Intervista: Starsick System

Nessuna Descrizione I nostrani Starsick System hanno recentemente dato alla luce il loro primo incredibile album intitolato “Day Dreaming” che ho avuto modo di recensire personalmente assaporandone appieno sia la buona strumentalità sia l’altrettanto sound energetico e convincente. Per saperne di più abbiamo incontrato ed intervistato la bella Valeria Battain, incredibile bassista di questa band, che ci ha svelato un po’ sia come è nata l’idea di formare questo gruppo che la successiva decisione di mettersi al lavoro per la realizzazione un vero e proprio album.

 

Ciao e ben venuta qui sul nostro spazio dedicato alle interviste. Senti vuoi parlarci brevemente di questo vostro primo lavoro, di come è nato, insomma di quelli che sono stati gli ingredienti che ne hanno permesso la realizzazione.

Ciao e grazie a voi per lo spazio che ci concedete! Daydreamin’ nasce dall’idea di suonare un genere che sentiamo davvero nostro, di creare canzoni che ci piacciono davvero, semplici e dirette, e metterci tutto quello che nelle precedenti esperienze musicali non avevamo potuto realizzare. Abbiamo tutti gusti musicali differenti e non volevamo che fosse un limite, ma usarlo come punto di forza, perciò abbiamo mescolato in piena libertà le varie influenze, e grazie al giusto affiatamento abbiamo trovato questo mood, che viaggia tra l’hard rock, gli arrangiamenti più moderni, i ritornelli carichi di emotività e i momenti più metal.

Come sono nati gli Starsick System, dove vi siete conosciuti e di quali sono state, musicalmente parlando, le vostre influenze e/o ispirazioni maggiori.

Gli Starsick System nascono soprattutto come una band di amici, ci conosciamo da una vita, e abbiamo militato in diverse band insieme (ad esempio Ivan e Marco nei Pathosray, io e David nei Syrayde), quindi l’idea di suonare insieme, con questa line-up c’è sempre stata. Nel 2012 abbiamo dato vita a questo progetto con l’intento di fare ciò che piu ci piaceva: abbiamo cercato e fortemente voluto una commistione tra gli ascolti che più ci hanno influenzato negli anni tenendo conto dei gusti di tutti. Quello che si sente nel nostro debut è questo, i riff chitarristici e più hard rock, i ritornelli molto melodici e ottantiani, l’attitudine street e gli arrangiamenti più moderni e cari al mondo metal. Se devo pensare ad ispirazioni posso citare i Guns’n’Roses, i Queen, i Led Zeppelin, Bon Jovi e B. Adams, e poi band più attuali come Alter Bridge, Shinedown, Papa Roach, Halestorm e Buckcherry.

Quali sono state le difficoltà maggiormente incontrate, se ci sono state, per la realizzazione di Daydreamin’

Penso che non ci siano state reali difficoltà nella realizzazione di Daydreamin; abbiamo sempre avuto le idee molto chiare su quello che volevamo fare, ma dal lato compositivo ci siamo lasciati condurre da quella che era l’ispirazione del momento. Il lavoro in studio è stato mirato e voluto a ricercare un sound che fosse nostro, e componendo le canzoni abbiamo volutamente inserito ampie melodie nei ritornelli per far sì che diventasse il nostro trademark. Siamo molto affiatati e ci conosciamo da molto tempo e questo agevola tutte le fasi di vita della band. I momenti duri e faticosi ci sono stati sicuramente, abbiamo lavorato tanto e ci siamo impegnati davvero tanto per raggiungere questo risultato.

Parlaci del nome del gruppo se ha un significato particolare oppure è venuto fuori così;

Starsick System rimanda ovviamene per assonanza allo “starsystem” e all’idea di un mondo “malato”, e più che altro il nostro voleva essere un modo ironico e canzonatorio di descrivere il mondo patinato dello spettacolo e della musica, di quelli che si prendono troppo sul serio. Pensiamo a divertirci e a suonare, che è quello che amiamo fare, speriamo che i messaggi che trasmettiamo con i nostri brani arrivino sempre a più gente, i valori importanti sono altri, e cerchiamo di mantenere il sorriso sempre.

