Intervista: Bejelit
Ciao ragazzi! È un piacere riavervi sulle pagine di Metalwave.
Ciao! Piacere nostro, ormai siamo di casa qui su Metalwave.
Visto che qua da noi avete fatto più o meno un’intervista per ogni disco, perché non ci raccontate cos’è successo tra la vostra ultima uscita ed Emerge?
Non ci siamo fermati mai, ne l'attività live ne l'attività in studio. Ci siamo dedicati alla band tutti, sia vecchi che nuovi membri, senza perdere tempo. La promozione dal vivo di You Die and I... si è svolta al meglio delle nostre possibilità portando la nostra musica in tutta Italia, all'estero e a festival come il Metalcamp in Slovenia.
You Die and I... e tutto quello che è venuto da quel disco non è giusto chiamarlo traguardo, ma “un giusto inizio”. Da quel disco abbiamo iniziato a lavorare seriamente sulla band con la massima dedizione, che per vari motivi nei primi (tanti) anni della band non era stato fatto.
Ed infine eccoci ad Emerge, un disco in cui abbiamo confluito il 100% che potevamo dare in questo momento: a partire dalla produzione e dalle grafiche curate da mani esperte del settore, alla musica e alla registrazione, seguiti nei particolari degli arrangiamenti e dei testi scritti o corretti da una persona esterna.
Avete una storia travagliata, con un rapporto a distanza con il cantante, importanti sostituzioni tra i membri, e ammetto di essermi perso dietro a tutti i vostri cambi di etichetta. Cosa vi ha spinto in particolare a queste ultime decisioni?
Ahahah, hai ragione, vista da fuori la nostra storia sembrerà tremendamente travagliata ma ti assicuro che ogni cambiamento è sempre stato a fine di bene. Per quanto riguarda l'etichetta ci siamo trovati benissimo con Punishment18, ma nel momento in cui ci è arrivata la proposta da Bakerteam ci siamo resi conto che per la nostra situazione attuale era sicuramente l'etichetta che faceva per noi.
Come avete accolto nella formazione il chitarrista Marco Pastorino (Secret Sphere, The Ritual), e quali sono stati i suoi apporti principali al gruppo?
Ci si conosceva da tantissimo tempo con Marco e ci aveva già aiutato in alcuni concerti, quindi il feeling sul palco era già forte. Nel momento in cui gli abbiamo esposto il progetto è arrivata la decisione sia da parte nostra che sua di ufficializzare il suo ingresso in formazione... Da lì a due settimane siamo entrati in studio per registrare Emerge di cui ha portato un'intero brano (Don't Know What You Need) e del quale ha praticamente scritto e suonato tutti i soli.
La varietà sembra essere ora più che mai una delle chiavi del gruppo, varietà di stile ma anche di strumenti: Emerge contiene parti elettroniche, tastiere, pianoforti, chitarre acustiche e classiche, nacchere, dei violini e una fisarmonica (presi in prestito ai Furor Gallico)... Cosa vi ha spinto a utilizzare tutte queste risorse?
Nei Bejelit scriviamo tutti e tutti portano le loro idee, quindi viene naturale che ci sia molta varietà nei pezzi e negli arrangiamenti. Inoltre non ci precludiamo niente e non seguiamo nessuno schema fisso o regole particolari: se uno strumento ci piace, ci sta bene e lo vogliamo mettere non ci pensiamo due volte!
Non avete paura della difficoltà di riproporre tutte queste scelte live senza perdere il loro effetto originale?
Assolutamente no, li abbiamo già suonati sia in tour con i Rhapsody of Fire che nelle primissime date del nostro tour e la resa, grazie all'ausilio di basi, non stona rispetto al disco. Il grosso di quel che portiamo live rimangono i nostri strumenti suonati ma l'apporto di basi sicuramente rende lo spettacolo più completo.
Momento di autocritica: cosa vi piace di più, e cosa cambiereste avendone la possibilità?
Parlando per me ci sono alcuni momenti nel disco ben specifici che mi mettono i brividi... Che quasi mi vien da dire: ma questo è il disco della mia band per davvero? E' difficile spiegare la sensazione ma ti assicuro che quando succede è perchè sento che il lavoro fatto è valido.
Cosa cambierei? Non lo so proprio, magari quando faremo il prossimo disco con il senno di poi saprò risponderti.
Facciamo un salto dalla musica ai testi. La vostra band nasce ispirandosi al mondo di Berserk, direzione alterata bruscamente col precedente disco You Die and I... verso tematiche più scure, e poi virata di nuovo nell’ultimo lavoro. Volete spendere due parole su questi cambi importanti?
Abbiamo avuto bisogno di fare questi cambi importanti come tematiche. Siamo partiti come band metal che voleva raccontare nelle sue canzoni le storie di un manga ma all'alba del terzo album, dopo quasi 5 anni dal precedente, ci siam ritrovati con un umore diverso, con il bisogno di scrivere qualcosa di diverso, più personale o semplicemente inventato da noi. Era una limitazione troppo grande seguire una storia già scritta.
Emerge è un disco che segue la scia di You Die And I... ma invece di essere negativo e fine a se stesso nel suo pessimismo, vuole uscire dalle situazioni avverse che vengono descritte. E' un disco forte, pieno di energia. Rappresenta in pieno questo momento della nostra vita come band: la voglia di emergere, di combattere contro le avversità, contro che magari non ci vuole bene.
I testi stavolta li abbiamo affidati a Nick Xas Giordano, poeta e paroliere della nostra zona con cui è nata questa collaborazione, e c'è stata subito intesa. Lo abbiamo indirizzato e fatto entrare nel tema portante di questo album descrivendogli quel che volevamo raccontare nei vari brani e lasciando anche libertà creativa totale in alcuni di essi.
Uno dei brani “To Forget and Forgive” lo ha totalmente creato da zero basandosi solo sul titolo che gli avevamo dato. Conoscendoci nel tempo e imparando com'eravamo fatti ha realizzato un brano dedicato a noi come band, autobiografico possiamo dire.
Avete già dei piani per il post-Emerge Tour, o volete godervi il momento e affrontare le cose una volta che si presentano?
Un passo alla volta, le date son tantissime, siamo appena tornati dal tour con i Rhapsody of Fire, esperienza favolosa. Ora abbiamo numerose date per l'Italia e fuori come headliner. Ora la regola è non fermarsi mai e abbiamo davanti ancora tanta strada da fare.
Come vedete oggi la scena italiana? Ci sono, secondo voi, altri gruppi da tenere particolarmente d’occhio?
La scena Italiana è ricca di band che non hanno nulla da invidiare a quelle europee più blasonate. Facendo dei nomi rischierei di dimenticarmene qualcuno e fare una figuraccia! Sono positivo e secondo me la situazione metal italiana sta migliorando. I locali e il pubblico ci sono e rispetto a qualche anno fa ci sono più possibilità per una band di emergere. Magari vado controcorrente dicendo questo!
Bene ragazzi, grazie mille per il vostro tempo e ancora complimenti per l’ottimo lavoro. È il momento dei saluti, dei ringraziamenti e degli annunci a ruota libera, questo spazio è tutto per voi. A risentirci!
Grazie a te e grazie al pubblico di Metalwave che leggerà questa intervista. Invito tutti a seguirci nelle nostre prossime date live, potete seguirci sul nostro sito http://www.bejelit.com dal quale potete accedere a Facebook e tutti gli altri nostri canali. Bye!
Intervista di MrSteve Articolo letto 2709 volte.
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