Intervista: Neverdream

Nessuna Descrizione Fra le nuove realtà della scena prog italiana, sicuramente i neverdream possono essere annoverabili tra le più interessanti in circolazione. dopo aver recensito il loro secondo disco “souls 26 april 1986”, siamo andati a bussare alla loro porta per conoscerli in modo più approfondito. ecco il resoconto della rapida chiacchierata a gabriele palmieri, batterista della band.

 

Anzitutto, benvenuti su Metal Wave. Purtroppo, dato che molti dei nostri lettori non hanno minimamente idea di chi siate e da dove veniate, devo cominciare questa chiacchierata con voi, partendo con la solita domanda di presentazione. Ci date un breve stralcio della vostra storia fino ad oggi?

Gabriele :: I Neverdream sono un gruppo composto da sei amici innamorati dell’heavy metal fin dall’adolescenza, non abbiamo avuto molti cambi di line-up e dopo 3 anni di assestamento e di chiarificazione delle idee siamo arrivati al primo Ep “Rain Of Sorrow”, seguito un anno dopo da “Chemical Faith”, album che ci ha consacrati come musicisti e ci ha permesso di suonare molto in Italia ed in Europa. Tutto ciò per arrivare a “Souls 26 April 1986”, ultimo nostro lavoro incentrato sulla tragedia nucleare di Chernobyl, album che sta riscuotendo un successo enorme per la sua complessa drammaticità (a parer mio). I Neverdream sono una band che compone concept album pensati come colonne sonore, come per “Chemical Faith” la colonna sonora del film “Christiane F. – Noi, i Ragazzi dello Zoo di Berlino”, per Souls la colonna sonora di quei drammatici momenti accaduti 23 anni or sono.

“Souls...” è uscito da un po’ di tempo ormai. Che responsi ha incontrato fin’adesso?

Gabriele :: Siamo entusiasti della reazione del pubblico, soprattutto in sede live. Inoltre, siamo a dir poco felicissimi per quanto riguarda la stampa ed i media in generale: basta andare a vedere le recensioni che abbiamo avuto.

In sede di recensione, ho notato una sincronia pressochè totale fra arrangiamenti e testi, in cui i primi si calavano perfettamente nelle atmosfere descritte dai secondi. Vien da sé che generalmente nella mente dell’ascoltatore si creino delle immagini volte a rappresentare precisi scenari tematici. Credete sia così anche per la vostra musica?

Gabriele :: Per l’idea con cui nasce la nostra musica è assolutamente così. Come ti ho precedentemente detto, noi pensiamo l’album come colonna sonora dell’accaduto e proviamo con la musica e le parole a trasmettere immagini forti, immagini nella mente dell’ascoltatore. Non a caso, e credo fermamente che siamo una delle poche band in questo genere, il nostro album parte dai testi e non dalla musica.

La stesura di un prodotto come questo non penso sia stata facile. Quanto tempo vi ha richiesto “Souls...” per la sua lavorazione?

Gabriele :: Da Marzo a Giugno 2007 ci siamo concentrati sul songwriting, mentre il periodo da Settembre 2007 a Febbraio 2008 lo abbiamo dedicato alla registrazione e al missaggio. In poche parole un anno, eheheh!!

Com’è ricaduta la scelta su Achim Köhler nel ruolo di produttore?

Gabriele :: Amicizie comuni ci hanno portato a lui. Dopo aver ascoltato alcuni suoi lavori non abbiamo esitato a chiamarlo: Achim è un professionista ed una straordinaria persona.

Nonostante veniate presentati come un gruppo prog-metal, nel vostro sound si incontrano influenze provenienti da stili molto diversi, come psychedelic-rock a là Pink Floyd o heavy-metal classico. Perfino la presenza di uno strumento come il sax può suggerire a guardare oltre la semplice definizione di “progressive”. Perciò, voi Neverdream vi sentite all’interno di questa categoria?

Gabriele :: Abbastanza, se intesa come negli anni ’70. Io credo che il termine progressive significhi sconfinata ricerca verso nuove soluzioni, sonorità ed ambienti armonici. Se intesa come circo e scale a 180 bpm, allora lì devo rispondere assolutamente no!

