Intervista: Desource

Desource Edo dei Desource ci racconta come è andato quest'ultimo anno tra promozione del debut album "Dirty Happiness" e esperienze importanti come l'apertura dei concerti degli Architects e Protest The Hero. Enjoy!

 

"Dirty Happiness", il vostro debut album, è uscito un anno fa con la This is Core. Quali sono gli elementi che caratterizzano questo album e in generale il vostro sound?

Durante la fase di stesura "Dirty Happiness" fu concepito come un disco viscerale ma elegante, di forte impatto ma non per questo privo di contenuti: credo che quest'obiettivo sia stato raggiunto in pieno, in quanto la cosa che caratterizza di più il nostro primo lavoro sia l'eterogeneità, l'equilibrio tra i numerosissimi elementi all'interno del nostro sound.

Benvenuto su Metalwave.it! Iniziamo con un pò di storia dei Desource. Raccontami come si è formata la band.

Grazie a voi per l'opportunità! La band si è formata nell'ormai lontano 2007, sotto il nome di My Sweet Nightmare, monicker che abbiamo tenuto per tutta l'incarnazione iniziale della formazione, ai tempi una sottospecie di tributo ai Pain of Salvation e in generale al concetto di ossimoro. Moltissimi pezzi che potete trovare su "Dirty Happiness" furono composti durante questa prima fase della band, alcuni addirittura sui banchi di scuola. E' a fine 2010 che nascono i Desource, dopo anni di svariati cambi di line up, esperimenti di vario tipo e sopratutto concerti, grazie ad una forte necessità di rinnovamento a livello d'immagine.

Quali sono invece i concetti alla base di "Dirty Happiness"? Qual'è il significato del titolo?

I concetti alla base di "Dirty Happiness" son assai numerosi, anche se potrebbe esistere un filo conduttore latente tra i pezzi, ossia il concetto di conflitto: l'album infatti tratta temi molto controversi e "potenti", come il tradimento, il suicidio, il potere mediatico, il controllo religioso, ma anche l'amore e i sentimenti. Secondo il sottoscritto "Dirty Happiness" rappresenta rispetto a questo la massima contraddizione che l'essere umano vive durante il suo percorso terreno, ossia l'inconciliabile influenza del male con la perfezione della vita presa a sé stante: nonostante l'esperienza umana sia segnata dal dolore, dalle contraddizioni e dall'assurdità della morte, tutto ciò sparisce nei confronti delle infinite possibilità che in realtà possediamo, dimostrando di essere appunto al massimo una "macchia", che non potrà mai intaccare veramente la nostra natura.

Come ho scritto nella recensione di "Dirty Happiness", a mio avviso avete avuto la capacità di amalgamare in modo efficace elementi melodici e dinamiche metal, progressive e hardcore. Sei d'accordo? Quale metodo usate per far sì che il tutto dia un' idea di continuità, evitando frammentazioni dello stile?

Assolutamente. Il nostro metodo è in ogni caso molto semplice, ossia l'inesistenza pressoché totale di compromessi nella fase di scrittura dei pezzi: il nostro obiettivo è quello di scrivere ogni canzone come se fosse la più importante. In questo senso per i Desource non esiste un lato B, un riff scartato, un'idea che vale meno di un'altra, o una deadline temporale per la stesura di un album.

Ad un anno dall'uscita del vostro debut album che bilancio puoi fare per quanto riguarda le reazioni del pubblico e in generale la ricezione del vostro lavoro?

Nonostante i nostri mezzi siano stati molto limitati sin dall'inizio, siamo assolutamente soddisfatti dei risultati che abbiamo ottenuto: l'album è stato accolto veramente molto bene, addirittura è stato inserito da diverse webzine tra i migliori del 2013 e, grazie a ciò, la band ha vissuto momenti veramente importanti. Per questo ci stiamo concentrando per continuare a promuoverlo in maniera efficace ancora per diversi mesi.

E' apprezzabile il fatto che sulla vostra pagina di bandcamp (http://desource.bandcamp.com/), di ogni pezzo possiamo trovare la "storia" e le lyrics. Che importanza date ai testi delle canzoni?

