sono ancora dedite anima e corpo alla moda del virtuosismo sfrenato, nata forse con i guitar hero degli anni 80 che, se da una parte può subito colpire, alla lunga stanca. Alcuni (non mi riferisco alla tua recensione..sei stato anche troppo buono) hanno criticato che nel nostro album le chitarre non sono “abbastanza ritmiche”...beh, a parte il fatto che non penso che sia del tutto vero, in realtà è proprio così che le volevamo. Abbiamo curato molto gli arrangiamenti e con ascolti successivi credo che un orecchio attento possa percepire sempre maggiori dettagli nelle trame delle canzoni, perchè ne abbiamo messi davvero parecchi. Melodicamente e in certi punti anche ritmicamente ci sono soluzioni molto particolari, anche da un punto di vista della teoria musicale. Ma, in un periodo dove molti gruppi prog sono anacronisticamente convinti di essere ancora negli anni 70 o suonano perennemente in tempi dispari fino a sembrare dischi rotti, noi abbiamo scelto di usare il tempo dispari o la modulazione (o lo shred – ascoltare Sin Cara per credere) o altre cose più complicate solo ove esse aggiungessero effettivamente qualcosa in più alla musica e, cosa più importante di tutte, non disorientassero l’ascoltatore ma anzi passassero il più possibile inosservate, facendosi percepire, possiamo forse sbilanciarci a dire, a livello inconscio, lasciando il sapore di qualcosa di impalpabile ma piacevole. Etereo, per l’appunto!
Se vi dicessi la tanto discussa espressione “File Sharing” cosa avreste da rispondermi al riguardo?
Se scarichi illegalmente la mia musica perchè non hai fisicamente i soldi per acquistarla, perchè i pochi soldi che hai ti servono per sopravvivere, per me non ci sono problemi particolari. Quando lo smercio di musica cosiddetta “pirata” viene effettuato da vere e proprie organizzazioni allora mi schiero decisamente contro, così come se si scarica per “pigrizia” di acquistare o perchè si pensa che dopotutto scaricare sia un diritto. I gruppi si fanno un discreto di dietro per produrre musica e lo fanno con mezzi sempre più limitati e con mille difficoltà e sacrifici: se hai la possibilità economica di acquistare musica non mi pare proprio per nulla virtuoso scaricarla gratuitamente. Anche perchè, con poco più di 5€, il mio album te lo compri su iTunes e ti rendo anche disponibile l’artwork in pdf ad alta risoluzione in download gratuito così te lo puoi stampare e ti puoi confezionare un cd quasi uguale a quello che trovi nei negozi, se hai una buona stampante: cosa vuoi di più? Una bella cosa, poi, se si ha la possibilità di farla, è di acquistare direttamente il cd fisico dalla band (anche di Celestial Harmonies esiste il fisico, acquistabile scrivendoci semplicemente una mail o sul sito Spider Rock). Penso quindi che si faccia davvero qualcosa di profondamente ingiusto e deprecabile se, nonostante tutto, ci si mette comunque a scaricare illegalmente mp3, in particolar modo se di un gruppo emergente.
Avete in mente tour promozionali per far conoscere “Celestial Harmonies”? Cosa bolle in pentola?
Abbiamo diverse idee ma ancora nessuna è definitiva. Speriamo di poter portare un pò in giro la nostra musica e stiamo cercando di pianificare un pò di cose, ma ancora nulla di certo.
Quali sono le band con cui avreste maggior piacere nel condividere il palco?
La prima cosa che mi viene in mente è magari con i Vision Divine di Olaf. Abbiamo già condiviso il palco con loro in passato ma stavolta, visto che Olaf ha anche suonato un assolo nel nostro brano Indifference, sarebbe bello se, in un ipotetico concerto sullo stesso palco, salisse a suonare questo assolo direttamente lui!
Immagino che nella vostra carriera musicale saranno certamente capitati dei simpatici o grotteschi aneddoti. Perché non ce ne raccontate qualcuno?
Negli ultimi 6 mesi siamo stati veramente ogni giorno in studio quindi, a parte numerose gag e scherzi che ci siamo fatti lì dentro (e ce ne sono stati parecchi, Daphne può confermare, visto che se inizia a ridere non la smette più per minuti e minuti) non sono successe cose memorabili per la loro stupidità...purtroppo! Ma ci rifaremo, promesso, ed alla prossima intervista vi racconteremo tutto!
Immaginate di guardare in un futuro non troppo remoto, diciamo tra cinque anni. Cosa vedete nella sfera di vetro riguardo i “Lunocode”?
Di sicuro un nuovo album...per il resto, speriamo che la nostra musica sia apprezzata da più gente possibile, sarebbe una grandissima soddisfazione.
Domanda rivolta all’intera formazione. Un consiglio da donare a tutte le giovani band metal emergenti.
Il consiglio è sempre quello: se si vuole fare musica e si vuole provare a fare sul serio bisogna mettersi in testa che serve tanto lavoro, tanta volontà e tanta umiltà. Non state sempre li a lamentarvi perchè il mondo non è così come lo volete: iniziate ad agire e smettete di lamentarvi. Potreste addirittura scoprire di non essere perfetti nemmeno voi, che la perfezione non è di questo mondo e che chi fa fa, chi non fa, critica
Ora vi lascio carta bianca. Se avete qualcos’altro da aggiungere non esitate, ma prima vi chiedo se è possibile una piccola anticipazione. Avete già in mente di progettare un altro album?
Di certo Celestial Harmonies è solo il nostro primo passo. O il secondo, se consideriamo “Last Day of the Earth”. Progettiamo un altro album, quindi? Certamente! Il nostro archivio di riff, canzoni semilavorate e testi è sempre molto, molto ben fornito!
Un saluto a tutti i lettori di metalwave da parte di tutti i Lunocode, sperando di ritrovarvi ai nostri concerti e sperando che la nostra musica vi piaccia. Vi ricordo che l’album è disponibile dal 10 Gennaio 2012 per l’acquisto su iTunes e tutti gli altri maggiori distributori online di musica ma anche (e secondo il mio umile parere è la versione che rende meglio) in CD fisico, dotato di uno splendido booklet di 20 pagine completamente illustrato a corredo del quale cè anche un bell’approfondimento finale sul significato del concept della suite “The Origins of Matter and Mind”. Per acquistarlo basta andare sul nostro sito http://www.lunocode.com e scriverci una email o collegarsi al sito della nostra etichetta http://www.spiderrockpromotion.it ed accedere allo shop! Avrete ovviamente anche un gadget in omaggio insieme al cd-rom, in ogni caso!
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Intervista di Carnival Creation Articolo letto 2925 volte.
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