Credete che, proprio per la grande varietà di stili presente nella vostra musica, il vostro prodotto può essere accessibile anche a chi non è proprio avvezzo a sonorità metal-oriented?

Gabriele :: Si e infatti lo è. Ed a volte, se devo esser sincero, rimane un po’ difficile per chi è troppo accostato a sonorità metal, eheheh! Per esempio, nella Germania del sud abbiamo riscontrato un ambiente abbastanza restio ai nostri cambi d’atmosfera, al contrario di Berlino dove abbiamo ricevuto una vera e propria standing ovation a fine concerto. Credo sia una normale e logica conseguenza che deve accettare chi compone musica complessa.

La peculiarità del disco è senz’altro il concept attorno a cui gravita, ovvero la tragedia di Cernobyl. Cosa spinge una band come la vostra a voler trattare nei propri testi un argomento così delicato come questo?

Gabriele :: Chernobyl è stata la conseguenza della nostra idea di affrontare grandi tematiche per decadi, partendo dagli anni ’70 e dal tema della droga con “Chemical Faith”. Di conseguenza, abbiamo pensato al nucleare per gli anni ’80. “Souls...” non è stato però solamente una logica conseguenza di un progetto,ma è anche stato un disco fatto con il cuore, che ci ha condotto nelle più remote sofferenze di gente che si è vista togliere la possibilità di un futuro dalla squallida e arrivista corsa verso un progresso senza scrupoli. È stato soprattutto un album per non dimenticare.

I temi socialmente impegnati sono stati fin’adesso una costante dei vostri lavori. “Chemical Faith” ruotava attorno al tema della droga, ispirandosi al romanzo “Noi, i Ragazzi dello Zoo di Berlino”. “Souls...” è una digressione sotto diversi punti di vista su uno dei più grandi disastri ecologico-sociali della storia. In futuro continuerete a fare altrettanto?

Gabriele :: Il prossimo album sarà intitolato “S.A.I.D.” e sarà un concept album che tratterà il tema dell’Africa, realtà compatita, ma mai aiutata fondamentalmente da nessuno (intendo stati ed organizzazioni internazionali, onore ai volontari ovviamente!). Il nuovo album tratterà alcuni temi fondamentali di questo meraviglioso continente: saranno presenti cenni storici di grandi uomini, ma anche crude realtà come i bambini soldato e infinite guerre civili ad esempio.

Avete mai provato a sperimentare in sede live l’uso di proiezioni o visuals per rendere ancora più efficace l’atmosfera dei vostri brani e gli argomenti di cui parlano?

Gabriele :: Lo abbiamo sempre fatto, eheheh! Abbiamo una persona che si occupa solamente di questo.

Rimanendo in tema, ho notato che avete tenuto diversi concerti in Germania. Come sono stati accolti i Neverdream lontani dalla madre patria?

Gabriele :: Al nord incredibilmente bene, la gente è molto più aperta verso sonorità nuove e sperimentali. Al sud un po’ meno, ma anche lì in fin dei conti non siamo andati malissimo, eheheh!

E l’Italia che trattamento riserva ai suoi connazionali?

Gabriele :: L’Italia dopo l’Inghilterra è il paese del progressive, mio caro: dire meravigliosamente è riduttivo. Abbiamo fatto da poco l’ultima data di “Souls...” al Jailbreak di Roma con tantissime persone partecipi...direi emozionante!

Un’ultima domanda, prima di salutarci. Cosa dobbiamo aspettarci da voi per il futuro, oltre ad un prossimo disco più che probabile?

Gabriele :: Dischi, concerti, dischi, concerti...ehehe! Solo chi ha cura del proprio presente può aspettarsi dal futuro belle sorprese: si vedrà.

Siamo ai saluti. Vi lascio carta bianca per una dichiarazione a ruota libera ai nostri lettori.

Gabriele :: Supportate la scena underground italiana e venite a trovarci sul nostro space: http://www.myspace.com/neverdreamband

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Intervista di Cynicalsphere Articolo letto 2423 volte.

 


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