Intervista: Nebrus

Nessuna Descrizione E pensare che la prima volta che recensii i Nebrus, mi sembravano un gruppetto così, uno di quelli che sì, potrebbe anche fare qualcosa, ma non ci credo tanto. E invece “From the black ashes” fu qualcosa di allucinante. Lo scrissi in sede di recensione: fu un colpo di coda che non avrei mai pensato che fosse così convincente, e tanto bastò a far girare quel disco per tanto tempo nel mio lettore cd, finché mi convinsi che i Nebrus erano e sono una delle migliori realtà black metal nazionali della decade 2000 – 2010. Con “Blackera”, ultima loro fatica discografica, c’è stata un’altra evoluzione, e stavolta non ci siamo fatti scappare la possibilità di intervistarli, con Mortifero (chitarre e songwriting) a concedersi alle nostra domande. Buona lettura.

 

Benvenuti sulle nostre pagine di Metalwave. Essendo voi un gruppo non debuttante ma comunque nuovo su queste pagine, potreste descrivere lo stile musicale e dare una breve biografia dei Nebrus ai nostri lettori?

M: Onorati dell'accoglienza: i Nebrus nascono nel 2008 ad opera di Noctuaria (voce e synth) e Mortifero (chitarra, batteria e basso); abbiamo all'attivo un demo “Twilight of humanity” (Obscurus Records - 2009), un album “From the Black Ashes” (Schattenkult Produktionen - 2012), uno split “Slaughtered whores of Satan” (Schattenkult Produktionen/Total Death – 2012) e un EP “Blackera” (Schattenkult Produktionen – 2014). Il genere che proponiamo è Black Metal.

Blackera” è il vostro ultimo sforzo discografico, un EP per la precisione. A cosa è dovuta questa scelta piuttosto che un nuovo full length?

M: Sin dalla sua composizione avevo in testa un'uscita “dedicata” a Blackera; originariamente il pezzo comparve sul three way split “Slaughtered whores of Satan”, ma la sua forma finale non mi convinceva del tutto, questo perchè il pezzo venne registrato poco dopo la composizione, senza il dovuto tempo di assimilazione ed arrangiamento necessari a portare il pezzo a compimento. Insieme alla nuova registrazione di Blackera abbiamo voluto aggiungere una serie di “chicche”, che portassero il minutaggio complessivo ad essere quasi un album, ma con la volontà invece di offrire un qualcosa di diverso e complementare. Ecco quindi la riedizione e brutalizzazione di “I am the Beast” pezzo di apertura del nostro demo, la cover di Akerbeltz, la versione remixata della rarità “Heinous Communion” e la traccia inedita “Wolfpride” oltre che all'oscura intro “Kill the Enemy” ad opera esclusiva di Noctuaria e del suo progetto solista Ambient “Flusso Delirante Persecutorio”.

Il mood dei brani di “Blackera” lo trovo parecchio più massivo che in passato. Si tratta di differenti approcci compositivi o migliorie nella proposta sonora del brano?

M: l’approccio compositivo si è certamente evoluto ma ritengo che il mood di Blackera sia soprattutto dovuto ai suoni più incisivi, sia di batteria sia di chitarra; nella fattispecie per ottenere un muro sonoro adeguato, dopo alcune prove e sperimentazioni, sono state registrate 4 chitarre con 3 diversi distorsori, il tutto microfonando l’amplificatore. Penso che il mix chitarristico ottenuto sia migliore di quanto fatto in passato.

Il vostro tributo ad Akerbeltz non è indifferente, visto che lo avete tributato con una cover della sua “Akerbeltz” e visto anche che è presente lui come special guest. Come mai proprio lui, e come ci siete entrati in contatto?

M: venni a conoscenza della musica di Akerbeltz quando la nostra Etichetta ci propose uno split con lui ed i tedeschi Waffenträger Luzifers: ovviamente mi documentai e rimasi colpito dalla sua musica, oltre al fatto che Akerbeltz fosse una delle prime realtà Black Metal in Spagna. I suoi pezzi sono selvaggi, freddi e al contempo profondi, forieri di sensazioni che credevo ormai sepolte nel passato. Dopo l’uscita dello split abbiamo avuto la fortuna di supportare in due date, come gruppo spalla, i Körgull The Exterminator, un gruppo thrash black metal nelle cui fila milita alla batteria proprio Joe Bastard, aka Akerbeltz: per questa occasione, abbiamo preparato una cover di Akerbeltz (proprio la song “Akerbeltz”)che abbiamo suonato con Joe come ospite alla voce. Successivamente, durante le sessioni di registrazione di Blackera abbiamo deciso di inserire anche questo grande pezzo, questa volta con Noctuaria alla voce e Akerbeltz ospite negli assoli di chitarra e basso.

Il vero trademark dei Nebrus è dato da un approccio vocale di Noctuaria del tutto personale, che rifugge il classico screaming per un approccio che cita spesse volte Attila Csihar. In che modo pensate che questo può dare una marcia in più alla vostra musica?

M: premesso che Noctuaria è anche in grado di esprimersi anche attraverso lo screaming, come si può constatare da passate registrazioni, via via che ci siamo evoluti non abbiamo più reputato questa impostazione vocale adeguata a ciò che volevamo esprimere. Ci siamo accorti che una voce acuta e stridula non può essere rappresentativa dell’Oscurità e della Morte, non può essere uno strumento di Terrore, questo forse perché dopo anni di ascolto del classico screaming, ne siamo ormai assuefatti e questo non è più in grado di donarci sensazioni torbide e profonde. Noctuaria attualmente si esprime con una voce che si può accostare sì ad Attila ma con un suo preciso carattere, personalità e soprattutto, a mio parere, a differenza del suo illustre collega, risulta essere sincera portatrice di corruzione e putrefazione. In conclusione, avere nella formazione una cantante con una voce personale e particolare risulta essere fondamentale per essere riconoscibili e spiccare su tutti gli altri validi gruppi dell'underground.