Spendiamo quasi la stessa quantità di tempo sui testi rispetto a quello speso sulla musica, finché il tutto non ci sembra amalgamato e perfetto rispetto ai nostri standard (che sono molto alti…). In questo caso prendo sempre ad esempio il testo di "Silence (The Shape of the End)", uno dei miei preferiti in assoluto.

Cosa pensi della situazione del metal contemporaneo?

Nonostante la saturazione rispetto a certi generi abbia raggiunto livelli pressoché ridicoli, Djent in primis, la musica "dura" tutta oggi sta vivendo forse il momento di maggiore grazia non dico in assoluto, ma quasi: la qualità media delle proposte è altissima, così come delle band, di ogni genere. C'è da esserne soltanto che fieri!

Quali sono, secondo te, le differenze principali tra il metal italiano e quello estero?

L'Italia in questo senso sta raggiungendo livelli qualitativi altissimi, se si pensa sopratutto al famoso "Italiano Medio". La differenza principale credo sia nell'ancora assenza di una cultura "di genere" che per fortuna sembra stia nascendo: in Italia si campa purtroppo ancora di cover band dei soliti 3/4 nomi. Fuori (UK, USA, Svezia, Germania, Russia) è tutto un altro mondo, e te lo dice uno che ha vissuto in Inghilterra per diverso tempo.

Quali sono le band italiane che vi hanno più influenzato/ispirato?

Diverse, ma più che altro a livello di attitudine, essendo le nostre influenze musicali sopratutto estere. Nel 2010 abbiamo avuto per esempio la possibilità di condividere il palco con Helia e The Secret, due nomi ormai conosciuti a livello mondiale e due band che ci hanno trasmesso una mole di professionalità non indifferente. Impossibile poi non citare i "nostrani" Fleshgod Apocalypse… forse la band che si è meritata di più il successo che ha ottenuto, ma anche i nostri amici Locked In. Per concludere, una band che ci ha dato diversi input fondamentali a 360° di recente sono i fantastici Abiogenesis: non vediamo l'ora che esca il loro album!

Avete aperto i concerti italiani degli Architects e dei dei Protest The Hero! Raccontaci qualcosa di queste esperienze.

Sinceramente? Ancora dobbiamo realizzare pienamente di aver preso parte a tutto ciò… per noi è stato a dir poco un onore, ma anche un battesimo del fuoco, in quanto suonare con nomi del genere ti mette decisamente alla prova, rispetto ai soliti concerti davanti a famiglia ed amici. In occasioni del genere la tensione è stata alle stelle, così come l'eccitazione e la voglia di strafare: possiamo comunque dire di aver fatto del nostro meglio, e la reazione a dir poco entusiasta sia del pubblico che delle altre band ne è la prova. Ricevere complimenti dal vivo da gente come Drew degli Stray From the Path o da Stu dei Comeback Kid non ha fatto che confermare la qualità della nostra proposta. Sì, ci sono arrivate montagne di critiche per aver partecipato ad eventi del genere, cose anche molto pesanti ed offensive, per i soliti discorsi relativi alle varie e presunte "Mafie", ma ovviamente nessuno ha avuto poi il coraggio di replicare di persona, chissà perché… ;)

Parlami un pò dei vostri progetti futuri.

La macchina Desource in questo momento sta funzionando a pieno regime: al momento stiamo scrivendo due dischi, il primo che speriamo di far uscire il prossimo anno. Vi assicuro che "spettinerà"… e di brutto! Stiamo lavorando poi con i nostri manager, i ragazzi di Rockshots Music Managemente & Promotion, insomma, tanta carne al fuoco. Tutti i ragazzi della band hanno diversi altri progetti interessanti in cantiere: per citarne uno, il sottoscritto sta lavorando in veste di produttore ad una collaborazione in atto con Matt Halpern (Periphery) e Maxi Curnow (Modern Day Babylon, Friend for a Foe, Monuments…) legata al progetto solista di Jack, Eight Rays; speriamo di far uscire questo singolo entro il 2014!

Metalwave.it vi fa tanti in bocca al lupo per tutto! E ora puoi lasciare un messaggio ai nostri lettori!!

Vi ringrazio per l'opportunità e il supporto che ci avete dimostrato! Ai lettori di Metalwave.it e in generale ai nostri vecchi e nuovi fan... preparatevi, il bello deve ancora arrivare!

Intervista di Jezebel Articolo letto 3893 volte.

 


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