Cosa ti piace di più, cosa meno e cosa avresti voluto fare eventualmente in modo diverso in questo album anche a registrazione ultimata e qual è o quali sono i brani che ti hanno maggiormente coinvolto;

Direi che sono davvero soddisfatta del lavoro fatto su Daydreamin’, per me e per gli altri è stato un traguardo importante poterlo pubblicare e poter finalmente condividere la nostra musica e ciò che abbiamo da dire con il mondo là fuori. Sicuramente a distanza di tempo potrei dire che avrei fatto scelte diverse o arrangiato diversamente i brani, ma quello dipende dalla vena abbastanza critica che ho in tutte le mie cose. Invece davvero apprezzo interamente la spontaneità di questo album, che probabilmente non sarà mai cosi presente in nessun altro lavoro che faremo da qua in poi. Questo essere liberi dalle reazioni delle persone alla tua musica, fa sì che sia davvero spontanea e diretta. Posso sicuramente fare tesoro di tutto questo e seguire la linea per il successore. Di questo album amo profondamente pezzi come Believe, Dayreamin’ e Don’t fly Away, che oltre a avere una carica emotiva hanno anche dei messaggi nei testi molto importanti, e adoro la grinta di Spit it Out e Pull the trigger, soprattutto live!

Cosa pensi dell’attuale scena metal nazionale in rapporto con gli altri stati europei e americani credi che andrebbero fatti maggiori festival o pensi che tutto sommato le cose vadano bene così;

Abbiamo sicuramente una scena metal molto viva e attiva soprattutto in questi ultimi anni, lo dimostrano le band che sia underground che sotto label stanno emergendo rapidamente nel panorama italiano. La scena musicale ha raggiunto davvero un ottimo livello, d’altra parte però in Italia manca l’effettiva cultura alla musica e agli spettacoli in generale, quindi mi piacerebbe ci fosse molto più movimento, sia come festival che come locali che promuovono la musica inedita. Ora come ora suonare la propria musica è difficile, e apprezzo davvero chi sceglie di dare una mano alla musica emergente. L’Europa e gli Usa sono sicuramente avanti molti anni rispetto a noi, ma io amo il mio paese e confido ci sia una sveglia generale, e si cambi il modo di fare e di ascoltare musica.

A che età ti sei avvicinato al mondo del Hard rock/Metal e quali sono state le band storiche e non che ti hanno maggiormente ispirato la tua crescita musicale.

Ascolto Rock, Hardrock e Metal da quando avevo circa 14 anni, e ho iniziato a suonare nello stesso periodo, inizialmente la chitarra e sono passata poi al basso. Non saprei nemmeno da dove iniziare a citare le band che più mi hanno influenzato, ma sicuramente citerei Led Zeppelin e Queen, Bon Jovi, e più vicino ad oggi Alter Bridge, Shinedown, Paramore, ma davvero amo ascoltare di tutto, non mi sono mai messa un limite, dal metal estremo fino al pop in radio (purchè mi trasmetta qualcosa).

Credi che al giorno d’oggi sia particolarmente difficile emergere nell’ambito musicale come quello del metal, dell’ hard rock e di tutti i derivati annessi che troppo spesso vengono considerati un po’ troppo “estremi” qui nel nostro paese;

Assolutamente si, credo ci sia davvero poca cultura dell’ascolto rock e i suoi derivati, e questo perché dai massmedia la cultura pop privilegia la musica “usa e getta”, e definisco così quei fenomeni mediateci che escono dai talent e che anno una carriera a meteora che non premia costanza e ricerca di sound, ma sottolineano le mode del momento. Spesso tutti i sotto generi di rock, hard rock e metal vengono etichettati come “musica che fa rumore, chiasso” da chi, per pigrizia, non ascolta e fa di tutta l’erba un fascio. Esistono così tanti generi e sfumature, e penso che questi siano i veri generi della musica suonata, quella vera, col musicista che realmente offre qualcosa al pubblico, e non solo mera programmazione.