Cos’è la “Blackera” di cui parlate in quest’album? Esistono delle tematiche che i Nebrus propongono come trademark, oppure cambiano di album in album?

M: Blackera è l'età dell'oro del Black Metal, che secondo noi sono i primi anni '90, non solo per l'originalità della musica allora proposta, ma per la genuinità e la personalità con cui la musica venne affrontata. Abbiamo nostalgia non tanto di quella musica, quanto di quel periodo irripetibile di creatività. Oggi le tematiche affrontate sono molteplici e non ruotano più esclusivamente intorno alla Morte come agli inizi di Nebrus; ultimamente Noctuaria ha composto liriche molto evocative ed ermetiche, con poche parole è in grado di dar vita a sensazioni terribili ed a paesaggi desolati, ogni spettatore può trovare in esse un Inferno su misura, proprio ciò che vogliamo far scaturire con la nostra musica.

Le tre releases discografiche dei Nebrus denotano, a mio avviso, una evoluzione stilistica abbastanza evidente. Confermate questa opinione? Commentate le vostre releases da un punto di vista stilistico.

M: Confermo senz'altro la tua disamina. Inizialmente Nebrus non nacque come band di puro Black Metal; la nostra ambizione era quella di creare una musica particolare che, utilizzando in parte anche il lessico tipico del Black Metal, unito ad una voce non convenzionale, trasponesse in musica la nostra affezione per la Morte. Con queste intenzioni venne registrato il demo “Twilight of humanity” che definirei Avantgarde Downtempo Black Metal. Inutile dire che la traccia meglio riuscita fu invece quella più violenta, ossia “I am the Beast”, pezzo in cui fuoriuscì tutta la nostra passione per il Black Metal più canonico: la via era tracciata e a questa canzone manifesto seguì il full “From the Black Ashes”, un disco puramente Black Metal con purtuttavia una voce sempre poco convenzionale per il genere. I più recenti split ed EP ci vedono sempre più estremizzare il nostro sound e la voce attestarsi su tonalità personali ma chiaramente ed inconfondibilmente estreme.

Voi siete una delle poche bands Black Metal dall’Italia che, immagino non senza sforzi, fa concerti. Parlateci di questa scelta e raccontateci dei lati positivi e negativi che avete vissuto da queste esperienze.

M: Suoniamo dal vivo fondamentalmente per noi stessi e per incontrare e conoscere i pochi in grado di capire ciò che stiamo facendo. Il prezzo da pagare è alto, significa strappare ogni singola data con i denti e sbattersi per portarla a compimento. Non voglio aggiungere altro a quello che è già a tutti noto (l'ardua ricerca per metter su una lineup affidabile, la piaga delle cover bands, l’ignoranza musicale dell’italiano medio, il pay to play, le condizioni precarie in cui spesso si è costretti a suonare, ecc…), dico solo che un giorno, quando verranno meno anche le piccole soddisfazioni di cui sopra, smetteremo di suonare dal vivo.

Ho scritto in sede di recensione che vi considero tra i miei preferiti del Black Metal italiano, al momento. Pertanto, reputo la vostra band più che qualificata per dare consigli su come fare Black Metal per qualche giovane leva che vorrebbe cimentarsi con questo genere musicale. Diteci tre cose che secondo voi sono indispensabili per fare Black Metal, e diteci tre cose che a vostro avviso non possono minimamente stare nella testa di uno che vuole fare Black Metal.

M: Ti ringraziamo per le tue parole, anche se ci consideriamo ancora agli inizi: certamente esistono musicisti molto più qualificati di noi a dare le dritte a chi oggi decide di iniziare a suonare Black Metal. In ogni caso, sinteticamente, le tre cose indispensabili per noi sono la conoscenza profonda del genere, la coscienza dei propri limiti per poterli valicare e l’avere come ultimo scopo la propria soddisfazione nel creare e suonare questa musica. Per contro, sono solo fuorvianti la ricerca del successo, il voler essere alla moda e non ultimo il fossilizzarsi esclusivamente sulla musica creata dai padri del genere, scopiazzandoli grottescamente.

Parlateci dei vostri progetti futuri, nuove releases, side projects, concerti e quant’altro.

M: stiamo lavorando al nuovo album da parecchio tempo ormai e a breve inizieremo a registrare delle demo che saranno utili per le future scelte sonore del nuovo disco. Questo sarà molto più oscuro, dissonante e violento di quanto fatto in passato, spero proprio che riusciremo a materializzare le idee che ho in testa in un album privo di qualsivoglia luce e speranza. Sotto il fronte side-projects ho da poco ultimato la stesura del nuovo album della mia one-man band Nott: questa volta ho deciso di ospitare nel disco alcune persone che, prima ancora che validi musicisti, sono degli ottimi amici. Per ora non svelo altri dettagli. Ho anche ripreso la composizione del primo album di Urticant (progetto in cui milita anche Noctuaria); ormai sono circa a metà dell'opera e posso solo anticipare che il sound subirà una sterzata decisamente estrema verso un sound old school Death Black.

Ultime parole famose...

M: grazie per l'intervista.

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Intervista di Snarl Articolo letto 3600 volte.

 


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