Intervista: Nashville Pussy

Ruyter Suys - Nashville Pussy Una insolita intervista alla chitarrista Ruyter Suys, con interessanti retroscena sulla registrazione di From Hell To Texas e Fernet Branca a fiumi.

 

Ciao Ruyter, come vanno le cose in casa Pussy?

Ci si da da fare, il nuovo album è stato davvero un lavoro massacrante....

Spiegheresti il titolo ai lettori di MetalWave.it? Cos'è, una specie di motto dalle vostre parti?

Non c'è, a dire il vero, una spiegazione logica.... Siamo stati molto descrittivi in quanto abbiamo viaggiato talmente tanto su strada che sembrava di stare all' inferno...per poi finire in Texas!

Dammi qualche info segreta riguardo a From Hell to Texas...

È il primo album registrato in digitale! All'inizio eravamo un pò contrariati ma il sound è eccellente, alla fine siamo molto soddisfatti.
Avevamo scelto quello studio proprio perchè avevano una macchina da missaggio in bobina in particolare che volevamo usare.... E indovina? Quando siamo arrivati nessuno sapeva come cazzo funzionasse!

Magnifico. Avete sempre registrato in analogico? E sottolineo ANAL.

[ridacchia] si, ci piace così tanto.... [tornando semi-seria] una volta abbiamo dovuto far inviare da un corriere le bobine da uno studio ad un altro e il fottuto furgone era un forno. Risultato: con la temperatura che c'era all'interno i nastri si sono letteralmente cotti e abbiamo ricevuto una telefonata tipo "dovete rifare tutto". [varie parole poco carine]

Quanto vi è costato questo barbecue?

Tesoro, meglio non parlarne.

Suona un pò come l'ultima volta che ho lasciato bollire gli spaghetti fino a farli diventare una melma, però un pò peggio. Sai, uno dei clichè sugli italiani...

[ridendo] adoro l'Italia, sai? Siete un popolo unico e adoro una cosa in particolare....

È qualcosa che posso trascivere sulla recensione?

Ma no! Mi riferivo al Fernet Branca! Ne teniamo sempre una bottiglia dietro al backstage! Ho pure un polsino ricamato Fernet. [nel frattempo arriva pure Bonnie, bassista]

Argh. Sarà che sono italiano solo al 50%... Proprio non riesco a berlo! Provate l'Amaro del Capo, piuttosto. Creatività pura, in bottiglia. [dopo infiniti discorsi su cose da bere che fanno male alla salute] .... Ragazze, perchè non mi raccontate qualcosa che nessuno sa sull'album...? Dai.

Questa non la sa nemmeno mio marito, cioè sì ma ti faccio sentire il file in diretta [tira fuori un iphone e mi fa sentire una serie di note a casaccio]
Ho provato a registrare un brano e avevo la chitarra scordatissima, qualcuno si era divertito con le meccaniche... Il risultato è stato sorprendente, il primo fraseggio, aggiustando qualche nota qua e la è stato così inusuale che ho deciso di metterlo nel disco.

Oh, è un esercizio di Giovanni Unterberger, alla Accademia Lizard! Regula Absurda mi pare si chiami...

Fantastico! Mi sono guadagnata un diploma? [ride] non ho la più pallida idea di che note fossero però suonavano bene. Un pò come quando suono il mandolino. Lo abbiamo inserito nel nostro album,sai?

Oddio. Perchè?

Ragione ufficiale? Jimmy Page, la mia più grande fonte d'ispirazione.

Cosa ti piace del panorama odierno?

A dire il vero sono sempre alla riscoperta di vecchi dischi, e ogni tanto mi rendo conto che classici come AC/DC, Black Sabbath e Led Zeppelin sono eterni.

Ci sono particolari indicazioni che seguite quando scrivete un disco?

No, a dirla tutta no. Ci chiudiamo a suonare e c'è chi ha già le idee ben chiare e porta un prodotto già 'confezionato' e chi ha brandelli di idee, come me. La cosa interessante è che noi non abbiamo un produttore che ci dice cosa fare, andiamo in studio con un fantastico tecnico del suono e facciamo Rock'n'Roll [yeeeah! Saltellano entrambe]

Intervista di Mark David Articolo letto 2490 volte.

 


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