Intervista: Corte di Lunas
Come è nata la vostra band e con quale intento?
E' nata quasi per gioco, un gruppo di amici e la passione per le rievocazioni storiche. All'inizio solo con cornamuse, bombarde e percussioni. Volevamo semplicemente partecipare alle feste medievali in giro per l'Italia, ma l'affiatamento e l'impegno con cui abbiamo impostato il progetto del gruppo ci ha portato in tantissime feste del nord Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Isole Azzorre, Slovenia, Spagna e Portogallo.
Poco prima di registrare il primo album abbiamo deciso di aggiungere batteria, basso e chitarra. In seguito abbiamo avuto la possibilità di suonare in grandi festival celtici e naturalmente c'è stata l'evoluzione che ci ha portato all'attuale formazione con l'inserimento di Giordana (voce) e di molti strumenti tradizionali che ora contraddistinguono il nostro sound.
Come vi siete avvicinati a questo genere musicale?
Per la naturale passione che abbiamo in fatto di personali gusti musicali.
In questo senso, quali sono i gruppi passati e recenti dai quali avete ricevete maggiore influenza musicale?
In primis i Corvus Corax e i Faun, ma anche Blackmore's Night e Renaissance.
Utilizzate strumenti anche piuttosto complessi. Come avete sviluppato competenze tecniche in merito?
Per le Cornamuse, alcune lezioni da altri "Cornamusai" , per Bouzouki, Rauschpfeife, Didgeriddo ecc. beh, autodidatti .
Il genere che proponete musicalmente influenza anche il vostro stile di vita?
Diciamo che è il nostro stile di vita che influenza il nostro genere musicale.
Lady of the lake è il vostro terzo album, ma è anche il primo in cui vi proponete con molti brani vostri e solo una cover, oltre al fatto che si tratta di un lavoro più "energico" e meno acustico. Come mai questa scelta?
Anche qui possiamo dire che è stata una normale evoluzione dovuta ai nostri gusti personali. L'amalgama attuale è la somma dei generi preferiti da ognuno di noi. Per quanto riguarda i brani, adesso ci sentiamo pronti per proporre i nostri lavori che, dai riscontri ottenuti fino ad ora, sono stati apprezzati moltissimo sia dai nostri vecchi fans, sia dalle persone che solo di recente ci hanno conosciuto.
Raccontateci il processo creativo e di scrittura del vostro ultimo lavoro.
Alcuni di noi scrivono dei brani e li propongono al gruppo. Alcuni sono completi, altri sono solo idee. Vengono provati e sviluppati dando un'impronta personale per ogni strumento. Alla fine, se piacciono si tengono, altrimenti si cestinano.
E' un lavoro lungo, ma alla fine, ciò che "teniamo" è sempre e solo quello che ci piace .
Personalmente, ho trovato The Moon e Lady of the lake le canzoni più suggestive e complete del vostro album. Ci raccontate qualcosa in merito?
“The Moon” è stata fatta di getto, da un’idea improvvisa molto semplice. Come “Dream” del nostro precedente album “Ritual”, è una di quelle canzoni create di getto, basate su melodie semplici, ma molto orecchiabili.
Invece “Lady of the Lake” ha una storia. Durante un servizio fotografico al laghetto di Percedol, a Trieste, tra una foto e l’altra, Rango ha iniziato a strimpellare il riff che poi ha dato vita al pezzo. Il testo è venuto di conseguenza e, secondo noi, è una storia bellissima di una ninfa, uno spirito della Natura che dimora in un lago. Di giorno risiede nel suo lago, di notte va a raccogliere le anime che lasciano i corpi di animali e uomini. Non ha sentimenti umani, fa parte del tutto, delle regole di Madre Natura. Ogni tanto osserva gli uomini nei loro compiti quotidiani, nei loro conflitti e nelle loro passioni. Non comprende le emozioni finchè un giorno vede una scena che le fa scegliere di vivere quelle emozioni che ancora e mai ha conosciuto: una madre che abbraccia il suo bambino e con lui scambia l’essenza dell’amore più profondo. Rinuncia così per sempre alla sua eternità.
Lost in Fairy Land ha qualcosa di accattivante nella melodia. Vogliamo approfondire come è nata e si è sviluppata?
All'inizio era solo un riff di Bouzouki che ci piaceva, in seguito Thomas (il chitarrista) l'ha sviluppata e Giordana (Voce) ha scritto la parte vocale. Il titolo dice già tutto. Perdersi nel mondo delle Fate può rivelarsi un bellissimo sogno, ma si sa che a volte le fate sono dispettose….
The Circle: unica cover. Come mai solo questa e perché proprio lei?
Fa parte del nostro repertorio da anni. E' una delle canzoni che ci piacciono di più e il nostro arrangiamento l'ha fatta diventare a tutti gli effetti una canzone nostra, anche se è di Blackmore's Night.
Si capisce quanto voi crediate in quello che fate, nonostante non avete ancora il supporto di un'etichetta discografica. A questo proposito, che consigli dareste alle band più "giovani"?
Personalmente (è Coghy che scrive) gli unici consigli che darei alle altre Band sono quelli di scrivere più possibile brani propri e di cercare un sound "personale" in modo che chiunque ascolti un loro brano sappia subito che è un brano originale, nuovo e caratteristico di quella band. Il web offre moltissime possibilità per divulgare la propria musica, approfittatene. Un consiglio che invece darei alle tantissime etichette discografiche, è che dovrebbero collaborare strettamente con i gruppi al fine di farli crescere. “Do ut des”.
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Intervista di Reira Articolo letto 4123 volte.
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