Intervista Flash: Yattafunk
Visto che siete alla prima intervista in questo sito, perché non presentate ai nostri lettori quando ed in che modo avete iniziato il vostro percorso nel mondo underground?
Funk Norris: Non siamo proprio degli emergenti. Si, per gli Yattafunk si tratta dell’album d’esordio ma ognuno di noi ha avuto in passato altre esperienze più o meno consolidate. La band è infatti nata inizialmente come side-project per ognuno di noi ma poi abbiamo deciso di congelare o mettere fine a tutti gli altri progetti per dedicarci solo a questo. Da qui le registrazioni, la firma con Ghost Record Label e l’uscita di “Yattafunk Sucks”.
Da quali generi e bands è influenzato il gruppo?
Arnold Funkenegger: Abbiamo tantissime influenze diverse tra loro e credo che questo sia evidente dall'album. Si parte dal metal con tutti i suoi sottogeneri all'hard rock degli anni settanta, progressive, jazz, blues, pop ed altro ancora. Ovviamente poi c'è il funk. Le band sono quelle che assoceresti naturalmente a questi generi, ma anche quelle più vicine al nostro tipo di contaminazione come Infectious Grooves e Faith No More.
So che potrebbe non essere facile farlo, ma potreste commentare il vostro ultimo lavoro?
Funk Norris: In realtà è più facile di quanto si creda. Tutti noi siamo cresciuti con un certo tipo di musica con la M maiuscola. Abbiamo voluto fare un album che ricordasse fortemente da chi abbiamo preso ispirazione. I pezzi, se pur inediti, dovevano essere una specie di tributo a tutti questi grandi del passato e così è stato. Qualcuno ha apprezzato, qualcun altro no, qualcuno ha capito, qualcun altro no, fa parte del gioco ma è quello che volevamo noi.
La scena metal underground è indubbiamente inflazionata da tantissmi gruppi, per cui (spesso) risulta necessario presentare delle composizioni che si facciano notare nel marasma delle varie scene musicali. Ritenete che le vostre canzoni abbiano da dire qualcosa in più o di diverso da quello che è già stato detto nell'affollatissimo mondo metal?
Funk Norris: Come ho appena detto, avevamo un certo tipo di idea in testa. Ora abbiamo deciso invece di dedicarci a qualcosa che non sia più un tributo ai grandi visto che lo abbiamo già fatto, ma qualcosa di completamente unico. Poi potrà piacere o meno ma il discorso sarà sempre lo stesso: sarà quello che vogliamo noi. Questo è rock, fare come ti pare, non stare ai compromessi o scrivere brani in base al gusto del momento. Solo un pazzo può pensare di piacere a tutti con due chitarre distorte nella band. E solo in questo modo la risposta del pubblico è vera. C’è a chi gli Yattafunk fanno impazzire e a chi fanno schifo e così deve essere.
Cosa pensate del panorama underground nazionale?
Arnold Funkenegger: E' in una lenta e costante crescita. Il livello tecnico dei musicisti si è innalzato molto negli ultimi anni, così come la qualità delle idee, e ci sono band che non sfigurerebbero affatto nel panorama internazionale. Sfortunatamente il nostro è un paese dove la musica emergente non ha mai attirato particolarmente e questo è un grosso freno sia per la maturazione dei gruppi che per uno sviluppo più sistematico della scena.
La carriera di un gruppo musicale (pur breve che possa essere) è sempre costellata di avvenimenti più o meno positivi. Cosa vorreste cancellare e cosa ricorderete per sempre della vostra esperienza di gruppo, dagli inizi inizi sino ad ora?
Arnold Funkenegger: Personalmente considero il "San Vittorino Rocks" il punto più alto della nostra carriera ad oggi. Si tratta di un evento che abbiamo contribuito ad organizzare in cui abbiamo avuto l'onore di condividere il palco con alcune delle migliori band romane come Last Flare, FTMP, Funkin' Donuts e Lady And The Clowns e in cui il pubblico è stato veramente fantastico. Un'esperienza magnifica che si è velocemente trasformata in una festa per tutte le band e le persone che hanno partecipato. Momenti da cancellare invece direi nessuno. Tutto sommato non siamo stati così sfortunati ed anche gli errori e le giornate peggiori fanno parte del gioco. Bisogna accettarle ed imparare qualcosa anche da queste esperienze.
Come giudicate il veicolo Internet per la promozione della scena musicale?
Funk Norris: Un veicolo fondamentale. Anzi, il veicolo per eccellenza. Lo usano tutti, dagli adolescenti ai coetanei dei Rolling Stones. Oggi sembra essere il mezzo principe per cercare di far girare il tuo nome e tutto sommato non è poi così male. La difficoltà sta nel cercare di dare un’immagine vincente che possa attrarre qualcuno a cercare, ad esempio, il tuo nome su Facebook, YouTube o Twitter.
Visto che ne stiamo parlando.... quanti CD originali acquistate ogni mese? E quanti ne ascoltate?
Funk Norris: Io sono della vecchia scuola. Per me non esistono file digitali. Esiste il booklet, i testi all’interno, le foto della band e il cd. Personalmente due, tre acquisti al mese li faccio ma non sempre si tratta di nuove uscite. Gli ultimi acquisti? Headhunter dei Krokus, un bel cofanetto della Pfm e il self-titled dei Deftones che mancava nella mia collezione. Non compro in ordine cronologico di uscita insomma ma in base a quello che ho voglia di ascoltare. Ogni giorno c’è sempre musica nello stereo in macchina, in casa e la notte dormo regolarmente con l’iPod. Sinceramente non credo esista un momento della mia vita senza che stia ascoltando qualcosa, eh eh.
Cosa vuole fare il vostro gruppo da grande?
Funk Norris: Continuare a suonare quello che ci piace fino all’ultimo momento in cui ci sarà possibile farlo. Cercare di ricambiare la fiducia dei nostri fans, scrivere più pezzi possibile e conoscere più persone possibili che abbiano a che fare con la musica, dagli organizzatori di eventi alle band con cui condividiamo il palco. Questa è una cosa che non puoi decidere se iniziare o smettere, ti scorre nelle vene, ti da la forza di alzarti ogni mattina. Il rock non lo scegli tu, è lui a scegliere te.
Ok, ragazzi! Lo spazio a nostra disposizione sta per terminare, ma voglio lasciarvi carta bianca per l'ultimo messaggio. A voi la parola, siete liberi di esprimervi!
Arnold Funkenegger: Grazie a voi per l'intervista ed a tutte le persone che ci hanno supportato fino ad ora. Speriamo di aver lasciato un piccolo segno in chi ci ha già ascoltato e di raggiungere altre persone e far crescere il progetto nel futuro prossimo. Abbiamo una roadmap intensa di cose su cui lavorare, per cui non dovrebbero mancare novità nei prossimi mesi. Ciao!
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