Ti rivolgo una domanda personale: a cosa pensi prevalentemente quando ti esibisci in pubblico, era effettivamente questo quello che avresti voluto fare quando eri bambino.

I live, il palco, sono i momenti più emozionanti, perché è dove ho sempre sognato di stare fin da quando ero piccola, ed è quello che vorrei fare per tutta la vita (potendoci vivere di questo sarebbe ancora più bello!). Non ho un pensiero fisso, sono molto coinvolta dalla musica e canto i testi, mi lascio prendere dal momento ed amo suonare, adoro vedere le persone coinvolte di fronte a me, farle divertire, muovere ed emozionare, e sono quelle le cose che mi rimangono dentro.

Parlami un po’ del sound di questo lavoro, di come nascono le canzoni nel vostro gruppo e soprattutto, per quanto concerne i testi, quali sono state le tematiche che avete voluto affrontare maggiormente.

Se dovessi descrivere in poche parole il nostro sound direi che è una commistione di riff rock, chitarristici e trascinanti e di ritornelli molto catchy e melodici. I brani vengono scritti principalmente da Ivan (batterista nonché producer del progetto), e poi io insieme a lui passo ad arrangiarli (soprattutto perché ho gli ascolti più commerciali haha!) e stendo tutti i testi sulle linee fatte: poi con la band affiniamo e proviamo il tutto fino a farlo diventare nostro e siamo davvero soddisfatti dell’eterogeneità del nostro album. Per quanto riguarda le tematiche affrontate in Daydreamin’ mi piace pensare che siano un percorso emotivo, di crescita interiore, che parte da una persona singola ma che vuole essere un messaggio per tutti. Nell’intero album si parla di forza e di sogni, la forza interiore contro gli ostacoli della vita, la forza di reagire e di rialzarsi sempre, e il potere dei propri sogni, da inseguire e coltivare, giorno dopo giorno. Bisogna essere orgogliosi dei nostri sogni, non mollarli mai, e crederci sempre.

Credi che la musica in generale e soprattutto la vostra sia effettivamente una buona medicina, come ho scritto nel corso della recensione del vostro album, per aiutare a passare i momenti meno felici;

Si, la musica per me serve a quello: ci dà la forza nei momenti bui e ci parla attraverso i testi, aiutandoci meglio di chiunque altro e questo perché la musica emoziona in maniera diversa ogni persona, il messaggio che arriva a me è sicuramente diverso da quello che arriva a qualcun altro. Ogni volta che sono giù, ma non solo, anche quando al contrario sono estremamente felice, la musica mi accompagna, sempre, e mi carica meglio di qualsiasi altra medicina al mondo, e vorrei davvero che le nostre canzoni, i messaggi che diamo, servano a chi ne ha più bisogno, vorrei davvero parlare a tutti.

L’estate è il periodo in cui solitamente vengono svolte numerose manifestazioni live, vuoi dirci se parteciperete anche voi anche a qualche particolare evento?

Siamo molto attivi nei live, per noi è molto importante suonare il più possibile ed è una cosa che curiamo moltissimo. Ad oggi abbiamo già suonato in un paio di Festival molto noti nel nord Italia, tra cui citiamo il LangheRockFestival (con i Destrage), e avremo il piacere di essere presenti anche in altri ad agosto e settembre tra cui il Padova metal Fest e il GamaMetalFest. E quest’autunno/inverno ci concentreremo per girare bene l’Italia e chissà anche l’estero! Quindi seguiteci e venite a vederci e supportarci!

Avete progetti imminenti per il futuro o ancora state in fase di elaborazione.

Incrementeremo l’attività live e la promozione dell’attuale album e ci faremo conoscere il più possibile, e gli ottimi riscontri al disco, e anche l’accoglienza ai concerti ci ha spronato moltissimo e abbiamo già iniziato la composizione per il secondo album, che vogliamo registrare il prima possibile!

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Intervista di Wolverine Articolo letto 4261 volte.

 


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